La maledizione delle catene di Sant’Antonio

Ma perché si chiama catena di Sant’Antonio? Il motivo di quest’espressione, com’è facile intuire, è legato alle vicende di un santo, Antonio appunto. Ma – si legge sul quotidiano online www.lettera43.it – non quello celebre di cui molti sono devoti Sant’Antonio da Padova, bensì Sant’Antonio Abate (250-356 d.C.). «Egli fu un eremita, uno dei più importanti della storia della Chiesa cattolica, che – stando ad una leggenda – scrisse una lettera al duca di Egitto ammonendolo circa la persecuzione dei cristiani. Se egli non avesse terminato questo sopruso Dio lo avrebbe punito con la morte». Al termine della missiva il religioso invitò il duca ad inviare quello stesso messaggio a tutte le altre autorità della zona, affinché accogliessero il monito e cessassero di vessare i credenti. Il duca, sempre secondo la leggenda, ignorò la missiva e qualche giorno dopo fu disarcionato dal suo cavallo e morì.
«Della missiva spedita dal santo al duca d’Egitto non v’è traccia e non ci è dato sapere quale origine abbia la leggenda di tale maledizione», precisa il sito www.bufale.net, il quale aggiunge: «A citare per primo l’espressione “catena di Sant’Antonio” fu Alfredo Panzini nell’edizione del 1935 del suo “Dizionario moderno”, descrivendola come l’usanza di spedire a più persone una lettera anonima che invitava alla recitazione di una serie di preghiere con lo scopo di salvare il mondo. Tali preghiere avrebbero avuto successo solo se il destinatario avesse poi inviato la stessa lettera a un determinato numero di persone, le quali a loro volta avrebbero dovuto seguire tutta la trafila: il tutto sotto minaccia di sventure tremende per chi avesse interrotto la catena».
Un tipo di catena della felicità molto diffuso tra i ragazzi prima dell’avvento del Web era quello di spedire una lettera ad un amico sulla quale erano riportati indirizzi di altre persone. L’amico, una volta ricevuta la missiva, avrebbe dovuto inviare una cartolina della sua città al primo degli indirizzi riportati e una lettera identica a quella ricevuta ad un certo numero di persone, sulla quale avrebbe dovuto riscrivere l’elenco omettendo il primo indirizzo ed inserendo il proprio in fondo all’elenco. Ciò avrebbe dovuto consentire, dopo vari passaggi, di ricevere un gran numero di cartoline. In realtà era difficile che la catena in qualche modo non si rompesse.