La ciclopedonale di 360 metri che costerà almeno 12 milioni
12,2 milioni di franchi per realizzare un nuovo percorso dedicato alla mobilità lenta per una lunghezza di 360 metri. Tanto si stima costerà la ciclopedonale Città Alta (tratto nord) che collegherà la stazione FFS di Lugano al Ponte di ferro di Massagno, scorrendo lungo il lato ovest della trincea ferroviaria. Una cifra che, se rapportata alla distanza da percorre, appare a prima vista spropositata. Con un po’ più di contesto, le ragioni di tale costo diventano però immediatamente più chiare. Che il proverbiale santo valga la candela, invece, è un discorso virtualmente ancora aperto.
Via alla progettazione definitiva
Prima di arrivare ai motivi che rendono la ciclopedonale così cara, un minimo di contesto sulla procedura. Al momento infatti non vi è ancora un progetto definitivo. Il Gran Consiglio ha pero stanziato nei giorni scorsi un milione di franchi per eseguirlo. Quello che sappiamo è che parte della ciclopedonale - 120 metri, vale a dire un terzo - si svilupperà in passerella per scavallare il costruendo sottopasso Genzana, per un costo stimato a fine 2023 di 3,7 milioni. La parte restante si svilupperà invece a fianco della trincea ferroviaria, per un costo stimato a fine 2021 di 8,5 milioni difranchi. E se il costo relativo alla passerella è abbastanza intuibile, meno lo è, di primo acchito, quello legato alla parte in trincea. Il tutto tenendo presente che le cifre saranno da affinare nel progetto esecutivo e che in questi anni i costi, a parità di contenuti, sono tendenzialmente aumentati.
Perché lievitano i costi
Maggiori delucidazioni ce le fornisce il capoarea Opere strategiche della Divisione costruzioni del Dipartimento del territorio Thomas Bühler, che identifica due fattori preponderanti che conducono «a dei costi al metro lineare superiori alla media». Il primo è la vicinanza alla ferrovia: «La parte in trincea deve essere realizzata a lato della linea FFS con importanti costi legati alla sicurezza ferroviaria (il traffico ferroviario deve di principio essere sempre garantito) e alle installazioni di cantiere (molto onerose vista la conformazione del terreno della trincea di Massagno)». Il secondo al terreno: «La sezione di scavo è importante e verosimilmente anche in parte in roccia, ciò che porta a far lievitare i costi».
Quanto si debba scavare lo si vede bene nell’immagine sopra, che tuttavia non spiega perché si voglia farlo. La risposta è legata al separato progetto di copertura della trincea ferroviaria. Ha infatti senso che, la ciclopedonale si attesti all’altezza del futuro parco e non diversi metri sopra.
Lo scontro sulla Paradiso-Melide
A proposito di percorsi cari, non si è ancora risolta la diabtriba tra il Cantone e i Comuni interessati (Lugano, Paradiso e Melide) riguardo i costi e i modi di realizzazione della ciclabile Paradiso-Melide. Le posizioni sono ancora quelle di cui abbiamo riferito lo scorso 1. maggio, benché vi siano stati sviluppi. I tre Comuni, tramite la Commissione dei trasporti (CRTL), hanno inserito nella bozza di PAL5 la loro proposta da 34 milioni, che prevede l’attraversamento di strada e ferrovia in località Ferrera tramite un sottopasso esistente e un semaforo a chiamata. Il Cantone nelle sue osservazioni al PAL5, chiede invece la correzione della cifra a 50 milioni e il declassamento della priorità della misura da A a C. In altre parole il Cantone spinge per un nuovo sottopasso in zona Ferrera e per un calibro più largo della ciclabile citando ragioni di sicurezza (i Comuni invece propongono di allargare il calibro solo dove la pendenza superi il 6%). Inoltre abbassare la priorità significa rinunciare a questo giro al possibile finanziamento confederato e di fatto a rinviare l’opera sine die. Nell’inviare al Cantone la bozza di PAL5, la CRTL non ha dato seguito a quanto richiesto. Il nodo sarà da sciogliere entro aprile, termine ultimo per inviare il PAL5 a Berna.
Forche caudine e impatto visivo
Da noi contattato il Dipartimento del territorio afferma di non potersi esprimere in quanto il PAL5 è ancora al vaglio del Consiglio di Stato, mentre Filippo Lombardi, presidente della CRTL, ribadisce che «il meglio è il nemico del bene» e teme che l’opera possa «non passare le forche caudine del finanziamento». Lombardi teme anche che l’allargamento voluto dal Cantone abbia un impatto visivo eccessivo: «Trovandoci in un paesaggio iscritto all’inventario nazionale rischiamo di essere bloccati anche per questo».