La Svizzera è sempre più una terra di terremoti

In Svizzera, dal 1. gennaio a oggi, si sono verificati 529 terremoti. L’ultimo avvertito dalla popolazione, lo scorso 26 marzo, a Sion. La magnitudo? Appena 2.4, tant’è che il Servizio sismico svizzero (SED) sul suo portale scrive che la scossa è stata «leggermente percepita». Poco importa: anche il nostro Paese è attraversato da un’intensa attività. Ogni giorno i sismografi registrano dai tre ai quattro terremoti in media. Nella maggior parte dei casi, nemmeno ce ne accorgiamo. Nulla a che vedere con quanto accaduto in Myanmar e in Thailandia, insomma, ma i dati – a loro modo – impressionano. A maggior ragione se pensiamo che, il 18 ottobre del 1356, attorno alle dieci di sera e dopo una prima scossa premonitrice, Basilea venne colpita da una scossa di magnitudo 6.6. Come spiega proprio il Servizio sismico svizzero, «numerose case crollarono causando in molte zone della città incendi che durarono a lungo (a causa dei tetti di paglia e scandole così come della presenza di focolai e forni all’aperto)». E ancora: «Considerando l’intensità e il potere distruttivo del terremoto, ci furono relativamente poche vittime perché molte persone avevano già abbandonato le loro case dopo la scossa premonitrice». Per fortuna. I terremoti che si verificano in Svizzera, principalmente, sono il risultato della collisione tra la placca litosferica europea e quella africana.
I dati del 2024
Dicevamo dell’attività: il 2024, per il nostro Paese, è stato un anno record con oltre 2.300 terremoti registrati entro i nostri confini e nelle regioni confinanti. Il precedente primato, 1.660 terremoti nel 2019, è stato superato. Di netto. «I motivi del record – scrive il SED – sono numerosi e non ancora del tutto chiariti. Oltre alle sequenze sismiche attive, a una fitta rete di rilevamento e a metodi di valutazione migliorati, potrebbero aver inciso anche fattori esterni come lo scioglimento dei ghiacciai in alta montagna o le violente precipitazioni all’inizio dell’estate».
Non solo, ad aumentare sono stati anche i terremoti «forti»: 47 dei 2.300 sismi registrati, ribadisce il Servizio, «hanno raggiunto una magnitudo pari o superiore a 2.5 e due di essi hanno superato la quota 4.0. Il terremoto più forte, di magnitudo 4.4, si è verificato il 4 giugno nell’alta valle della Sihl (Svitto)». La Svizzera, dunque, è sempre più una terra di terremoti. «Nel 2024, il Servizio sismico svizzero ha registrato un numero di terremoti senza precedenti dall’inizio delle misurazioni strumentali. Alla quantità straordinariamente elevata di scosse registrate quest’anno hanno contribuito in particolare diverse sequenze sismiche. Nelle sole Alpi italo-francesi, nei pressi delle Grandes Jorasses, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera sono stati registrati ben 370 sismi. È proseguita l’attività delle sequenze di Réclère nel Giura e di Lenk (Berna), oltre a quelle delle zone di confine con la Svizzera a Mulhouse (Francia), Sierentz (Francia) e Singen (Germania)».
I terremoti, leggiamo, sono generati dall’improvviso rilascio di tensione lungo fratture presenti nella crosta terrestre. I rapporti di tensione nel sottosuolo possono essere influenzati anche da fattori esterni. In particolare, chiarisce il SED, «l’acqua ha la facoltà di alterare in vari modi i processi tettonici. Dato il netto incremento dei sismi dall’inizio dell’estate, il SED sta conducendo delle ricerche volte a determinare se (e in quale misura) il maggior scioglimento dei ghiacciai o le forti precipitazioni abbiano influito sul tasso di scosse del 2024».
Il sisma più forte dello scorso anno, come detto, si è verificato il 4 giugno alle 2.34 nell’alta valle della Sihl, nella regione di Ochsenboden, «ed è stato il più violento tra quelli registrati in Svizzera dal 2017 (terremoto di Urnerboden, magnitudo 4.6) nonché uno dei maggiori degli ultimi 40 anni». Di nuovo: «Nei pressi dell’epicentro molte persone hanno percepito il caratteristico fragore, generatosi quando le vibrazioni del suolo si sono trasmesse all’aria trasformandosi in onde sonore udibili. In alcuni casi il terremoto ha causato lievi danni (vetri rotti, piccole crepe e scheggiature dell’intonaco). È possibile che sia stato all’origine anche del distacco di una piccola frana, sempre in prossimità dell’epicentro, favorita dalle precedenti piogge. Simili eventi superficiali si sono registrati anche in passato in questa regione, caratterizzata da rocce carsiche molto fratturate». Il secondo dei sismi più violenti, di magnitudo 4.2, si è invece verificato nella notte del 27 giugno a Todtmoos, nella Foresta Nera in Germania, circa 15 chilometri a nord del confine svizzero. «È stato chiaramente percepito nel nord dell’Argovia, dove ha svegliato parte della popolazione. Le 2.700 segnalazioni sono giunte soprattutto dai cantoni di Basilea Campagna e Sciaffusa, nonché dall’Argovia settentrionale».
Tutti gli altri sismi dello scorso anno, per contro, hanno avuto magnitudo inferiore a 4.0. Il 22 aprile, a Concise (Vaud) «si è verificato un terremoto di magnitudo 3.8, percepibile dalla zona epicentrale fino a Losanna e Berna». Il 9 maggio, invece, «la terra ha tremato a ovest del lago di Dix (Vallese), con magnitudo 3.7». E ancora: «Un altro terremoto di magnitudo 3.5 è seguito il 26 giugno nei pressi dello Schilthorn (Berna). Se quest’ultimo è stato avvertito solo a livello locale, le scosse verificatesi al lago di Dix sono state percepite nettamente nelle valli meridionali del Vallese e nei morbidi terreni sedimentari nella valle del Rodano fino a Briga. Complessivamente questi terremoti hanno dato luogo a un migliaio di segnalazioni da parte della popolazione. Altri sismi percepibili localmente si sono verificati nell’ambito della sequenza di Réclère (Giura), a Sörenberg (Lucerna), Arosa (Grigioni), Friburgo (Friburgo), Martigny (Vaud) e in Val Bavona (Ticino) con magnitudo comprese tra 2.8 a 3.4».

La pericolosità sismica
Domanda, arrivati a questo punto: se la Svizzera è soggetta a terremoti, chi ci dice che non ne arriverà uno di magnitudo simile, se non superiore, a quello che sconquassò Basilea? Il SED, in questo senso, pare sicuro e rassicurante: «La probabilità che il prossimo anno si verifichi un terremoto catastrofico di magnitudo 6 o superiore è dell'uno percento». Bassissima, dunque. Attenzione, però: «Mediamente, un evento di questo tipo si verifica una volta ogni 50-150 anni in Svizzera o nelle zone limitrofe. Un sisma di questa forza avvenne l’ultima volta nel 1946 presso Sierre, nel Vallese. In Svizzera, un terremoto simile potrebbe verificarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. All’incirca ogni 8 a 15 anni si verifica un terremoto con una magnitudo pari o superiore a 5. L’ultimo evento che ha prodotto danni di una certa entità nel nostro Paese risale al 1991, quando Vaz nel Cantone dei Grigioni fu colpita da un sisma di magnitudo 5».
Rispetto ad altri Paesi europei, la Svizzera ha un'elevata sismicità ma presenta una pericolosità sismica media, che varia a seconda delle regioni: il Vallese è la regione a più alta pericolosità, seguito da Basilea, dai Grigioni, dalla valle del Reno nel Canton San Gallo, dalla Svizzera centrale e dal resto del Paese, Ticino compreso. Altra domanda: ma quanti e quali danni potrebbe provocare un terremoto particolarmente violento (anzi, catastrofico) nella Confederazione? Il SED, al riguardo, scrive che «sulla base del modello di rischio sismico nazionale è stato possibile quantificare per la prima volta le conseguenze dei terremoti in Svizzera». Su un periodo di cento anni, solo considerando gli edifici e il relativo contenuto, «i terremoti potrebbero causare sul territorio elvetico danni economici compresi tra gli 11 e i 44 miliardi di franchi». Complessivamente, «si stimano dai 150 ai 1.600 morti e tra i 40.000 e i 175.000 sfollati nel breve e nel lungo periodo. A ciò si aggiungono i danni infrastrutturali e le perdite dovute a ulteriori conseguenze dei sismi come frane, incendi o interruzioni di servizio. Questi aspetti, tuttavia, non sono ancora presi in considerazione dal modello. Il rischio sismico non è distribuito uniformemente nel tempo, ma è determinato da rari terremoti catastrofici, che quasi sempre si manifestano senza preavviso».
Gli scenari a Bellinzona e Lugano
Sulla base del rischio sismico, gli esperti hanno anche immaginato e calcolato 59 possibili scenari. Fra questi, due riguardano il Ticino. Il primo: un terremoto di magnitudo 6.0 con epicentro a 10 chilometri a sud di Bellinzona e ipocentro a 8 chilometri. Statistiche alla mano, ogni 1.840 anni è possibile un sisma di magnitudo 6.0 nel raggio di 50 chilometri dall'epicentro «scelto». Bene, anzi male: che cosa succederebbe? Vi sarebbero fra le 50 e le 500 vittime, fra i 500 e i 5 mila feriti mentre i danni sarebbero compresi fra uno e 10 miliardi di franchi. Il secondo scenario: un terremoto di magnitudo 6.0 in Italia, il cui epicentro si trova a 10 chilometri a est di Lugano. Anche qui, statistiche alla mano è possibile un sisma di magnitudo 6.0 nel raggio di 50 chilometri dall'epicentro «scelto». Di nuovo: che cosa succederebbe? Le vittime, in Svizzera, sarebbero fra le 50 e le 500, mentre i feriti «ballerebbero» attorno ai 500. Quanto ai danni, ci troveremmo nello stesso intervallo di Bellinzona: fra uno e 10 miliardi di franchi. In entrambi i casi, scrive il SED, «sono possibili danni da moderati a molto gravi in vaste aree nella zona circostante l’epicentro».