Violenza domestica

La Casa delle donne ha un nuovo alleato

Fondata l’Associazione pane e rose che ha quale scopo raccogliere fondi per progetti non sussidiati dal Cantone - «Vogliamo sostenere campagne di sensibilizzazione anche in luoghi non convenzionali» - Debutterà l’8 marzo con una bancarella in piazza Dante
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Federico Storni
03.03.2023 21:00

L’Associazione consultorio delle donne è dal 1989 che, nella Casa delle donne, offre assistenza e rifugio a donne vittima di violenza domestica, sia essa di natura fisica, economica psicologica e sessuale. Per farlo, ha da tempo sottoscritto un mandato di prestazione con il Cantone che copre la maggior parte dei costi vivi (affitto delle camere, stipendi delle operatrici, ...): una benvenuta boccata d’ossigeno che però non esime gli associati dal fare a volte salti mortali per far quadrare il budget. Banalmente: di recente si è dovuto sostituire gli armadi a causa dell’usura, e trovare i soldi non è stato scontato. Anche per questo motivo nei giorni scorsi è stata costituita una nuova associazione - chiamata Associazione pane e rose per la Casa delle donne - il cui scopo è quello di raccogliere denaro a favore della Casa e al contempo sgravare l’associazione «madre» dal compito di ricerca fondi. «Il pane da solo non basta per una vita dignitosa, ci voglio anche le rose» ha detto Carola Barchi della neonata Associazione, spiegando la scelta del nome, il cui riferimento è anche a un centenario slogan politico femminista.

Fra estetiste e parrucchiere

L’Associazione pane e rose è stata presentata oggi al Canvetto Luganese e organizzerà il suo primo evento - una bancarella - in piazza Dante a Lugano il prossimo 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna. Sarà una prima occasione per farsi conoscere e raccogliere adesioni e donazioni.

L’Associazione mira come detto a sostenere i progetti della Casa delle donne che non rientrano tra quelli sussidiati dal Cantone. Ad esempio, ha spiegato Marianna Meier (pure membra della neonata associazione), in ambito preventivo: «Oggi il Consultorio interviene in situazione emergenziale, a fatto già accaduto. Noi vogliamo sostenere anche programmi di prevenzione, ad esempio campagne di sensibilizzazione in luoghi non convenzionali frequentati da donne, quali i saloni d’estetica e parrucchiera». Altri fondi invece permetterebbero di regolarizzare progetti oggi giocoforza estemporanei già intrapresi dalla Casa delle donne, ha spiegato Zita Albergati (sempre della neonata associazione): «Ad esempio dei progetti educativi per aiutare le donne a rientrare in società quando è tempo di lasciare la casa protetta, oppure per aiutare i figli di queste donne a elaborare la violenza a cui hanno assistito. Ma i soldi serviranno anche per bisogni molto concreti». Come la sostituzione dei citati armadi, oppure come aiuto alle donne che volessero avviare una nuova attività lavorativa, per coprire almeno in parte i costi del materiale.

Alloggi protetti di transizione

In tutto questo la Casa - che può dare rifugio a cinque donne e a nove bambini al massimo - al momento è molto sollecitata. «La Polizia ticinese riceve ogni giorno tre chiamate per violenza domestica - ha ricordato Barbara Stämpfli dell’Associazione consultorio, - una cifra che ci sembra alta. E queste donne spesso non sappiamo chi siano, e che fine facciano». La possibilità di recuperare prezioso tempo - se l’Associazione pane e rose carburerà bene - permetterà ai volontari e alle operatrici di concentrarsi su attività più attinenti al «core business» dell’Associazione. In questo senso, ha anticipato il presidente Daniele Jörg, la Casa delle donne gestirà a breve nel Sottoceneri anche degli alloggi protetti di transizione per le donne che escono da una casa rifugio. Questa misura è peraltro prevista dal Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica presentato nel 2021 e attualizzato di recente.