La capanna Gorda si amplia per accogliere gli astrofili

L’aria più tersa ad alta quota e il minor inquinamento luminoso lontano dalle città del fondovalle fanno delle montagne bleniesi un sito ideale per osservare il firmamento. Lo sa bene l’Associazione Astrocalina che sta progettando la costruzione di un osservatorio astronomico nelle vicinanze della capanna Gorda. Il progetto non è ancora entrato nella fase realizzativa (attualmente si sta affinando il piano finanziario con la speranza di poter aprire il cantiere la prossima primavera), ma la Società alpinistica Nido d’Aquila (SANDA) sta già pensando a come adattare il rifugio di sua proprietà per accogliere gli astrofili che frequenteranno in futuro l’osservatorio. Nel concreto si prevede l’ampliamento della capanna alpina così da poter avere a disposizione una cucina più comoda e spaziosa completando gli spazi con un locale per attività didattiche e riunioni legate, appunto, all’attività dell’osservatorio astronomico. Andando ancora più nel dettaglio, gli interventi che si pensa di attuare riguardano, al pian terreno, la costruzione di un magazzino/deposito interrato attiguo alla facciata sud dell’edificio, la cui soletta di copertura formerà la terrazza all’entrata principale. Al piano rialzato saranno realizzati la nuova cucina, la dispensa ed il refettorio. Nell’attuale soggiorno-pranzo saranno smantellate le attrezzature della cucina e della dispensa attuali. È inoltre prevista una nuova e ampia finestra sulla facciata rivolta a sud così che il locale possa essere illuminato dalla luce naturale e nel contempo avere una visione sul paesaggio che circonda la capanna. Tutto ciò con un investimento preventivato in circa 890.000 franchi. Un bell’impegno per la SANDA che nella raccolta dei fondi necessari può contare sul sostegno del Municipio di Blenio.
Segnale di sostegno
Con un messaggio che sarà discusso dal Consiglio comunale nella seduta convocata il 26 ottobre propone infatti di stanziare un contributo a fondo perso di 200.000 franchi. Si tratta, scrive l’Esecutivo guidato dalla sindaca Claudia Boschetti Straub, di un segnale concreto di adesione e sostegno da parte del Comune che faciliterà di sicuro le ulteriori trattative con enti pubblici e privati per reperire la somma necessaria a coprire i costi dell’ampliamento della capanna Gorda. «Il finanziamento dell’opera - precisa ancora il Municipio nel messaggio con la richiesta di credito - non è al momento ancora consolidato, ma i promotori stanno intraprendendo i passi e le procedure necessari per ottenere le conferme di finanziamento. Evidentemente il versamento del contributo comunale sarà concretizzato solo al momento del consolidamento della situazione finanziaria». Sebbene non figuri specificatamente nel piano finanziario 2018-2021, il Municipio è convinto che il credito a fondo perso contribuirà alla realizzazione di un progetto di grande importanza per la valorizzazione del territorio. Pertanto ritiene che i 200.000 franchi da elargire alla SANDA possano essere attinti dal fondo cantonale d’aiuto agli investimenti quale ultimo importo restante della somma stanziata in occasione dell’aggregazione comunale. La sezione degli Enti locali, rassicura a tal proposito l’Esecutivo di Blenio, ha già accolto la richiesta lo scorso mese di agosto. In conclusione il Municipio rileva che «la realizzazione dell’ampliamento della capanna, promosso dalla Società Nido d’Aquila, è interessante e necessaria in considerazione dello sviluppo di alcuni progetti che confluiscono e dipendono dalla presenza di un’adeguata infrastruttura ricettiva a Gorda».
Una storia lunga 40 anni
Fondata nel 1960 su iniziativa di alcuni giovani del luogo, la Società alpinistica Nido d’Aquila diede avvio in quegli anni alla costruzione di un piccolo rifugio sulla Punta di Larescia. Nel 1965 iniziò anche la costruzione di una piccola capanna, mediante l’acquisto di un edificio in legno del cantiere delle Ofible SA. Nel 1997 un fulmine colpì la struttura in legno della capanna distruggendola completamente. La SANDA, sostenuta dalla volontà dei soci fondatori, avviò con grande impegno la ricerca dei fondi necessari per allestire un progetto di ricostruzione di una nuova capanna, che divenne realtà nel 2001. E ora i tempi sono maturi per un ampliamento del rifugio alpino.