La Posta si sposta, il Municipio si vendica
Il Comune di Canobbio sta provando una nuova strada per impedire che la Posta tramuti la filiale locale in un’agenzia postale da insediarsi in una farmacia poco distante. Dopo i tentativi di dialogo, le proposte alternative, la petizione firmata da 1.700 persone e il ricorso infruttuoso a PostCom (la Commissione federale delle poste), il Municipio di Canobbio nelle scorse settimane ha negato la licenza edilizia comunale per l’insediamento della nuova agenzia postale nella farmacia. Una decisione che è poi stata impugnata tramite un ricorso e sulla quale ora dovrà esprimersi il Consiglio di Stato.
«Negata per evidenti motivi»
«La licenza edilizia è stata negata per evidenti motivi - ci dice il sindaco di Canobbio Roberto Lurati. - La cosa non può funzionare visto che la Posta vuole spostare questo servizio in una piccola farmacia senza neanche un minimo di parcheggio». Stando a quanto riferisce il sindaco, infatti, la Posta non sarebbe intenzionata a lasciare gli attuali parcheggi a disposizione della futura agenzia, sostenendo che vi sono sufficienti posteggi pubblici nelle vicinanze. Difficile dire se il «no» comunale sorga da una legittima preoccupazione legata al traffico oppure - dato che la decisione di sostituire la filiale non è mai stata digerita - se sia il più classico dei cavalli di Troia per mettere i bastoni fra le ruote alla Posta. Probabilmente entrambe le ipotesi sono valide: fatto sta che la decisione garantirà lo status quo ancora per qualche mese, finché non arriverà la decisione governativa, che a sua volta potrà poi nel caso essere impugnata al Tribunale amministrativo cantonale. In tutta questa querelle, il servizio postale resta garantito.
Rapporti non idilliaci
Che i rapporti fra il Municipio di Canobbio e la Posta non fossero idilliaci è cosa nota. Traspare anche dal rapporto di PostCom, che risale a fine 2020. All’origine degli screzi, se così si possono definire, ci sono due visioni radicalmente diverse del ruolo del Gigante giallo nel futuro di Canobbio. Il Municipio ha infatti argomentato che avrebbe avuto senso che la filiale venisse mantenuta e diventasse il riferimento per tutta la Collina (essendo l’ultima rimasta), la Posta ha invece ribattuto che, cifre alla mano, la frequentazione era in calo. PostCom ha infine tutelato la decisione della Posta, pur suggerendole «di non basarsi esclusivamente sul confronto dei volumi degli uffici postali per la loro distribuzione all’interno dell’agglomerato, ma di tenere conto anche di altri criteri, come i dati sulla popolazione, le dimensioni di un’area e le condizioni topografiche». Il Cantone, in tutto questo, aveva sostenuto Canobbio chiedendo «di soprassedere alla chiusura dell’ufficio postale» e tentare di trovare una soluzione alternativa che prenda in considerazione le esigenze e le aspettative della popolazione locale.
Solo parole al vento?
Per concludere, a Lurati chiediamo se la licenza negata non sia una strategia per portare di nuovo la Posta al tavolo delle discussioni: «Non c’è più spazio per l’intesa - risponde il sindaco. - L’abbiamo cercato a più riprese, ci siamo anche detti disponibili ad acquistare lo stabile in cui ha sede la filiale. Ma la Posta, dopo averci in un primo momento verbalmente detto di sì, poi ha deciso di non vendercelo. Ora vedremo cosa deciderà il Consiglio di Stato. Personalmente ritengo che un intervento sarebbe dovuto a livello politico dall’alto, affinché si eviti che la Posta si limiti a guardare una cartina per decidere cosa chiudere e cosa no. Ma temo che le mie siano solo parole al vento».
Da noi contattata riguardo a questa vicenda, la Posta ha risposto quanto segue: «Abbiamo preso atto della risoluzione municipale con la quale viene negata la licenza edilizia volta ad insediare il modulo postale all’interno dell’attività del potenziale partner di agenzia. Mentre prosegue il dialogo con le autorità comunali, stiamo valutando gli elementi alla base della decisione, con lo scopo di definire il procedere e di apportare gli eventuali correttivi necessari. Confidiamo di potere giungere ad una soluzione consensuale in accordo con le autorità che ci permetta di continuare ad offrire un servizio postale di qualità nel Comune di Canobbio».