La Posta non ha un posto: Castagnola perde l'agenzia

Castagnola non è molto fortunata con il Gigante giallo. Dopo aver perso l’ufficio postale sei anni fa nonostante la raccolta di oltre mille firme, nei giorni scorsi ha chiuso i battenti anche l’agenzia che lo sostituiva. O meglio, lo sportello che forniva il servizio all’interno del bar La Strada, che rimane aperto. «Per cinque anni - ha scritto la titolare - abbiamo fatto del nostro meglio per garantire un buon servizio a una vasta area che va da Brè fino a Gandria. Purtroppo non è più possibile lavorare con la Posta a queste condizioni: siamo costretti a prendere una strada diversa». Quali condizioni?
«Essere un’agenzia era diventato economicamente insostenibile, così ho dato la disdetta» spiega l’esercente, da noi contattata per un chiarimento. «Per i primi tre anni avevamo un’entrata fissa, poi è cambiato il contratto e ricevevamo solo una percentuale sulle operazioni effettuate», ma non è bastato. «Per questo servizio avevo dovuto assumere una persona in più...» e i costi erano maggiori dei ricavi. «Ho anche provato a chiedere un aiuto alla Città e ad accorciare gli orari, ma non c’è stato niente da fare. Mi spiace perché ci perderanno tutti gli utenti di questa parte di Lugano».
Da noi contattato, il portavoce della Posta Marco Scossa fa sapere che per ora verrà introdotto il servizio a domicilio. «È una formula attiva in diverse località: centottanta in Ticino. Praticamente il cliente può richiedere, online o grazie a una “penna per ordini”, la prestazione desiderata e svolgere la pratica postale sulla porta di casa». Per ora, dicevamo. «Nulla ci impedisce di tornare in futuro alla formula precedente, come è accaduto per esempio a Rodi-Fiesso, dove eravamo passati da un’agenzia al servizio a domicilio, per poi riavere un’agenzia grazie all’avvio di una nuova attività economica».
Sulla questione dei costi e di quanto sia conveniente, per un privato, diventare un’agenzia, Scossa tiene a chiarire un principio di fondo: «Il principio è che essere nostro partner, di per sé, non può garantire la sostenibilità finanziaria di una determinata attività commerciale». In altre parole, i ricavi ottenuti grazie alla partnership con il Gigante giallo sono da considerare un «plus». «Remuneriamo la prestazione fornita e i ricavi integrano l’attività di base. A volte il contributo è determinate, ma resta pur sempre un’integrazione». Il problema, nel caso di Castagnola, è che avere quei contributi comportava dei costi più elevati e i conti, alla fine, non quadravano.
Da notare che nel 2018, quando era stato chiuso l’ufficio postale, la PostCom, l’autorità indipendente che sorveglia il mercato postale svizzero, aveva dato un preavviso negativo sulla trasformazione in agenzia, ritenendo che i locali del bar non fossero adatti al compimento di operazioni postali e rimproverando alla Posta «una mancata assunzione di responsabilità sociale e una inadeguata informazione ai cittadini».