La truffa alla Sicilia passa da Lugano

Alcuni proventi illeciti sarebbero depositati in un istituto di credito italiano con sede in città
Red. Lugano
29.07.2014 05:21

LUGANO - Conduce anche a Lugano l'indagine sulla mega truffa ai danni della Regione Sicilia, che ha portato nei giorni scorsi al sequestro preventivo di beni per 104 milioni di euro a carico di un'importante banca di investimenti giapponese, la Nomura International PLC, e di sette persone (quattro manager di Nomura e tre consulenti finanziari siciliani, tutti indagati). Una parte dei proventi illeciti sarebbe infatti finita su alcuni conti nella sede luganese di un noto istituto di credito italiano, intestati a due procacciatori d'affari palermitani, Marcello Massinelli e Fulvio Reina, che avrebbero giocato il ruolo di intermediari fra la banca e l'ente pubblico.

Dalle indagini della Procura di Palermo, confermate lunedì dalla Guardia di finanza, emerge che la truffa compiuta da manager della Nomura ha procurato un danno di 175 milioni di euro alla Regione Sicilia ed è stata realizzata ricorrendo sia a cessione di crediti sanitari che ad altre tre complesse operazioni finanziarie.La prima fase dell'indagine riguarda proprio la citata cessione, compiuta tra il 2002 e il 2009, di crediti vantati da diversi operatori sanitari nei confronti della Regione, in favore della società «Crediti Sanitari Regione Sicilia», un'emanazione della banca Nomura con sede a Londra. Il contratto stipulato prevedeva un tasso di interesse molto oneroso rispetto alle condizioni di mercato. E qui entra in gioco anche l'ipotesi di corruzione – le indagini sono ancora in corso – perché l'allora presidente della Regione Totò Cuffaro (ora in carcere per favoreggiamento aggravato alla mafia) secondo quanto riferiscono i media italiani, avrebbe accettato tangenti da Massinelli e Reina (un tempo suoi stretti collaboratori) per fare ottenere l'aggiudicazione del contratto alla Nomura, che ha poi causato un danno alla Regione di circa 115 milioni di euro.

Il secondo filone dell'indagine ha invece riguardato la ristrutturazione del debito regionale tramite tre contratti tra la Regione e la banca giapponese, che hanno causato un buco da 60 milioni di euro. Diversi funzionari sono stati denunciati per truffa, cui avrebbe preso parte anche «un gruppo criminale organizzato impegnato in più di uno Stato». L'inchiesta, sviluppata anche tramite rogatorie internazionali, ha accertato che una parte dei profitti illeciti è stata destinata da Nomura a due società off-shore con sede in Irlanda e nelle Isole Vergini Britanniche, riconducibili a Messinelli e Reina, che avrebbero percepito corresponsioni per circa 20 milioni di euro.Una quota dei profitti sarebbe stata accreditata sui conti luganesi per essere poi recapitati ai due, che sono stati denunciati per concorso in truffa e per evasione fiscale internazionale. Si indaga inoltre anche in questo caso su episodi di corruzione che hanno facilitato la conclusione dei contratti con la Nomura.

Il sequestro preventivo dei beni degli indagati – immobili, titoli e disponibilità finanziarie in varie Regioni italiane – per 104 milioni è stato deciso lo scorso 26 luglio, per evitare che la Regione Sicilia pagasse alla banca Nomura una rata (relativa a uno dei contratti) di 6,9 milioni di euro.

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