Sanità

La Pianificazione è pronta all'esame, ma il punto dolente resta la maternità

Scongiurati all’ultimo minuto rapporti di minoranza o emendamenti: domani la Commissione dovrebbe avallare l’atteso documento - Non ci si discosterà molto dagli indirizzi stabiliti dal Governo - Prevista l’introduzione di quote minime di mercato per l’assegnazione dei mandati
© CdT / Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
09.10.2024 06:00

È nel contesto socialmente teso segnato dall’aumento dei premi di cassa malati che il Parlamento ticinese si appresta a discutere la nuova Pianificazione ospedaliera cantonale per il periodo 2024 -2032. Domani la Commissione sanità e sicurezza sociale del Gran Consiglio dovrebbe firmare il rapporto elaborato da Matteo Quadranti (PLR), mettendo così fine a un lungo periodo di riflessioni. Il documento – che in linea generale ha incassato il sostegno trasversale dei partiti e che sarà discusso dal plenum nella prossima sessione – non si discosta molto dal messaggio governativo licenziato nel 2023, pur presentando alcuni elementi di novità che meritano di essere sottolineati.

Concentrare le prestazioni

«Il primo elemento riguarda la necessità di inserire un numero minimo di casi o una quota minima di mercato per poter ottenere determinati mandati», spiega Quadranti al CdT. Una sorta di sbarramento con l’obiettivo di concentrare l’offerta sanitaria su un minor numero di attori. «Chi non ha già o non riuscirà a raggiungere la soglia entro un paio di anni, non avrà diritto a esercitare a carico della LAMal», spiega Quadranti. Nel rapporto la Commissione si è limitata a presentare quote minime unicamente come ipotesi di lavoro, lasciando al Governo il compito di fissare l’asticella dove meglio crede. Per le cure di base, il rapporto ipotizza quote di mercato del 2%, per le prestazioni specializzate dal 2 al 5%, per le prestazioni multidisciplinari e complesse tra il 5 e il 10%. «L’idea è di concentrare i mandati dove c’è casistica e, di conseguenza, di migliorare l’efficienza delle cure», commenta ancora Quadranti. Il quale precisa: «Abbiamo proposto le quote già presenti in altri cantoni. Ora spetterà al Consiglio di Stato definire la soglia d’ingresso».

Il secondo elemento di novità rispetto alla precedente pianificazione è il fatto di aver uniformato per tutti gli attori le regole d’ingaggio per ottenere un mandato. Per la prima volta il Cantone Ticino si doterà di regole uguali per tutti. «La verifica del rispetto dei mandati si farà dunque in rapporto a un unico standard di riferimento», spiega Quadranti. I requisiti qualitativi introdotti con la pianificazione del 2015 (definiti nel cosiddetto modello di Zurigo) attualmente non si applicano a tutti gli attori, in ragione di un ricorso presentato sempre nel 2015 da alcune strutture ospedaliere al Tribunale amministrativo federale. Detto altrimenti, «oggi abbiamo strutture che fanno riferimento alla pianificazione del 2015 e altre assoggettate a quella del 2005. Il cambio di sistema – prosegue il deputato PLR – garantirà una ripartenza su basi ugualitarie». L’idea della Commissione è anche di concedere due anni di transizione per quelle strutture che, non avendo i requisiti per ottenere un mandato, hanno operato fin qui con la pianificazione più restrittiva del 2015.

Cinque possibili piste

Accanto a queste novità puntuali, il rapporto della Commissione ha pure come obiettivo principale di definire le linee strategiche entro cui dovrà muoversi la pianificazione vera e propria che culminerà con l’attribuzione dei mandati da parte del Consiglio di Stato. Sono i cosiddetti «ambiti strategici» della Pianificazione ospedaliera. Il rapporto indica cinque possibili indirizzi. Tra questi, per esempio, figura la necessità di garantire il giusto equilibrio tra prossimità e concentrazione dell’offerta. Oppure, la necessità di avere un ospedale di riferimento per la medicina acuta e specializzata. In quest’ottica, la Commissione ha sottolineato l’importanza della formazione e della ricerca. Il documento, tuttavia, non fa riferimento a un ospedale universitario, anche se – spiega Quadranti – «il tema dovrà essere affrontato durante il periodo della pianificazione per capire vantaggi e difetti di questa ipotesi, visto che in altre realtà cantonali alcuni ospedali universitari hanno riscontrato o riscontrano difficoltà».

Tornando al tema dell’adeguata distribuzione dei servizi tra prossimità e concentrazione, la Commissione è tuttavia d’accordo nel ritenere che la maggior parte dei bisogni di cura della popolazione viene garantita vicino a casa o al lavoro grazie a una capillare rete di cure primarie e alla diffusione di strutture non ospedaliere sul territorio. «Molte prestazioni stazionarie, in precedenza offerte solo in ospedale, sono ora garantite in queste strutture, anche in aree periferiche», osserva Quadranti. «Tutto ciò supporta la tesi della concentrazione dei servizi ospedalieri complessi in pochi centri specializzati».

Il compromesso

Il punto dolente del processo di concentrazione dell’offerta (su cui la Commissione ha rischiato di spaccarsi) riguarda la maternità a Mendrisio. Una parte della Commissione riteneva infatti che alcune prestazioni di base, in particolare la maternità e la pediatria, dovevano essere offerte in tutte le regioni urbane del Cantone. In extremis, i commissari hanno trovato una formula di compromesso: salvo terremoti, in Parlamento non verranno quindi discussi rapporti di minoranza o emendamenti. Detto altrimenti: la maternità a Mendrisio – nonostante una parte condividesse la spinta verso la concentrazione della casistica – è stata blindata.

Non ci sono scossoni

A questo punto, per le ragioni che possiamo immaginare, è facile concludere che l’offerta sanitaria, per questa Pianificazione, non subirà grandi scossoni. Anche l’introduzione delle quote di mercato e il numero minimo di casi non avrà un impatto sensibile sull’attribuzione dei mandati, ammette Quadranti: «Poteva essere l’occasione per un’azione più vigorosa, ma vista l’urgenza di tornare a una pianificazione uguale per tutti è stata intrapresa questa direzione». Quadranti non nasconde che in aula andrà una Pianificazione di «transizione», avendo il Parlamento già fissato alcuni decisivi paletti con l’approvazione del controprogetto all’iniziativa popolare «Per cure mediche e ospedaliere di prossimità». I margini politici per manovre economiche più incisive sono già stati in parte ridotti prima dell’esercizio stesso della Pianificazione. «In futuro sarà però inevitabile una riflessione, soprattutto considerando casi come quelli di San Gallo, della regione del Lago Lemano e, più recentemente, di Zurigo, dove alcuni ospedali sono stati chiusi per fallimento». Questo, tenendo tuttavia conto dei ristretti margini politici concessi dalla LAMal in materia di pianificazione cantonale. In termini molto semplici: quando sono presenti qualità, numero di casi e sostenibilità economica, risulta infatti impossibile per il Governo, pena la certezza di incappare in un ricorso, non assegnare un mandato.