La funicolare del San Salvatore sconfina nel Mendrisiotto
Racchiude un piccolo tesoro composto da oltre 4.000 esemplari tra locomotive e carrozze, plastici, diorami, e molto altro, ma quella che è di fatto la più grande collezione europea di modellismo ferroviario fino a ieri ancora non aveva nessuna miniatura di funicolare. Ora però non è più così: alla Galleria Baumgartner di Mendrisio da qualche ora fa infatti bella mostra di sé una copia in scala ridotta dell’impianto del Monte San Salvatore.
La dimostrazione del grande interesse esistente tutt’oggi attorno al mondo del ferromodellismo sono le numerose persone accorse nel borgo per la presentazione dell’ultimo arrivo alla Galleria. Non per niente, la struttura è da oltre 20 anni un punto di riferimento a livello internazionale. Per restare sulla metaforica breccia occorre però evolvere in continuazione e farsi promotori di nuove iniziative. La collaborazione con la Monte San Salvatore si inserisce proprio in questo ambito. «Cerchiamo sempre collaborazioni sul territorio. Le montagne sono il fiore all’occhiello della nostra regione», ha sottolineato Lorenzo Baumgartner nel corso della cerimonia.
La presenza a Mendrisio del modellino della funicolare luganese è risultato di una sinergia. La miniatura è infatti stata totalmente restaurata all’interno della Galleria Baumgartner e con la collaborazione del suo staff da Riccardo Veri e Graziano De Ambroggi, due appassionati di modellismo ferroviario. «Questo modellino del 1991 è un pezzo eccezionale – ha sottolineato Veri –. Abbiamo risistemato tutto, anche l’ambiente esterno. A metterci maggiormente alla prova è stata la corda, per capire il funzionamento della fune ci sono voluti alcuni tentativi». Il risultato però parla per i due restauratori: il modellino è funzionante e sembra nuovo. «Come per l’originale, la copia in scala ha una fune sola che fa viaggiare due funicolari», ha aggiunto il direttore della Monte San Salvatore Francesco Markesch.
Il modellino che ha trovato casa a Mendrisio ha una storia affascinante: era infatti «itinerante». Veniva utilizzato per promuovere la montagna luganese, «ha girato molte fiere in Svizzera, poi purtroppo si è rotto ed è finito in un magazzino – ha spiegato Sebastiano Lurati, della Monte San Salvatore –. Una visita da noi dei responsabili della Galleria Baumgartner ha però cambiato le cose». Facendo nascere l’idea, che poi è diventata un progetto.