La moglie Beatrice era un intralcio

LUGANO - È in un'aula penale di Lugano affollata come raramente accade che si è aperto questa mattina il processo per il delitto di Obino. Alla sbarra Marco Siciliano, fisioterapista di 33 anni, accusato di aver assassinato la moglie Beatrice Sulmoni nella notte fra il 25 e il 26 marzo scorsi, nella loro abitazione nella frazione di Castel San Pietro. Il movente, secondo l'accusa: la moglie era d'intralcio a Siciliano che aveva iniziato una nuova relazione sentimentale, perché era incinta - e il 33.enne lo sapeva - e un divorzio avrebbe avuto "gravose conseguenze personali di relazione con il figlio" oltre che economiche. Tutte ragioni che avrebbero spinto Siciliano ad addormentare la moglie con una tisana in cui aveva sciolto una massiccia dose di sonnifero, per soffocarla tappandole bocca e naso con le mani mentre era distesa sul divano. Poi aveva preso Beatrice, 36 anni quando fu uccisa, caricandola nel baule dell'auto e gettandola nel lago di Como, "dopo aver tentato con una sega e un coltello" di decapitarne il corpo. Siciliano, lo ricordiamo, è reo confesso; è difeso dall'avvocato Marco Frigerio. Gli avvocati Massimo Respini e Luca Beretta-Piccoli sono i patrocinatori dei famigliari della vittima.La presidente della Corte delle Assise criminali di Mendrisio, Agnese Balestra-Bianchi, dopo aver completato il collegio giudicante con le formule di rito e l'estrazione dei due assessori giurati supplenti, ha letto l'atto che formula pure l'accusa di interruzione punibile della gravidanza, formulata dalla procuratrice generale aggiunta Rosa Item.