La ferrovia che rilanciò la valle
Alla cosiddetta «corsa di commiato», il 29 settembre 1973, arrivarono in Valle di Blenio curiosi e fotografi da un po’ tutta la Svizzera. Era un evento, d’altronde, di quelli che gli appassionati non potevano certamente perdere. La ferrovia Biasca-Acquarossa cessava l’attività dopo 62 anni di onorato servizio. Il trasporto su gomma si stava facendo largo e quindi fu quasi inevitabile l’addio ad uno dei tanti collegamenti regionali realizzati nella Svizzera italiana all’inizio del XX secolo. Ricordiamo ad esempio le linee Locarno-Bignasco e Bellinzona-Mesocco (inaugurate nel 1907), la Lugano-Tesserete alla quale furono tolti i veli due anni più tardi, quella del Bernina in funzione dal 1910 che collegava la Valposchiavo con l’Engadina e la Valtellina, la Lugano-Cadro-Dino nel 1911 e la Lugano-Ponte Tresa l’anno seguente.
«Profonda commozione»
Il nostro Cantone si stava aprendo ad un’altra rivoluzione, al progresso. La mobilità motorizzata era vista, allora, anche nella Valle del Sole, come un’occasione da cogliere al volo. Non deve dunque sorprendere che all’assemblea straordinaria della Società Ferrovia Biasca-Acquarossa del maggio 1972 lo smantellamento fu deciso all’unanimità. «Per l’economia della valle il passaggio dalla ferrovia alla strada consentirà di migliorare le infrastrutture, penso in particolare alla circonvallazione di Malvaglia. Ed è questo senz’altro il motivo principale all’origine della decisione», affermò il presidente Francesco Antognini intervistato da «Il Regionale» della RSI, il quale non nascose tuttavia il «sentimento di profonda commozione» per un momento cruciale nella storia del distretto. Autorità e popolazione accolsero di buon grado il cambiamento per certi versi epocale. Idem il Gran Consiglio che stanziò i relativi crediti.
Quei 14 chilometri scarsi
Accantonato il sogno di una ferrovia a scartamento normale per attraversare il Lucomagno (a questo progetto fu preferito quello del San Gottardo), la Biasca-Acquarossa di poco meno di 14 chilometri di lunghezza venne costruita tra il giugno 1908 ed il giugno 1911 secondo il progetto dell’ingegnere di Leontica Ferdinando Gianella, già «padre» della Locarno-Ponte Brolla-Bignasco. Dopo tre anni di lavori ed un investimento di 1,85 milioni di franchi, il 6 luglio 1911 iniziò il servizio. La particolarità dell’opera era data dalle quattro stazioni e dalle 9 fermate nonché da una galleria di 21 metri e da ben 22 ponti. I posti a sedere erano 294. Dagli anni Sessanta, tuttavia, annotava il Governo, «il numero dei viaggiatori trasportati dalla ferrovia tende sensibilmente a diminuire. Dai 269.527 viaggiatori nel 1961 si è passati ai 245.923 del 1965 e ai 221.624 del 1966. Una flessione si registra pure per il trasporto delle cose: 7.368 tonnellate nel 1961, 5.859 nel 1965 e 4.942 nel 1966». Nel febbraio 1969, pertanto, gli allora 17 Comuni della valle a grande maggioranza si espressero per abolire il servizio.
Le motivazioni
Che non era in effetti più conveniente, come puntualizzava lo stesso Consiglio di Stato: «La ferrovia è mezzo completo, ma è di gran lunga il più oneroso. Conviene quindi esaminare se per una determinata regione, in rapporto al numero della sua popolazione, alla sua potenzialità e alle possibilità economiche specialmente turistiche ed industriali, sia oggi veramente indispensabile un mezzo di trasporto così costoso quale è una ferrovia, quando detto mezzo può essere sfruttato solo in misura notevolmente inferiore alla sua capacità potenziale, oppure se non è meglio soddisfare i bisogni di quella determinata regione con un mezzo di trasporto moderno, di sufficiente capienza, più elastico ed economico della ferrovia (...). Solo un servizio automobilistico permette una soluzione globale per tutto il percorso Biasca-Olivone».
Passeggeri raddoppiati
Detto che dal 1. gennaio 1926 era in funzione il servizio AutoPostale fra Acquarossa e Olivone, il 30 settembre 1973 (quindi il giorno seguente il «commiato» dalla ferrovia) ci fu la prima corsa su gomma garantita dalle Autolinee Bleniesi. Inizialmente i bus erano 4, poi saliti ad otto già un anno dopo e ad una ventina oggi per quasi un milione di chilometri percorso. I passeggeri sono raddoppiati.