Sotto la lente

La prestigiosa Fortezza che tutto il mondo ci invidia

Un weekend coi fiocchi, da capitale UNESCO della Svizzera, per Bellinzona - È l’occasione per soffermarsi sull’importanza del marchio ottenuto dai tre castelli nel 2000 - Juri Clericetti: «Il label a livello turistico da solo non basta, vanno organizzate attività e mostre»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
14.06.2021 06:00

Il primo passo nella giusta direzione. Che è quella che porterà, entro il 2024-2025, alla valorizzazione dei manieri cittadini con un investimento che si aggira attorno ai 14 milioni di franchi. Ops, scusate: della Fortezza di Bellinzona, come viene oggi chiamata. E non è stata nemmeno casuale la scelta di sabato per l’inaugurazione del percorso espositivo dedicato all’archeologia al castello di Montebello. Il weekend che ci siamo appena lasciati alle spalle, infatti, sono andate in scena le «Giornate del patrimonio mondiale» che hanno avuto la Turrita quale epicentro per quanto riguarda i beni UNESCO a livello svizzero.

Un onore ma anche un onere

Un onore per la capitale ticinese potersi fregiare, da poco più di due decenni, di questo celebre riconoscimento. Ma anche un onere. «Il marchio UNESCO da solo non basta e non è sufficientemente accattivante per fidelizzare gli ospiti e i turisti e attrarne di nuovi. Per far questo occorre dar vita e dinamicità ai manieri organizzando mostre e attività collaterali. Ne sono un esempio quelle promosse dalla Città in collaborazione con l’OTR o da associazioni attive sul territorio che propongono manifestazioni di richiamo quali Castle On Air e Open Air Cinema al Castelgrande», esordisce il direttore di Bellinzonese e Alto Ticino Turismo Juri Clericetti. Secondo il quale per far sì che il prestigioso label sia un’opportunità per i fortilizi è «importante trovare l’equilibrio tra il conservatorismo implicito nelle condizioni del marchio stesso e la commercializzazione che tende a proporli come attrattore turistico. Va individuata la giusta alchimia per poter avvicinare i turisti ai castelli senza sfruttarli in modo esagerato col rischio di deturpare il patrimonio».

Il complesso difensivo

Nel fine-settimana Bellinzona da capitale cantonale si è trasformata addirittura in capoluogo UNESCO dell’intera Confederazione. Per la quinta edizione delle «Giornate del patrimonio mondiale» (svoltesi pure in forma ibrida, attraverso dei collegamenti streaming) la Turrita è stata scelta quale fulcro dei festeggiamenti. Porte aperte, visite guidate, la presenza al mercato dei rappresentanti dell’evento. Insomma, una vetrina di tutto rispetto per la Città. «Mi preme sottolineare, in particolare, l’organizzazione di attività speciali che hanno portato i partecipanti a scoprire l’intera Fortezza, in quanto testimonianza di un complesso difensivo voluto dal Ducato di Milano per sbarrare la strada ai confederati. La Fortezza, dunque, è testimonianza dell’arte militare medievale ed è proprio questa sua unicità che è stata riconosciuta dall’UNESCO il 30 novembre 2000».

Fra reperti ed animazioni

Non ci poteva essere debutto migliore per il percorso archeologico del Montebello. I veli sono stati tolti l’altroieri dal sindaco Mario Branda, dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, dalla capo Ufficio dei beni culturali Simonetta Biaggio-Simona, dal presidente dell’OTR Luca Bianchetti e dalla presidente di World Heritage Experience Switzerland Nadia Fontana-Lupi. Un concetto espositivo innovativo e divulgativo, curato dall’Ufficio dei beni culturali, che si contraddistingue per due tronconi ben definiti.

Il primo, al Palazzetto, è incentrato sulla storia del maniero: dall’edificazione al restauro passando per la ricostruzione all’inizio del Novecento. Si possono ammirare filmati, documenti, illustrazioni. Nella torre del castello, invece, spazio alla mostra vera e propria. Con tanto di reperti, animazioni grafiche e riproduzioni si ripercorrono, dall’Età della pietra alla romanità, le tappe salienti che hanno segnato la storia dell’umanità, approfondendo altresì alcune tematiche chiave. Da notare che è a disposizione, per smartphone, un’app in quattro lingue che fa da fil rouge alla novità del fortilizio di mezzo.

Patrimonio da valorizzare

Il concetto chiave che contraddistingue il progetto di valorizzazione dei castelli cittadini è quello della Fortezza. Un complesso unitario, insomma. E ogni maniero avrà un’identità propria: il Castelgrande farà rivivere la storia, il Sasso Corbaro il territorio ed il Montebello sarà per le famiglie. La fase di pianificazione durerà 18 mesi. Poi si procederà con quella realizzativa che dovrebbe durare almeno 3 anni. L’investimento complessivo dovrebbe aggirarsi sui 14 milioni di franchi. L’obiettivo è quello di arrivare a 150.000-200.000 visitatori annui (oggi sono 100.000).