La futura centrale a biogas devia verso l’elettricità
La futura centrale a biogas di Stabio non produrrà biogas bensì energia elettrica, almeno come scopo finale. È questa l’ultima novità relativa al progetto che vede coinvolti il Comune di Stabio per il tramite delle sue aziende comunali (AMS) e AGE SA di Chiasso e di cui nella regione si parla da tempo. A subire delle modifiche sarà soprattutto la fase finale del processo di trasformazione degli scarti compostabili che saranno portati nella struttura che sorgerà a Stabio in via Lische: l’obiettivo fi1nale sarà infatti quello di produrre energia elettrica e non più biometano.
Il cambio di strategia – se così può essere denominato – è frutto di novità emerse nel corso degli ultimi mesi ed è ufficializzato in una domanda di costruzione in pubblicazione attualmente. Si tratta di una variante al progetto pubblicato anni fa, per cui è già stata staccata una licenza edilizia e che chiede l’autorizzazione per introdurre un sistema di cogenerazione per produzione di energia elettrica e parallelamente di eliminare la raffinazione del biogas e dell’erogatore gas peri veicoli. Seppur si tratti di termini tecnici, la rinuncia al biogas per optare per l’energia elettrica emerge in modo piuttosto evidente.
Sussidi e occasioni
Dietro questo cambio di programma, spiega il segretario comunale Claudio Currenti, ci sono la Strategia energetica della Confederazione e la revisione dell’Ordinanza sulla promozione dell’energia (OPEn) in vigore dall’inizio del 2023.
Tale ordinanza garantisce ora importanti sussidi agli impianti il cui scopo è la produzione di energia elettrica a partire da energie rinnovabili, cosa che per contro non vale per le strutture che fabbricano biogas. Per Stabio, dunque, quella presentatasi è un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
La richiesta edilizia è in pubblicazione fino al 27 luglio (consultabile negli spazi dell’Ufficio tecnico comunale). Una volta staccata la nuova licenza il Comune potrà procedere con gli appalti e, in seguito, passare al cantiere. Difficile per ora stimare quando potranno iniziare i lavori. La speranza è naturalmente il prima possibile, ma l’iter implica dei passi i cui tempi tecnici dipendono molto anche da eventuali opposizioni o altri ostacoli.
Il progetto
La futura centrale di Stabio – che servirà tutta la regione, ci torneremo tra poco – trasformerà gli scarti compostabili in biogas prima ed energia elettrica poi. Gli scarti che potranno essere trattati nella struttura sono di tre tipi: verdi e rifiuti organici, scarti da cucina oppure di origine agricola.
Il disegno, inutile dirlo, si inserisce in un tema sensibile e annoso, quello dello smaltimento e del recupero sostenibile dei rifiuti, in generale. E quello dell’eliminazione di rifiuti organici nel particolare. Proposte e iniziative per la raccolta dell’umido o per creare aree dedicate a questo tipo di scarti giungono in fondo a cadenza regolare da un po’ tutta la regione.
Fino ad oggi nel progetto sono formalmente coinvolti il Comune di Stabio (AMS) e AGE SA (che finanzieranno il disegno per 1,2 milioni di franchi). La società Agricola del Mendrisiotto entrerà a far parte del Consiglio di amministrazione e sosterrà l’impianto nell’apporto di scarti agricoli, liquame e letame come pure nello smaltimento del digestato.
Ma come funziona?
Un impianto di biogas è in grado di trasformare le biomasse in biogas, attraverso una serie di trasformazioni anaerobiche (cioè in assenza di ossigeno) dovute all’attività dei microorganismi presenti in natura, ma replicate, in questo caso, su scala industriale. Ne esistono di diverse tipologie e a Stabio si opterà per la produzione finale di energia elettrica da immettere nella rete.
Questo non significa che non sarà prodotto biogas, bensì che come ultimo processo il biogas sarà trasformato in elettricità grazie a un impianto di cogenerazione. Quest’ultimo, oltre che produrre energia elettrica, produrrà anche calore da immettere nell’impianto a biogas e per l’igienizzazione degli scarti alimentari.