Lugano

La partita a tetris (ormai persa) per la sede del centro sociale

Ecco il piano che avevano in mente le autorità cittadine: la proposta era collocare gli autogestiti provvisoriamente nello stabile HG Commerciale e poi nei capannoni che verranno lasciati dagli Spazi urbani – Ma Valenzano Rossi non crede più nel dialogo
©CdT/ Chiara Zocchetti

Il destino logistico dell’autogestione, a Lugano, scorre lungo le rive del Cassarate. Vicino al fiume si trovavano le ultime due sedi del centro sociale, quella al Maglio e quella demolita al vecchio Macello, e vicino al fiume, nel cuore di Cornaredo, avrebbero potuto trovare posto anche le prossime. Usiamo il condizionale passato perché il dialogo fra gli autonomi e la Città, sentendo le parole della capodicastero Valenzano Rossi, sembra ormai compromesso.

Cosa sarebbe stato

Ma quali erano le possibili location sul tavolo? Ce n’erano due, una provvisoria e una – sempre a patto di firmare una convenzione con regole minime da rispettare – più a lungo termine. Della prima opzione avevamo già scritto più volte su queste colonne: gli stabili usati un tempo dalla HG Commerciale a Pregassona. Non si era invece mai parlato della seconda: gli attuali capannoni della Divisione Spazi Urbani in via Sonvico.

L’ipotesi di lavoro delle autorità era a tutti gli effetti un gioco a incastri nell’ambito della riqualificazione della zona a nord della città. Negli anni, lo stabile HG Commerciale era finito più volte sul tavolo del Municipio come possibile nuova sede del centro sociale (nel 2008 l’Esecutivo aveva trovato un accordo con la ditta per l’acquisto dello stesso immobile da destinare agli autogestiti, ma la proposta era naufragata). Se ne era riparlato anche lo scorso luglio. L’idea, però, si era scontrata con i futuri lavori già pianificati all’interno dell’area, come la riqualificazione del Cassarate, l’ampliamento della sede della Croce Verde e di riflesso lo spostamento del Tennis Club. Un’ipotetica nuova sede per il centro sociale, all’HG Commerciale, sarebbe quindi stata temporanea. La proposta a cui stavano lavorando gli uffici competenti (è bene sottolineare che questo disegno non era ancora abbastanza definito per essere presentato prima in Municipio e poi eventualmente in Consiglio comunale) era in soldoni questa: lasciare gli autogestiti all’HG Commerciale fino a quando non si sarebbe intervenuti nell’area e poi, eventualmente, farli traslocare dall’altra parte del fiume, dove adesso ci sono i capannoni della Divisione Spazi Urbani e l’ecocentro di Lugano.

Perché proprio in quel luogo? Iniziamo dicendo che si tratta di un terreno «di riserva» per la Città. Di sicuro gli Spazi urbani se ne andranno di là:la costruzione della loro nuova sede è già cominciata sul piano della Stampa. Un trasloco, questo, dettato già diversi anni or sono dal nuovo assetto viario immaginato dal Cantone per Cornaredo, che prevede lo spostamento più a Est (con la realizzazione di una grande rotonda sul fiume) del traffico in uscita dalla galleria Vedeggio Cassarate, «liberando» in questo modo via Sonvico. La visione del Dipartimento del territorio, tuttavia, è ancora sotto lo scacco dei ricorsi. È chiara comunque la volontà di correggere la situazione attuale prevedendo un’entrata più fluida in città.

Le due richieste respinte

La municipale e capodicastero Sicurezza e Spazi Urbani, Karin Valenzano Rossi, conferma questo ipotetico gioco di incastri, ma l’intenzione di portare avanti delle soluzioni a favore degli autogestiti è molto più debole rispetto a prima. «Lo stabile HG Commerciale poteva essere una soluzione temporanea, visto il futuro spostamento del tennis e gli interventi sul Cassarate – rileva –. Per di più anche la sede della Divisione spazi urbani dovrà traslocare, e proprio in quell’area si sarebbero potuti ricavare spazi da mettere a disposizione delle varie realtà autogestite. Il gioco d’incastri avrebbe potuto funzionare, ma dopo le ultime occupazioni, le premesse di reciproco rispetto e collaborazione non sono più date e anche il consenso politico, già molto fragile, è ormai compromesso. Vista la situazione e i recenti comunicati, l’impressione è che in realtà non ci sia affatto la volontà da parte loro di trovare una soluzione con la Città. Peccato, era giusto provarci». La municipale precisa inoltre che le due richieste avanzate dagli autogestiti per la nuova sede del centro sociale, «l’ex Spohr a Pregassona e le vecchie scuole di Viganello», non sono possibili per la Città perché «già oggetto di progetti futuri e soprattutto perché situati in pieno centro abitato». Cade a questo punto anche l’ipotesi del vecchio depuratore sul piano della Stampa (sempre a pochi metri dal fiume: e dove sennò...). Gli autogestiti hanno sempre rifiutato questa destinazione (anche perché era stata proposta per la prima volta in un momento di massima tensione, poco dopo la demolizione del centro sociale all’ex Macello) e la Città nel frattempo ha pensato di destinare il terreno ad altri scopi.

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