Ticino

«La tassa sulla salute per i frontalieri potrebbe essere legale»

È quanto scrive il Consiglio federale rispondendo a un'interpellanza del Consigliere agli Stati Fabio Regazzi: al momento, non è possibile determinare se il contributo di compartecipazione che l'Italia imporre ai «vecchi frontalieri» possa essere definito una tassa o un'imposta
©Gabriele Putzu
Ats
19.02.2025 17:06

Non è possibile per il momento determinare se il contributo di compartecipazione alla spesa sanitaria che l'Italia potrebbe imporre ai «vecchi» frontalieri possa essere definito una tassa o un'imposta. Qualora fosse una «tassa causale», non violerebbe l'Accordo del 2020 sulla fiscalità dei frontalieri firmato fra Roma e Berna.

È quanto scrive il Consiglio federale rispondendo a un'interpellanza del Consigliere agli Stati Fabio Regazzi (Centro/TI). Sempre rispondendo a un quesito del «senatore» ticinese, il Governo ritiene che l'eventuale consegna all'Italia di liste di «vecchi frontalieri» - ossia quelle persone con permesso di lavoro antecedente al 17 luglio 2023 - dovrebbe poggiare su una base legale ad hoc, al momento inesistente, da presentare in Parlamento.

Se l'Italia dovesse avanzare una simile richiesta di scambio di dati, il Consiglio federale analizzerebbe attentamente la situazione tutelando gli interessi della Svizzera, in particolare dei Cantoni di confine interessati, indica l'esecutivo.

Per quanto attiene alla tassa sanitaria evocata da Regazzi, il Consiglio federale precisa che, al momento, mancano ancora numerosi dettagli in merito alla sua applicazione. Di conseguenza - sottolinea il Governo - attualmente non è possibile effettuare un'analisi esaustiva per determinare se si tratta di un'imposta o di una tassa causale.

La Convenzione del 1976 tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Italiana per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, in particolare l'articolo 2, e l'Accordo del 2020 tra Berna e Roma riguardante l'imposizione dei lavoratori frontalieri si applicano esclusivamente alle imposte sul reddito e sul patrimonio. Se ne deduce che, «se la cosiddetta tassa sanitaria dovesse essere impostata come una tassa causale, non rappresenterebbe una violazione dell'Accordo del 2020 sui frontalieri».

Ad ogni modo, rassicura il Governo, la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali continuerà a seguire attivamente gli sviluppi in questo ambito e interverrà nel caso in cui l'impostazione concreta della misura lo dovesse richiedere.

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