La RSI «spegne» l'antenna Swisscom, e Comano resta senza campo
Quanto stiamo per scrivere può sembrare anacronistico e ha per certi versi dell’incredibile, ma da metà ottobre circa il 60% dei clienti di Comano di Swisscom nonché l’area più a nord di Porza e l’area a sud di Cureglia, non potrà più effettuare chiamate in casa propria con il telefonino e non potrà più utilizzare traffico dati su dispositivi mobili oppure solo a velocità limitata. Unica salvezza: ricorrere al Wi-Fi. È una situazione che potrebbe perdurare un paio d’anni almeno e che è causata dalla dismissione a fine anno dell’antenna Swisscom sita sul tetto della RSI. Swisscom, «nonostante il grande impegno», non è a oggi riuscita a trovare un sito sostitutivo.
Come ci siamo arrivati
Centinaia di persone rischiano dunque di perdere il segnale (all’aperto dovrebbe andare leggermente meglio e dovrebbe quantomeno essere possibile chiamare) e lo hanno appreso da Swisscom stessa negli scorsi giorni, tramite una lettera in cui viene messo nero su bianco che «verrà dismesso il servizio di rete mobile nell’area di via Cureglia a Comano: il motivo è legato a una disdetta ordinaria da parte del proprietario fondiario».
L’antenna in questione era stata attivata nel 2014 e sin dall’inizio aveva trovato diversi oppositori: il gruppo Cittadini di Comano/Cureglia aveva raccolto oltre 1.100 firme in una petizione per chiederne lo smantellamento. Cosa che, in sostanza, ora hanno ottenuto. La RSI, a cui ci siamo rivolti per avere informazioni al riguardo, ci ha comunicato in una presa di posizione di aver inviato già nel 2017 una disdetta cautelativa a Swisscom per fine 2023 in seguito anche alle richieste avanzate dai Cittadini. In seguito, continua la nota, «Nel 2020 i tre operatori telefonici Swisscom, Salt e Sunrise hanno presentato a SSR/RSI un progetto di condivisione di ripetitore a Comano e richiesto la disponibilità della SSR/RSI per identificare un terreno idoneo per la posa della nuova antenna, più lontano dai centri abitati. Nel 2021 la SSR/RSI ha organizzato un sopralluogo e confermato la propria disponibilità per la concessione della superficie necessaria, subordinata però ad un accordo tra tutti gli attori coinvolti: Comune, comunità, Gruppo Cittadini Comano e Cureglia e operatori telefonici. La SSR/RSI conferma che è tutt’oggi a disposizione sempre alle stesse condizioni».
Un accordo non è dunque stato raggiunto, e il risultato è il previsto disservizio a cui andranno incontro gli utenti Swisscom a breve. Diversi di loro hanno già provato a rivolgersi al Comune di Comano, che però poco può fare in questa situazione. Il Consiglio comunale questa estate ha approvato una variante di Piano regolatore per la posa di antenne telefoniche che prevede il cosiddetto modello a cascata, ma essa deve ancora essere verificata dai servizi cantonali competenti e crescere in giudicato. In ogni caso, Swisscom nella lettera specifica che «per esperienza» l’iter dalla domanda di costruzione all’entrata in funzione di una nuova antenna richiede circa due anni.
«Non facciamone un dramma»
Questo il motivo per cui la soluzione non è dietro l’angolo, anche se è previsto fra qualche giorno un nuovo incontro fra le parti, come ci riferisce Swisscom. La stessa, da noi sollecitata afferma che la perdita dell’antenna «in realtà è un problema generale poiché non ce ne sono altre in quella zona specifica e l’unica antenna attiva a Comano è l’antenna di Sunrise UPC, ma troppo piccola per coprire tutto il Comune».
L’antenna era stata messa in funzione in quanto ritenuta necessaria per gestire la crescente mole di traffico dati, dato che non era più possibile ampliare quelle esistenti. Il gruppo Cittadini l’aveva contestata perché troppo potente e troppo vicina all’abitato, nonché per le modalità a loro dire fuorvianti con cui era stata realizzata. Il loro presidente Roberto Wettstein, da noi raggiunto, ricorda che il gruppo ha dato priorità alla salute dei cittadini e fatto proposte alternative (nel parcheggio di fronte alla RSI o sul «camino» della Vedeggio-Cassarate) che Swisscom non avrebbe accettato perché «chiedevamo la posa di antenne meno potenti e non ha voluto creare un precedente». Quanto ai toni della lettera inviata da Swisscom, Wettstein non li condivide, ritenendoli eccessivamente allarmistici: «Non viene a mancare l’ossigeno, non facciamone un dramma. Servono buonsenso e ritorno alla natura. E per chi non riesce proprio a fare a meno del telefonino c’è il Wi-Fi in casa».