La nuova agenda scolastica continua a far rumore
La nuova agenda scolastica continua a far rumore. A tutti i livelli politici, siano essi comunali o cantonali. Alle polemiche dei giorni scorsi, sollevate da più parti, e all’interrogazione presentata dal Centro, oggi si è aggiunta una moltitudine di atti politici. Il motivo è sempre lo stesso, ed è riassumibile così: il tema dell’identità di genere affrontato in due illustrazioni contenute nel diario di quest’anno. I critici, infatti, sostengono che il messaggio sia fuorviante, se non del tutto sbagliato, e che bisognerebbe affrontare il tema in maniera seria, approfondita e coordinata. Senza servirsi, appunto, dell’agenda scolastica.
Il tema, caldissimo, ha inevitabilmente influenzato anche il tradizionale appuntamento con la presentazione del nuovo anno scolastico da parte del DECS, tanto da costringere Marina Carobbio a prendere per la prima volta posizione. «I contenuti dell’agenda sono stati elaborati da un gruppo di lavoro che ha coinvolto il DECS, il DSS e gli esperti dell’associazione Radix. L’identità di genere è un tema che il mondo della scuola deve affrontare», ha spiegato la consigliera di Stato. «Un tema affrontato con delicatezza nell’agenda scolastica, così come quello dei pregiudizi e del rispetto. Oggi i docenti sono preparati all’ascolto di varie problematiche e se sorgono domande da parte degli allievi e delle loro famiglie, hanno anche una rete di esperti a loro disposizione».
«Evitare approcci ideologici»
Nonostante le spiegazioni di Carobbio, a livello politico le polemiche sono proseguite. È stato dapprima il PLR a esporsi. E lo ha fatto tramite i suoi membri della Commissione Formazione e Cultura (presieduta dal deputato liberale radicale Aron Piezzi), che hanno chiesto di «invitare al più presto la direzione del DECS per dei chiarimenti in una seduta commissionale». Nel comunicato, il PLR sottolinea che «discutere di temi delicati è certamente una missione della scuola, ma occorre evitare approcci ideologici, assicurando invece il massimo della serietà, della preparazione e della conoscenza scientifica». Di qui, come visto, la richiesta di convocare il Dipartimento in Commissione. Un passo, secondo il PLR, «necessario soprattutto guardando ai prossimi anni e ad alcune derive a cui stiamo assistendo. Infatti, si tratta di un tema spesso affrontato da determinate forze politiche con una chiara matrice ideologica».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò. «Il tema sollevato dall’agenda scolastica è serio e delicato, non lo si può liquidare in due pagine dell’agenda», spiega. «Servono figure preparate all’interno della scuola, che possano affrontare certe questioni assieme agli allievi». Per Dadò, «ancora una volta si casca nello stesso problema. Il DECS, da qualche anno a questa parte, utilizza l’agenda per sollevare temi importanti, ma che appunto andrebbero affrontati con ben altra serietà. Non stupiamoci, dunque, se scoppia la polemica».
Sull’agenda scolastica si muove anche l’UDC, che sta preparando una lettera da inviare a tutti i suoi municipali e consiglieri comunali. «Cercheremo di impedire la distribuzione dell’agenda nelle sedi scolastiche comunali», chiarisce il presidente Piero Marchesi. «Ci battiamo affinché la scuola non venga utilizzata per indottrinare gli allievi. I temi trattati sono sicuramente importanti. In passato è stato sviluppato quello del cambiamento climatico, ad esempio. Ma i toni sono sempre catastrofistici: servirebbe maggiore positività. Riguardo alla lobby LGBTQ, invece, come UDC rifiutiamo qualsiasi ideologia ‘‘woke’’». Di «messaggi ideologici e propaganda gender» parla anche la Lega. Alcuni giorni fa ha definito «inappropriata» la distribuzione dell’agenda nelle scuole, in particolare agli allievi di quinta elementare. Anche la Lega ha invitato i propri municipali a portare la questione nei rispettivi Esecutivi.
Pronta la risposta del partito socialista. «La polemica attorno all’agenda è pericolosa: in primis per le ragazze e i ragazzi che si trovano in una fase della vita molto delicata, ma anche per tutte le persone di ogni età coinvolte dal tema», spiega Lisa Boscolo. Per la deputata, il dibattito sull’identità di genere è stato banalizzato e strumentalizzato. «L’agenda vuole trattare in maniera delicata la relazione con gli altri. Non ci si può limitare alla lettura di due pagine: il documento contiene al suo interno un percorso che affronta il tema delle discriminazioni, dei pregiudizi. Dà delle delle rassicurazioni contro gli sguardi altrui spesso giudicanti, senza imporre alcuna propaganda. Ed è stato elaborato da persone che hanno delle formazioni accademiche solide».
Una valanga
Ma la valanga della polemica, come detto, ha travolto anche la politica comunale. A partire da Tresa, il cui Municipio guidato da Piero Marchesi ha informato il DECS di aver dato disposizioni alla direzione scolastica «affinché l’agenda scolastica non venga distribuita agli allievi di quinta elementare». L’Esecutivo «ritiene di dover prendere questa decisione per tutelare gli allievi da contenuti che trattano la diversità di genere in modo pretestuoso, strumentale e inadeguato» per i giovani. Richieste simili sono arrivate (tramite delle interrogazioni) pure da Chiasso (Lega), Caslano (UDC) e Riva San Vitale (Lega) e Vacallo (Lega-UDC-UDF-Indipendenti).
Durante la conferenza stampa, Marina Carobbio ha spiegato che le agende scolastiche vengono consegnate ai Comuni, ma non sussiste l’obbligo di distribuirle. «Per chi rinuncia, non ci sarà alcuna conseguenza». La direttrice del DECS ha ribadito la sua completa apertura al dialogo con tutti gli attori coinvolti.