Giustizia

La truffa dei garage e quei «leasing facili»

Buste paga «gonfiate» e falsificate, spese d’affitto notevolmente diminuite: era questo il sotterfugio usato per poter finanziare l’acquisto di un’auto – Il venditore: « Facevano cose disoneste e ci sono finito dentro anche io»
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Stefano Lippmann
22.09.2021 19:04

Allora scosse l’opinione pubblica e il mondo dei garage ticinesi. Venne chiamata «La truffa dei garage». Un’imponente inchiesta – coordinata dal sostituto procuratore generale Andrea Maria Balerna – che tra il dicembre del 2016 e il febbraio del 2017 portò alla luce un sistema, collaudato e ripetuto, di truffe sistematiche. Cinque i garage coinvolti – due nel Luganese e tre nel Mendrisiotto – e una decina di persone arrestate. C’era chi truffava le assicurazioni annunciando falsi sinistri, c’era chi – nella propria officina – gli incidenti li creava appositamente. E c’era anche chi agiva forniva dati finanziari «gonfiati» al fine di ottenere dei leasing per le auto. Come nel caso approdato quest’oggi davanti alla Corte delle assise correzionali di Lugano. Alla sbarra un venditore di auto di 37 anni – attivo in un garage del Luganese oggetto dell’inchiesta – che si è di fatto prestato alla truffa. Ed è per questo che, nei suoi confronti, il procuratore ha promosso le accuse di truffa per mestiere (in parte tentata) e ripetuta falsità in documenti. L’uomo – difeso dalla legale Giuditta Rapelli-Aiolfi – in procedura di rito abbreviato è stato condannato a una pena di 10 mesi, sospesi per un periodo di prova di due anni. «Ai tempi non conoscevo bene come funzionava il sistema dei leasing, anche perché prima facevo il cuoco» ha ricordato l’imputato in aula, rispondendo a una domanda del giudice Amos Pagnamenta. In più, non ha nascosto, «sono finito a lavorare con una persona che faceva cose disoneste (in attesa di giudizio, ndr) e quindi ci sono finito dentro anche io». Oggi ha infine fatto i conti con la giustizia. L’uomo infatti, agendo in correità con altre persone attive nell’officina di Noranco, ha infatti presentato a società di leasing 19 richieste di finanziamento «gonfiando» il reddito del cliente – talvolta anche producendo false buste paga o abbassando, ad esempio, le spese d’affitto dell’appartamento – allo scopo di raggiungere i requisiti per l’ottenimento del leasing. In due occasioni, inoltre, il venditore si è prestato anche a truffare due compagnie assicurative. Come? Annuncia dei falsi sinistri. O meglio, mostrando ai periti assicurativi dei danni ai veicoli (si parla di 39.000 franchi nel primo caso e di 67.000 nel secondo) che erano stati creati appositamente all’interno del garage. Il 37.enne comparso ieri è, dunque, la seconda persona legata alla truffa dei garage che approda in aula. Nel frattempo, il Ministero pubblico ha già emesso un’ottantina di decisioni (decreti d’accusa o d’abbandono), soprattutto a carico di clienti più o meno accondiscendenti.