Locarno

La Città mette al sicuro i propri gioielli pregiati

Approvate dal Consiglio comunale le varianti di Piano regolatore sui beni culturali da proteggere – Una richiesta di contributo da parte dell’OFIMA per la ristrutturazione della propria sede ha acceso la discussione
La sede dell’OFIMA, in via in Selva a Locarno, firmata dall’architetto Paolo Mariotta. © garbani
Luca Pelloni
07.09.2020 22:54

Il diavolo si nasconde nei dettagli. Così la discussione del Consiglio comunale in merito ai due messaggi municipali, che hanno messo al sicuro i gioielli della città, si è spesso e volentieri concentrata sulle implicazioni finanziarie derivanti dall’operazione. Al vaglio v’erano le varianti di Piano regolatore necessarie, come accennato, per tutelare i beni culturali degni di protezione, che in definitiva sono state approvate dal Legislativo con 32 voti favorevoli e un’astensione.

Di tempi e di modi
A innescare la miccia, dunque, uno scritto, inviato venerdì scorso ai consiglieri, con il quale il Municipio comunicava la richiesta di sussidio avanzata dalle Officine idroelettriche della Maggia (OFIMA) per il restauro della propria sede di via in Selva 11. Una sede, firmata dall’architetto Paolo Mariotta, inserita proprio nell’inventario dei gioielli da proteggere e alla cui ristrutturazione, dunque, il Comune potrebbe dover contribuire con una cifra compresa tra i 230.000 e i 300.000 franchi. L’investimento complessivo ammonta a 14,5 milioni (vedi CdT del 27 maggio scorso).
Se l’Esecutivo, come spiegato dal capo Dicastero Paolo Caroni che si è assunto la responsabilità della lettera, voleva solo essere trasparente e rendere partecipi i consiglieri dell’avvenuta richiesta, questo non l’ha risparmiato dalle aspre critiche di Sabrina Snozzi Groisman (PS) a nome della Commissione PR. Critiche incentrate in particolare sui tempi e sui modi della comunicazione. «Le modalità di finanziamento dei restauri dei beni culturali non sono oggetto di questi messaggi», ha sottolineato. Solo dopo la nostra approvazione, il Municipio dovrà elaborare un’apposita ordinanza. La Commissione aveva già indicato la necessità di prevedere nel Preventivo una specifica voce». A farle eco il correlatore del rapporto commissionale, Orlando Bianchetti (PLR): «Proteggere significa spendersi nella tutela del patrimonio urbano di Locarno». Insomma, la questione finanziaria non deve essere «lo spauracchio per condizionare le scelte» in merito ai beni culturali. E Bianchetti, infine, ha ricordato l’emendamento proposto dalla Commissione PR, riguardante l’inserimento nella lista, assieme al Lungolago Motta, anche del Debarcadero. Un emendamento poi approvato dal Consiglio comunale, malgrado il Municipio ritenesse che l’oggetto in questione fosse già sufficientemente tutelato.

Una lista che può evolvere
Tornando alla richiesta dell’OFIMA, Giovanni Monotti (PLR) si è detto «scandalizzato dalla richiesta» di un’azienda «che ha lucrato per decenni sull’acqua, lasciando ben poco nelle valli». E lo stesso Monotti ha poi sottolineato l’eccessiva «ingerenza del Cantone nell’elaborazione del Piano regolatori». Al coro si è quindi aggiunto Mauro Belgeri (PPD), un vero precursore del tema trattato in seduta, che ha iniziato a parlarne già una trentina di anni fa. Belgeri, in un accorato intervento contro la cementificazione, non ha avanzato proposte concrete di aggiunta o modifica dell’inventario, pur avendo molte idee. Lo farà in una prossima mozione. Una saggia decisione. Anche perché la sua collega di partito Barbara Angelini Piva aveva appena ricordato che v’è un preciso iter da seguire per aggiungere un oggetto alla lista. Proposte dell’ultima ora avrebbero rischiato di affossare il grande lavoro svolto finora. Un concetto, quest’ultimo, rimarcato anche dal Municipale Caroni, che ha sottolineato come l’inventario possa essere in futuro rimpolpato, ma si dovrà appunto avviare una procedura pianificatoria per ogni oggetto.

Settanta oggetti
Concludendo, da rilevare ancora che l’inventario, elaborato dopo un lavoro certosino, annovera una settantina di gioielli da proteggere. Non vi compaiono il comparto di Santa Caterina (che accoglierà il Museo di storia naturale) e lo stabile del Kursaal, al centro di accese discussioni riguardanti il suo futuro, ma solo perché il Municipio ha per il momento sospeso le decisioni riguardanti questi due importanti pezzi della storia cittadina. Caroni, in merito al Teatro cittadino, ha comunque sottolineato come questo sia tutelato dall’attuale situazione pianificatoria. Ma si è trattato di «un’occasione persa» per Mateo Buzzi (Verdi).