La SUPSI all'ex Pestalozzi: chi brinda e chi si arrabbia
Alla stazione di Lugano, dove oggi sorge l’ormai ex posteggio Pestalozzi (chiuso a inizio gennaio), potrebbe vedere un giorno la luce la SUPSI. La notizia - che circolava da un po’ - ci è stata confermata ieri ed è abbastanza clamorosa anche perché lascia di stucco («il concetto giusto è "di sale"», ci dice il sindaco Giovanni Bruchetti) i vicini di Massagno, visto che, finora, non ne sapevano nulla e, soprattutto, visto che da quasi vent’anni puntano a veder realizzata la SUPSI secondo una variante di recente allestimento con la Città, sui terreni a nord della stazione e quelli ricavati dal recupero della trincea ferroviaria.
Il doppio progetto
Ma andiamo con ordine. Da diversi anni la SUPSI è al lavoro per realizzare un nuovo campus nell’area della Stazione FFS. Come noto la Scuola universitaria professionale ha in previsione di realizzare nell’area Nord (dove ci sono i posteggi delle FFS, vicino per intenderci a dove un tempo sorgeva la Latteria) un grande complesso scolastico in cui trasferire il Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale, oggi a Manno. In un secondo tempo (così si legge ancora oggi sul sito della SUPSI), come successiva fase di sviluppo era in prevista la creazione di un nuovo blocco scolastico, a Massagno, proprio sulla trincea. Trincea che, a cavallo di Massagno e Lugano, una volta coperta determinerebbe appunto un grande parco e sarebbe in grado di «ricucire» urbanisticamente Massagno e Besso, oggi tagliate in due dai binari. Ora però i piani sembrano essere cambiati. Per quanto riguarda la tappa 2 la SUPSI potrebbe optare per una nuova costruzione da realizzare appunto all’ex Pestalozzi. «Tra qualche settimana - conferma la capodicastero immobili Cristina Zanini Barzaghi - la Città potrebbe lanciare un concorso di progettazione». All’ex Pestalozzi infatti Città e Cantone prevedono la creazione del futuro Terminal degli autobus, con anche un autosilo sotterraneo. Ma per progettare queste due opere occorre già oggi avere un’idea di cosa potrà venir realizzato «fuori terra». Ed ecco appunto l’opportunità di realizzare un nuovo immobile che ospiti la SUPSI.
«Arriveranno 2.000 persone»
Questo perché la struttura prevista nell’area Nord della Stazione, come ci ha spiegato il direttore della SUPSI Franco Gervasoni, quasi certamente non basterà ad ospitare tutti gli allievi e i docenti (si parla di più di 2.000 persone) previsti nel futuro campus. «Siamo dunque felici che la Città di Lugano ci abbia coinvolto in questo progetto e ci abbia offerto questa possibilità». Questo significa che l’idea, in futuro, di realizzare il campus anche sul terreno della trincea finirà in un cassetto? «Si tratta di un progetto che rimane attivo, ma più a lungo termine. Abbiamo del resto sempre detto che, in una prima fase, l’intenzione era di arrivare in stazione». La SUPSI ritiene dunque probabilmente più concreta, a livello realizzativo, l’offerta rappresentata dall’ex Pestalozzi piuttosto che quella della Trincea (che non viene comunque ancora scartata e che potrebbe venir realizzata più tardi).
«L’ho scoperto da voi»
Ma è una notizia che, come detto, ha reso «attonito» il sindaco di Massagno Giovanni Bruschetti. Perché, dicevamo prima, il suo Comune, insieme alla Città di Lugano, da 18 anni è al lavoro per realizzare la Trincea. Ma anche perché Massagno e Lugano, parti integranti di un unico polo urbano, sono da anni assieme al lavoro - proprio nell’area della stazione – sulle logiche della pianificazione intercomunale. Ultimo in ordine di tempo il mandato di studio in parallelo «Porta Ovest», organizzato da Massagno, d’intesa con Lugano e Savosa. «Che ci sia pronto un concorso di progettazione - spiega Bruschetti - lo vengo a scoprire da voi. E se non fosse che qualche voce mi era già giunta, mi verrebbe da pensare a uno sgradevole pesce d’aprile fatto con un giorno d’anticipo. Nessuno ci ha fatto sapere nulla. E questo, da due partner istituzionali con cui abbiamo rapporti così intensi e da così tanto tempo, proprio non me l’aspettavo. Soprattutto dalla Città di Lugano che, nelle occasioni pubbliche e ancora recentemente, continua a parlare di collaborazione e dell’importanza del dialogo con i vicini ma poi, soprattutto in un momento epocale come questo (caratterizzato dal Piano direttore comunale), non ci interpella». Ma, secondo Bruschetti, c’è di più. «Non ci interpella oltretutto su un progetto che ci riguarda direttamente visto che si tratta di dare un nuovo volto alla Città Alta, di cui sembreremmo essere “parte integrante della costellazione” secondo il PdCom dell’architetto Viganò. Come per il Polo Sportivo e degli eventi, e mi scuso per lo sfogo, ancora una volta fanno tutto da soli e poi ci mandano fatture e ci chiedono i finanziamenti.
«Quel pasticciaccio brutto»
«Non posso che, meravigliato, scuotere la testa», continua il sindaco di Massagno. «E con grandissima preoccupazione guardare all’approvazione della variante intercomunale ora al vaglio del Consiglio di Stato in cui, in maniera esplicita, sono state individuate le aree destinate di attrezzature ed interesse pubblico alla SUPSI per la sua prima e per la sua seconda tappa. Tutto a un tratto ora si improvvisa, pianificatoriamente parlando, una sua estensione su un’area che non è prevista essere attrezzatura pubblica, ma genericamente a destinazione amministrativa. E l’improvvisatore di turno è nientemeno che uno dei due enti pianificanti della variante su cui ha lavorato per quasi un ventennio per raggiungere il consenso del suo Consiglio Comunale. Spero che a Lugano si rendano conto di quello che, oltretutto per moto proprio e senza alcun preavviso di merito nei nostri confronti, stanno rischiando di metterein piedi (ma sarebbe meglio dire buttare letteralmente all’aria... ). Magari facendo il gioco di quelle voci che, tempo fa, davano la SUPSI a Bellinzona, nel quartiere Officine».
Bruschetti conclude parafrasando la celebre frase di Carlo Emilio Gadda. «Un ulteriore, ma speriamo ancora evitabile, pasticciaccio brutto di piazza della Riforma».