Stazione

«La SUPSI crede ancora nel progetto della trincea»

Alberto Petruzzella, presidente della Scuola universitaria professionale, conferma che l’idea di portare l’istituto anche all’ex Pestalozzi non comprometterà futuri sviluppi nell’area – Pace fatta tra Massagno e Lugano
L’area della trincea ferroviaria potrebbe venir coperta e diventare un parco. © CdT/Gabriele Putzu
John Robbiani
31.03.2022 06:00

Pace fatta. Allarme rientrato. Anche se i telefonini dei municipali di Lugano, dei vertici della SUPSI e del sindaco di Massagno hanno squillato quasi ininterrottamente per tutto il giorno. La conclusione è racchiusa in questa dichiarazione che ci ha rilasciato il presidente della SUPSI Alberto Petruzzella: «Continuiamo a ritenere interessante a medio termine il progetto di realizzare un campus sopra la trincea».

Le rassicurazioni

Ma facciamo un passo indietro. Nell’edizione di ieri abbiamo anticipato la volontà della SUPSI di insediarsi - oltre che nel campus previsto nell’area Nord della stazione di Lugano (sui posteggi FFS vicini a dove un tempo sorgeva la Latteria) - anche in uno stabile che sorgerà al posto dell’ormai dismesso posteggio ex Pestalozzi (dall’altra parte dei binari). La notizia ha immediatamente acceso le preoccupazioni del sindaco di Massagno Giovanni Bruschetti che, dicendosi ignaro di simili scenari («annunciati a breve termine e senza nessun preavviso»), ha intravisto nell’ipotesi ex Pestalozzi il rischio di vanificare il lungo lavoro di pianificazione rappresentato dalla variante intercomunale che Massagno e Lugano hanno sviluppato insieme in questi ultimi 18 anni. Variante al vaglio del Consiglio di Stato e comprendente una prima fase della SUPSI sull’area dei posteggi adiacente l’ex Latteria e una seconda sui terreni recuperati con la copertura della trincea ferroviaria a cavallo tra Massagno e Besso.

«Timori - spiega ora Bruschetti - fondati essenzialmente sulla notizia di un’imminente, e soprattutto non annunciata da Lugano e da SUPSI che ne sembravano essere i promotori, pubblicazione di un concorso d’architettura per la nuova sede all’ex Pestalozzi». «Di tale situazione sono venuto a conoscenza tramite voi (del CdT, n.d.r.) e la notizia vi era stata confermata da un municipale di Lugano (Cristina Zanini Barzaghi, n.d.r.) e dal direttore della SUPSI Franco Gervasoni: figure autorevoli e di riferimento per quello che attiene le procedure di progettazione del comparto Stazione. Non dei “Gigi di Viganello” qualsiasi. Da qui la mia grande sorpresa e preoccupazione per la variante intercomunale che non prevede questa soluzione, con la possibile messa in discussione soprattutto della seconda fase della SUPSI, con evidenti possibili ripercussioni sul futuro recupero territoriale sopra gli attuali binari che, ricordo, corrisponderebbe a 16.000 metri quadrati di aree pubbliche in piena zona residenziale». Ora però anche Petruzzella ribadisce che non si vuole rinunciare al futuro insediamento sulla trincea e il sindaco di Massagno può dunque ritenersi soddisfatto. «Se Michele Foletti e Petruzzella confermano che la SUPSI, per quello che attiene alla sua seconda fase prevista sulla trincea, non viene messa in discussione da queste ipotesi dell’ultima ora, le mie preoccupazioni rientrano. E il recupero del grande parco della trincea trova ulteriore e generale conferma da parte di tutti gli enti interessati. Bene per il futuro di un’area strategica di primaria importante della Città Alta tra Massagno e Lugano, che riceve ora un’ulteriore spinta di consolidamento».

«Non vogliamo rinunciare»

Anche il sindaco di Lugano Michele Foletti conferma che Città e SUPSI non hanno intenzione di rinunciare alla trincea. «Si è trattato molto probabilmente di un misunderstanding. È andata così: il progetto iniziale che prevede il campus SUPSI alla stazione (alla Latteria) resta, ma nel corso degli anni le volumetrie dell’edificio sono state ridotte a causa di diversi motivi». È per esempio stato chiesto un arretramentorispetto ai binari, e si vorrebbe realizzare una corsia dei bus. «Dunque - continua Foletti - ci si è accorti che gli spazi non sarebbero stati sufficienti alle necessità della SUPSI. Proprio per questo è stata immaginata la possibilità di affidare alla scuola gli spazi che verranno costruiti dove c’è l’ex Pestalozzi». Il campus in questa prima fase verrebbe dunque «splittato» in due (alla Latteria e all’ex Pestalozzi), ma questo non avrebbe ripercussioni sul futuro progetto di ampliamento sul parco della trincea. «Capisco che il sindaco di Massagno sia rimasto infastidito dalla comunicazione estemporanea, con un’impostazione peraltro non corretta - ci ha fatto sapere la capodicastero Spazi urbani Karin Valenzano Rossi - e ne sono dispiaciuta. Non era infatti la comunicazione istituzionale che la Città intendeva avere con Massagno. Peccato assistere a queste uscite disarticolate. Confermo che per quanto noto al Municipio, SUPSI non intende rinunciare all’idea della trincea, e lo stesso vale per Lugano. Condivido anche, soprattutto da parte di Massagno, una certa amarezza in merito ai tempi di realizzazione di progetti come questo». Se ne parla in effetti da 18 anni. «Però sono anche convinta - conferma Valenzano Rossi - che favorire già oggi alla SUPSI di svilupparsi nel comparto della stazione di Lugano farà sì che l’importanza del comparto si consolidi e quindi renda ancora più interessante un ulteriore sviluppo quando si potrà realizzare la trincea».

Mendrisio e Viganello

Ma torniamo, appunto, a parlare del progetto dell’ex Pestalozzi. «Per vedere realizzati i campus di Lugano-Viganello e Mendrisio - spiega Petruzzella - i tempi sono stati così lunghi che, dalla progettazione all’inaugurazione, ci siamo trovati a non avere spazi sufficienti visto che nel frattempo la SUPSI era cresciuta. Anche a Lugano-Stazione sta succedendo la stessa cosa. Già oggi sappiamo che lo stabile che costruiremo non basterà. Abbiamo dunque colto la possibilità offerta dalla Città di Lugano, che ci permetterebbe di completare il campus». Anche secondo Petruzzella, appunto, questa soluzione non comprometterà l’ipotesi trincea. «Semplicemente le due opere previste in questa prima fase possono combaciare anche a livello di tempistiche, mentre per la trincea ci vorrà più tempo».