Bellinzona

La SPAB ha fame di spazi

La Società protezione animali sta valutando la realizzazione di un complesso multifunzionale accanto al rifugio di Gorduno-Gnosca - Lo stabile sostituirebbe le strutture del Vallone
Emanuele Besomi al momento dell'inaugurazione del rinnovato rifugio di Gorduno-Gnosca. © CDT/Chiara Zocchetti
Red. Bellinzona
18.03.2025 12:00

La ricerca di un guardiano per animali professionista da affiancare ai numerosi volontari, la creazione di un Ente unico di soccorso per gli animali ed alcuni progetti edilizi che si stagliano all’orizzonte. Questi i temi trattati dal presidente Emanuele Besomi (giunto all’undicesimo anno alla testa della società), durante l’assemblea della Società protezione animali di Bellinzona (SPAB) svoltasi sabato all’albergo Unione. Oltre un’ottantina i soci presenti che hanno avallato tutti temi all’ordine del giorno, conti compresi. A dirigere i lavori l’ex municipale di Bellinzona Filippo Gianoni. Presenti anche i consiglieri di Stato Christian Vitta e Raffaele De Rosa, nonché il municipale di Bellinzona Vito Lo Russo. Come accennato, Besomi ha ripercorso l’iter per la ricerca di un guardiano per animali professionista da affiancare ai numerosi volontari della SPAB. Durante la ricerca la SPAB si è però resa conto di due cose fondamentali: la carenza di personale qualificato in questo ramo in Ticino e la mancanza di una formazione specifica nell’interventistica di soccorso.

C'è l'abilitazione alla formazione di apprendisti

«Abbiamo quindi deciso di preparare la SPAB - ha affermato il presidente - ad un ulteriore passo importante: quello della formazione di apprendisti. Grazie alle competenze sugli animali, alla grande esperienza di gestione di un rifugio e, non da ultimo, alla disponibilità personale, Betty Agustoni ha quindi conseguito l’abilitazione cantonale alla formazione di apprendisti». La ricerca di un collaboratore professionista non si è comunque fermata. «A dicembre – ha ricordato Emanuele Besomi - una presentazione spontanea ha permesso di trovare, finalmente, una candidata con formazione di guardiana d’animali, che sarà operativa da giugno 2025».

Si va verso l'ente unico di soccorso, 

Il secondo importante tema su cui si è soffermato il presidente è quello che riguarda la creazione di un Ente unico di soccorso per gli animali. A questo proposito Besomi ha affermato che «nel corso del 2024 lo specifico gruppo di lavoro ha consegnato il suo rapporto finale al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, ha licenziato un messaggio all’indirizzo del Gran Consiglio che sarà chiamato, si spera nel corso di quest’anno, ad approvare importanti modifiche che permetteranno un soccorso professionale agli animali e una migliore stabilità economica alle Società protezione animali ticinesi, riconosciute tali dalle autorità cantonali. Non da ultimo Besomi ha ricordato anche alcuni progetti edilizi che faranno parte del futuro della SPAB. In questo senso, dopo i recenti miglioramenti apportati alle strutture del rifugio di Gorduno-Gnosca, la SPAB sta valutando la realizzazione, a medio termine, di un nuovo stabile multifunzionale che dovrebbe sorgere a pochi metri dall’attuale rifugio. Uno stabile che andrà a sostituire i vecchi spazi occupati attualmente dalla società a Bellinzona e che sono, ormai da tempo, oggetto di studio per una riqualificazione urbanistica della zona di via Vallone a Bellinzona.

Una nuova struttura per ospitare attrezzature, veicoli, materiali e mangimi

«Il nuovo manufatto, permetterà di soddisfare sia la mancanza di spazi per le attrezzature ed i veicoli, sia per permettere lo stoccaggio di materiale e mangimi. Non solo però: memori da quanto accaduto nell’estate scorsa in Mesolcina ed in Valle Maggia, la SPAB vuole poter disporre in futuro di un luogo coperto dove poter ospitare, in caso di eventi estremi, animali da reddito e/o domestici per brevi periodi». Ottima come sempre la collaborazione (anche con le polizie cantonale, comunali e con i corpi pompieri) con l’Ufficio del veterinario cantonale che ha permesso «di risolvere diversi casi di detenzione illegale, maltrattamenti, incapacità gestionale. Ha inoltre portato al rifugio 23 cani posti sotto sequestro che in totale hanno cumulato oltre 1.300 giorni di occupazione della struttura con le conseguenti problematiche logistiche e gestionali da parte dei volontari che hanno comunque svolto un lavoro ineccepibile».