Previdenza

«La Cassa pensioni di Lugano è sana e ben capitalizzata»

Il direttore Mauro Guerra replica alle ipotesi, avanzate dalla Lega, che l’istituto tenga artificialmente basso il grado di copertura – «È il rapporto tra gli impegni pensionistici e il capitale disponibile, che non sono fattori manipolabili»
©Gabriele Putzu
Generoso Chiaradonna
14.03.2025 06:00

Un’interrogazione al Municipio di Lugano presentata da Luisa Aliprandi per il gruppo della Lega in Consiglio comunale solleva dubbi sulla volontà della Cassa pensioni di Lugano (CPdL), un ente di diritto pubblico autonomo, di portare - come prevede la legge - il grado di copertura oltre il 100%. A fine 2023, ultimo dato disponibile, era al 98,4%.

Ma come sta la Cassa pensioni di Lugano? Il grado di copertura è così fuori rotta? «Il grado di copertura non è fuori rotta, ma segue un piano specifico di crescita, fino a oggi pienamente rispettato, che porterà la Cassa alla piena copertura nei prossimi anni», risponde Mauro Guerra, direttore della CPdL. «Grazie a una radicale ristrutturazione, negli ultimi anni la CPdL ha assorbito gli squilibri finanziari tipici di molti enti previdenziali di diritto pubblico e raggiunto una stabilità strutturale che gli consentirà di fare fronte agli impegni previdenziali futuri».

È però un’accusa grave, quella di usare strategicamente il grado di copertura per chiedere contributi straordinari. Che cosa replica? «Visto il rispetto del piano di crescita del grado di copertura, la CPdL non ha chiesto più alcun contributo di risanamento né per l’anno 2023, né per l’anno 2024 e non prevede di chiederne in futuro», risponde Guerra. «È anche opportuno ricordare che il grado di copertura non può essere oggetto di manipolazioni, ma rappresenta il rapporto fra impegni della Cassa e il capitale disponibile. È una questione banalmente tecnica». «I valori sono determinati rivalutando ogni voce di bilancio a prezzo di mercato. Questo vale anche per gli accantonamenti, rivalutati in base al tasso tecnico, che a sua volta dipende da parametri oggettivi. Inoltre, i dati di natura previdenziale sono calcolati dal Perito in materia di previdenza professionale e il bilancio è soggetto a revisione». «Dal 2022 - precisa ancora Guerra - il tasso tecnico è definito in base a una procedura di calcolo trasparente che dipende direttamente dal rendimento a scadenza delle obbligazioni della Confederazione. Il margine per applicare politiche di bilancio sul grado di copertura è inesistente».

Un percorso pluriennale

Il percorso verso una sostenibilità patrimoniale della CPdL è iniziato in realtà una decina di anni fa. Esiste una commissione di vigilanza sulle Casse pensioni che può ordinare misure di risanamento immediate nel caso di forti squilibri. Avete mai ricevuto richiami in tal senso negli ultimi 5 anni? «L’autorità di vigilanza direttamente competente per la CPdL è la Vigilanza sulle fondazioni e LPP della Svizzera orientale, che, tra le altre cose, viene informata regolarmente dell’evoluzione del grado di copertura della Cassa. Negli ultimi anni, visto il rispetto del piano di crescita del grado di copertura, non abbiamo ricevuto richieste d’intervento o richiami specifici in merito alla stabilità strutturale della CPdL, ottima nel contesto delle casse di diritto pubblico», spiega ancora il direttore della CPdL che precisa anche il ruolo della garanzia della Città di Lugano e i costi per il contribuente. «Semplicemente consente alla CPdL di operare in regime di capitalizzazione parziale, permettendo un graduale incremento del grado di copertura, senza dovere intervenire con misure draconiane per coprire eventuali disavanzi. La garanzia non costa nulla al contribuente e, grazie al consolidato percorso di risanamento intrapreso dalla CPdL, non genera nemmeno alcun impatto sul merito creditizio della Città». «In estrema sintesi, in assenza della garanzia, la Cassa dovrebbe gestire le eventuali contrazioni del grado di copertura, chiedendo immediate iniezioni di capitale da parte dei datori di lavoro o riducendo le prestazioni previdenziali. Nel primo caso, per quanto riguarda la Città, sarebbero i contribuenti a dover pagare; nel secondo caso, la riduzione delle prestazioni previdenziali porterebbe a un peggioramento delle rendite, soprattutto per quelli con le remunerazioni più basse».

La CPdL assicura migliaia di lavoratori del settore pubblico, non solo della Città di Lugano, fra cui molti che potremo includere nelle fasce salariali più soggette all’inesorabile riduzione dei tassi di conversione a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita. «Dal 2021 è in vigore un nuovo piano previdenziale che ha introdotto, tra le altre cose, nuove forme di risparmio pensionistico e il miglioramento delle prestazioni, soprattutto per le fasce salariali più deboli». «A più riprese - continua - sono anche stati aumentati gli accrediti di vecchiaia a favore del capitale di risparmio degli assicurati, senza gravare né sui contributi pagati dal datore di lavoro, né su quelli pagati dai dipendenti. Infine, dall’inizio di quest’anno sono offerti modelli di rendite flessibili in alternativa alla rendita costante o al capitale».

La Città in realtà risparmia

I costi di gestione sono diminuiti e il contributo per le spese amministrative ridotto del 30%. «Un notevole risparmio per i datori di lavoro; solo per la Città, ciò ha comportato per il 2024 minori costi per circa 350 mila franchi», sottolinea Mauro Guerra che risponde anche alle critiche sulla remunerazione degli averi di vecchiaia troppo generosa. «Oltre alla performance, maggiore rispetto alla remunerazione concessa, bisogna considerare il finanziamento del disavanzo prodotto annualmente dalle rendite in corso e la necessità di aumento del grado di copertura. Le rendite della CPdL sono notoriamente più elevate rispetto a quelle attuarialmente corrette, una forma di patto intergenerazionale, tipico delle casse pubbliche», continua Guerra. «In questo modo la CPdL ha ridistribuito agli assicurati attivi meno di quanto guadagnato sui mercati finanziari, ma è riuscita a rispettare il percorso di crescita del grado di copertura e a mantenere le aliquote di conversione a un ottimo livello, senza generare costi per i datori di lavoro affiliati».

In questo articolo: