La stretta del Ticino sulle sigarette elettroniche

Divieto di vendita ai minorenni di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, così come quello di utilizzo, per tutti, negli spazi chiusi, ossia in bar, ristoranti e negozi o sul posto di lavoro se presente più di una persona. Come già accaduto quindici anni fa con lo stop al fumo delle sigarette tradizionali negli spazi pubblici (allora fu una prima nazionale) il Ticino brucia le tappe e anticipa un giro di vite che prossimamente – si ipotizza nel 2023 – verrà deciso anche a livello federale
Su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), il Consiglio di Stato ha approvato un messaggio che, di fatto, parifica le sigarette elettroniche a quella tradizionali. Le necessarie modifiche alla Legge sanitaria, che verranno ora sottoposte al Parlamento, sono state presentate martedì a Bellinzona in occasione del World No Tobacco Day.
Il principio di precauzione
Ma che cosa ha spinto il Ticino a compiere questo passo? Innanzitutto, ha precisato il medico capo del Servizio di promozione valutazione sanitaria, Martine Bouvier Gallacchi, «è stato applicato il principio di precauzione a tutela della salute dei non fumatori, che rappresentano la maggioranza della popolazione ticinese», così come degli stessi fumatori, soprattutto dei più giovani. E questo perché, ha aggiunto, mancano dati scientifici indipendenti che possano confermare la ridotta nocività di e-cig e affini – o meglio, dei loro prodotti – rispetto alle sigarette tradizionali. «La sigaretta elettronica mantiene la dipendenza da nicotina e produce derivati irritanti e potenzialmente nocivi per i polmoni», ha proseguito Bouvier Gallacchi. «E non va dimenticato che gli effetti nocivi a medio-lungo termine non sono ancora noti».
Di qui, dunque, la necessità di adeguare un quadro normativo che il direttore del DSS, Raffaele De Rosa ha indicato come «non più al passo con i tempi». La legge attuale, ha ricordato il consigliere di Stato, «“ignora” la sigaretta elettronica e i prodotti affini». Un po’ un controsenso se si considera che «il Ticino è all’avanguardia nella lotta al fumo».
Va ricordato che oltre alle sigarette elettroniche, in commercio ci sono pure nuovi prodotti che contengono tabacco. In questi dispositivi il tabacco non viene bruciato a 600-900 gradi come nelle sigarette tradizionali ma, a seconda del prodotto, viene riscaldato a una temperatura fra i 30 e i 350 gradi con il risultato di non provocare alcuna combustione. Un aspetto, questo, che accomuna le e-cig e i prodotti a tabacco riscaldato. Per il Governo, dunque, il criterio della «combustione» risulta «ormai sorpassato, con la conseguenza che la norma in vigore non protegge adeguatamente l’essere umano contro gli effetti nocivi derivanti dal consumo di prodotti del tabacco e dall’utilizzo di sigarette elettroniche». Con la modifica legislativa si elimina dunque il termine «combustione» e si estende la regolamentazione anche ai dispositivi, con e senza tabacco, per l’inalazione.
Un mercato che preoccupa
A preoccupare le autorità c’è dunque anche un mercato sempre più dinamico e che strizza l’occhio in particolare ai più giovani. Sia Bouvier Gallacchi sia De Rosa hanno infatti ricordato che molti messaggi, veicolati soprattutto online, si rivolgono proprio ai ragazzi. Secondo il Consiglio di Stato , «questa evoluzione desta una certa preoccupazione, anche perché dopo anni di campagne che hanno permesso con un discreto successo di denormalizzare il tabagismo, l’arrivo sul mercato di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, e le relative campagne di marketing, reintroducono nuove modalità di consumo e nuove abitudini».
Un aspetto, questo, che acquista ancora più rilevanza se si considera che in Ticino il 43,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni fuma. «Occorre evitare che le nuove mode mandino... in fumo quanto fatto finora a livello di tutela della salute pubblica», ha affermato il direttore del DSS. Un altro rischio delle e-cig, è stato ribadito sia in conferenza stampa sia nello stesso messaggio governativo, è che il loro utilizzo, in particolare da parte dei giovani, «rinormalizzi proprio l’atto di fumare e faciliti il passaggio alla sigaretta tradizionale». A questo proposito, «gli avvisi degli specialisti divergono, come pure i risultati degli studi epidemiologici. Al contempo vi sono scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare. In assenza di solide evidenze scientifiche, a tutela della salute giovanile deve prevalere il principio di precauzione».