La prostituzione negli hotel e al domicilio dei clienti non è illegale

«Non è illegale». Il giudice della Pretura penale Marco Kraushaar ha probabilmente messo fine (salvo ricorsi da parte dell’accusa) alla diatriba giuridica in atto in Ticino da alcuni mesi, riguardante l’illegalità della prostituzione al domicilio dei clienti o negli hotel (che in gergo si chiama outcall).
Negli ultimi mesi TESEU (la sezione della polizia cantonale che si occupa della lotta al traffico di esseri umani) aveva denunciato diverse ragazze, accusate appunto di essersi recate al domicilio dei clienti. Stando agli agenti - ma in questo caso anche stando al procuratore pubblico Nicola Respini, che ha firmato il decreto d’accusa - questo tipo di pratica violava la nuova legge sulla prostituzione, che impone di esercitare la professione più vecchia del mondo unicamente nei locali a luci rosse autorizzati o negli appartamenti (affittati dalle prostitute) notificati alle autorità.
Una lettura e una valutazione della legge - quella di TESEU - giudicata perlomeno controversa da più parti e che il giudice Kraushaar ieri ha confermato essere sbagliata. «La legge non si occupa di questo aspetto. Un appartamento privato non è un luogo in cui la prostituzione viene esercitata con frequenza. E lo stesso discorso vale per gli hotel. Ospitare una prostituta a casa propria non comporta disagi al vicinato, o un degrado».
Il giudice ha dunque deciso di prosciogliere da ogni accusa le due giovani donne, che in aula erano difese dall’avvocato Ignazio Maria Clemente.