«La ragazza era palesemente ubriaca e lui ne ha approfittato»

«Ha agito in maniera abietta». Con queste parole il giudice Amos Pagnamenta ha condannato oggi a Lugano il dominicano a processo con l’accusa di aver approfittato sessualmente di una giovane, allora sulla ventina, nel gennaio del 2015 in una discoteca a Castione. Gli sono stati inflitti 34 mesi di detenzione, di cui 22 sospesi per un periodo di prova di 4 anni. Da scontare in carcere, dunque, avrà «solo» un anno.
Secondo il giudice l’uomo, che oggi ha superato i 30 anni, in quel convulso venerdì notte nel bagno del locale ha avuto un rapporto con la ragazza che palesemente era in uno stato pietoso a causa dell’alcol ingerito e dell’erba fumata, ed era quindi incapace di capire cosa stesse accadendo. Era apparsa palesemente ubriaca già all’arrivo nel locale, secondo alcune testimonianze, e ciò non poteva che essere evidente all’imputato. Tra le altre cose, il presidente della Corte delle Assise criminali ha pure messo in evidenza come la vittima si sia dimostrata credibile nel suo racconto di quel che poco che ricordava dei fatti, mentre l’imputato avrebbe ripetutamente mentito, fornendo versioni discordanti che alla fine non hanno potuto che contribuire a incastrarlo. La sua colpa è stata definita grave, avendo approfittato di una giovane impossibilitata a reagire. A suo sfavore depone anche il comportamento successivo ai fatti, quando ha nuovamente commesso reati per cui sono aperti altri incarti.
Impianto accusatorio confermato
Confermato dunque l’impianto accusatorio del procuratore pubblico Moreno Capella che in mattinata aveva chiesto 3 anni e 10 mesi di carcere senza condizionale anche per altri reati «minori» indagati, mentre la difesa aveva sollecitato il proscioglimento secondo il principio «in dubio pro reo». Un suo ricorso in appello è possibile.
