La Locanda del Giglio rischia di chiudere

Paradossalmente, mentre la famiglia Foletti ci racconta i motivi della visita, qualche giorno fa, di tre funzionari dell’Ufficio esecuzione e fallimenti, il telefono continua a squillare per richieste di prenotazione. Che non possono essere accolte, perché la storica Locanda del Giglio di Roveredo-Capriasca è stata raggiunta da un avviso provvisorio di apertura di fallimento. Provvisorio perché a dettare le regole, in questo caso, é il tempo. I gestori hanno fino a venerdì prossimo per sanare un accumulo di debiti – parliamo di alcune decine di migliaia di franchi – iniziato durante la pandemia, nonostante i continui sforzi per cercare di appiattirlo. In caso contrario, l’attività a conduzione familiare, una realtà radicata sul territorio da vent’anni e punto di riferimento – e di partenza – anche per turisti e escursionisti, dovrà chiudere.
Una doccia fredda
È martedì mattina alla Locanda, e seduti ai suoi tavoli non ci sono solo ospiti più o meno abituali, ma anche tre funzionari dell’Ufficio esecuzione e fallimenti. «Dovete chiudere». Una doccia fredda. La struttura, che ospita un ristorante e un eco-hotel (uno dei primi costruiti in Ticino), non accetta più prenotazioni da quando i tre rappresentanti dell’autorità hanno lasciato il quartiere della Capriasca. E non potrà accogliere più nessuno, a meno che riesca a saldare tutti i debiti entro venerdì. «Questo weekend avremmo già potuto guadagnare abbastanza per iniziare a pagare alcune fatture, visto che abbiamo praticamente il tutto esaurito – osservano i gestori –. Ci hanno bloccato da un momento all’altro, proprio adesso che iniziavamo a lavorare. E quindi a fatturare». La Locanda del Giglio, infatti, è nel pieno della sua attività proprio da maggio (in verità già da aprile, ma quest’anno la pioggia ha penalizzato praticamente quasi tutti i ristoratori) fino a novembre.
La situazione è da ricondurre allo strascico della pandemia e ai prestiti che la famiglia Foletti si è vista costretta a richiedere, perché «non siamo rientrati nel caso di rigore visto che, a detta del Cantone, potevamo comunque lavorare anche affittando le camere e con il servizio take away». Prestiti che comunque i titolari stanno rimborsando trimestralmente con tutti gli sforzi del caso. «Paghi la fattura arretrata, sì, ma hai ovviamente anche quelle nuove, che si accumulano. E alla fine non riesci a starci dietro».
Essendo attivi sul territorio da vent’anni (proprio questo mese ricorre l’anniversario dell’apertura dell’attività) i gestori lavorano principalmente con fornitori locali. E nel momento di pagare le fatture, hanno dovuto fare una scelta, ovvero dare priorità agli stipendi del personale che lavora alla Locanda e pagare i prodotti dei fornitori. In ogni caso, se la struttura con vista sui Denti della Vecchia e sul golfo di Lugano dovesse chiudere, lascerebbe a casa quattro dipendenti.