KFC: il fast food si mette a dieta

MENDRISIO - L'apertura del primo ristorante in Ticino, lo scorso 9 maggio, era stata accompagnata da proclami roboanti e da tappeti rossi stesi anche dalle autorità locali; a nemmeno cinque mesi dallo sbarco in via Borromini, KFC (acronimo di Kentucky Fried Chicken, ndr), fast food della nota catena statunitense specializzata nel pollo fritto, ha dovuto rivedere drasticamente i propri piani.
Ne è una evidente dimostrazione la riduzione del personale attuata dai vertici della filiale ticinese: «Ora - spiega Pavel Popov, presidente di KFC Ticino SA - la nostra squadra è composta da 14 persone, quattro impiegate al 100% e 10 all'80%. All'inizio avevamo 37-40 persone». Collaboratori, osserva il nostro interlocutore, ovviamente privi di esperienza, che andavano messi alla prova in attesa tra l'altro di saggiare il successo riscosso tra la clientela. Dopo un ottimo riscontro di pubblico nelle prime settimane di apertura, in effetti, le entrate sono nettamente calate. Inevitabile, a quel punto, qualche licenziamento, che si è affiancato alla disdetta inoltrata da alcuni dipendenti che nel frattempo si sono accasati altrove.
Dinamiche, afferma Popov, abbastanza ricorrenti nel settore dei fast food. Certo, le ambizioni iniziali si sono rivelate eccessive per una realtà piccola come quella di Mendrisio. «All'inizio - riconosce il manager russo - non si poteva prevedere l'andamento dell'attività. Abbiamo preso molta gente, l'abbiamo messa alla prova e tenuto chi era veramente motivato. Ci siamo resi conto che un personale composto da 40 addetti è adeguato in una grande città, cosa che Mendrisio non è».
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