Giudiziaria

La notte squarciata dai botti finisce con due sanzioni

Il Ministero pubblico della Confederazione ha emesso i decreti d’accusa nei confronti dei due uomini che provocarono due esplosioni a Capolago e Rancate il marzo dell’anno scorso: fu uso colposo di materiale esplosivo
© CdT/Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
27.12.2023 06:00

Due botti fragorosi che avevano sconquassato la calma serale dell’alto Mendrisiotto. In molti si ricorderanno le due esplosioni avvenute, a pochi minuti di distanza, nella serata del 26 marzo 2022. Poco prima delle 22 gli abitanti di Riva San Vitale e Capolago avevano chiaramente udito una forte esplosione. Lo stesso era capitato, poco dopo le 22, nel nucleo di Rancate, a pochi metri dall’obelisco presente in piazza Santo Stefano. Due episodi che avevano creato forte spavento nella popolazione.

Non solo per l’azione in sé, ma anche perché il Mendrisiotto, pochi mesi prima, era stato oggetto dell’ennesimo assalto al bancomat con gli esplosivi (il 14 dicembre 2021 era toccato a una banca di Novazzano). E poi, non va dimenticato, da all’incirca un mese il mondo era stato scosso dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Facile dunque, allarmarsi. Le esplosioni, anche per questi motivi, avevano dunque fatto molto discutere. A tal punto che non si escludeva neppure il fatto che i botti potessero essere stati architettati per valutare la prontezza di risposta delle forze dell’ordine.

La carica «flash bang»

Ebbene, niente di tutto ciò. Si è trattato, in sostanza, di una bravata. Una bravata che però è costata ai due autori – un 42.enne cittadino portoghese e un 52.enne italiano – un decreto d’accusa da parte del Ministero pubblico della Confederazione. Già, perché se in un primo momento l’inchiesta era stata condotta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, il caso è passato nelle mani degli inquirenti federali.

Il perché è presto detto: sono stati utilizzati degli esplosivi. I due in correità – difesi dagli avvocati Pascal Cattaneo e Noemie Foiada-Re –, sono stati sanzionati per uso colposo di materie esplosive o gas velenosi al pagamento di una multa di 500 franchi oltre ai costi del procedimento. Nei decreti d’accusa – nel frattempo cresciuti in giudicato – si legge che la coppia ha «intenzionalmente ma senza fine delittuoso, messo in pericolo la proprietà altrui facendo esplodere una carica pirotecnica a base di perclorato», denominata «flash bang». Esplosioni davvero notevoli, che possono essere paragonate a quelle di una granata stordente (detta appunto flash bang). Se il primo botto, quello a Capolago, non ha provocato danni, quello a Rancate ha danneggiato le finestre di due abitazioni. Danni integralmente risarciti dagli imputati (si parla di poco meno di 600 franchi).

La serata al bar

Fortunatamente, al di la del forte spavento, non ci sono state conseguenze fisiche. Stando a quanto abbiamo potuto ricostruire, i due quella sera avrebbero passato del tempo in un bar situato tra Riva San Vitale e Rancate. Lì, a quanto pare, è stata partorita l’idea di prendere le due cariche – che gli imputati, in sede d’inchiesta, hanno detto d’aver trovato casualmente in una discarica –, fare un giro in auto e gettarle dal finestrino nei due quartieri della Città di Mendrisio. Il tutto senza fare i conti con alcune telecamere della videosorveglianza.

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