«La BNS non risolverà il problema strutturale del disavanzo del Cantone»
I risultati della Banca nazionale svizzera (BNS) sono da sempre osservati con grande attenzione dai Cantoni. La distribuzione degli utili dell’istituto centrale può infatti fare una grande differenza sulle finanze cantonali.
In Ticino, nel 2021 e nel 2022 gli importanti utili fatti registrare dalla BNS avevano aiutato non poco ad abbellire le finanze cantonali, facendo registrare entrate da record di, rispettivamente, 164 e 162 milioni di franchi. Nel 2023, poi, dall’istituto non è arrivato nemmeno un franco (conseguenza dei risultati fortemente negativi del 2022 e che hanno portato in negativo le riserve per distribuzione della banca). E questo malgrado, a preventivo, fosse stata stimata un’entrata di 137 milioni di franchi. E ciò, in soldoni, ha portato a un risultato peggiore del previsto: nel Preventivo 2023 era stimato un deficit di 79,5 milioni, il disavanzo d'esercizio è stato di 121,8 milioni.
Oggi la BNS ha reso noto che il corso dell'oro e le posizioni in valuta estera hanno permesso di registrare un utile di 62,48 miliardi di franchi nei primi nove mesi dell'anno (nello stesso periodo del 2023 l'utile era stato di 2 miliardi). Nel comunicato, la Banca nazionale sottolinea che i suoi risultati dipendono principalmente dall'andamento dei mercati dell'oro, dei cambi e dei capitali, che comportano notevoli fluttuazioni. E che «è difficile trarre conclusioni per l'anno in corso».
Qual è la percezione del Ticino, di fronte a queste cifre? Lo abbiamo chiesto al direttore del DFE Christian Vitta: «Bisognerà attendere la fine dell'anno per sapere se ed eventualmente quanto la BNS potrà distribuire. Se qualcosa arriverà, andrà ad attenuare il disavanzo preventivato, ma questo lo si saprà solo all’inizio del 2025».
Le incognite, insomma permangono. Va ricordato che il Consiglio di Stato per il 2026 e il 2027 ha previsto l’entrata di due quote da parte della BNS, per un valore di circa 55 milioni annui. Ma la convenzione di distribuzione degli utili scadrà nel 2025 e la Confederazione dovrà rinegoziare con la BNS i nuovi termini dell’accordo. In ogni caso, precisa il consigliere di Stato, «anche se dovesse esserci un versamento, non risolverà il problema strutturale del disavanzo del Cantone, avendo anche già considerato nel piano finanziario due quote della BNS».