La Fondazione Valle Morobbia ha acquistato la Ca' dal Fer a Carena

Oggi, a Villa Alta a Novaggio, sala piena per la presentazione del progetto Interreg «Memorie di ferro», un’iniziativa transfrontaliera che «mira a valorizzare la conoscenza tecnico scientifica e storica legata allo sfruttamento minerario di territori marginali, ma che, in determinati periodi storici, hanno rivestito un ruolo di grande rilevanza socio-economica». Il progetto, frutto di una solida collaborazione fra la Fondazione Valle Morobbia e l’Associazione Miniera d’oro di Sessa, per la parte svizzera, e, per la parte italiana, fra i comuni di Postua, Ailoche e Brosso (Piemonte), beneficerà dell’operazione cofinanziata dall’Unione Europea (Fondo europeo di sviluppo regionale), dallo Stato italiano (Fondo di rotazione), dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni (nell’ambito del Programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera). Gli obiettivi sono molteplici: la volontà dichiarata è quella di sviluppare un piano didattico e turistico-culturale comune, capace di promuovere non soltanto «un turismo sostenibile, rispettoso della storia e delle tradizioni, capace di stimolare nuove opportunità economiche», ma anche di rafforzare i legami tra due regioni da sempre poco connesse.
Fra Morobbia e Malcantone
Fra le azioni più significative c’è l’acquisto, da parte della Fondazione Valle Morobbia, con il favore del Municipio di Bellinzona, della casa storica Ca’ dal fer a Carena che, unitamente al Maglio e al forno di Carena, rappresenta una delle ultime testimonianze storiche dell’attività siderurgica in valle promossa dal medico bellinzonese Giovanni Bruni a cavallo fra Settecento e Ottocento. In questo senso lo stabile - oggetto di nuove ricerche storico-documentali, archivistiche e archeologiche - sarà restaurato e reso accessibile al pubblico, e verrà a coincidere con il punto di partenza - «strategico e simbolico» - dell’escursione didattica e storico-culturale della Via del ferro, ovvero dell’itinerario tematico che ripercorre i tracciati storici che collegavano, attraverso il motto della Tappa o cima Verta, la valle Morobbia con le valli lombarde Cavargna e Albano e tra loro i siti minerari e siderurgici).
Per quanto riguarda il Luganese è stato invece il segretario della Fondazione Malcantone e membro dell’Associazione Miniera di Sessa Daniele Ryser a illustare le opportunità che verranno esplorate grazie ai fondi Interreg, vale a dire degli studi storici e archeologici per conoscere meglio la storia mineraria del monte Ferraro (nomen omen) e delle miniere sui monti Torri sopra Fescoggia e Breno, nell’ottica di una futura valorizzazione. Oltre a ciò, in località Garavée, verrà approfondita la conoscenza di una miniera a cielo aperta celto-romanica.