La villa dei sogni è un incubo legale

Consiglio comunale con l’aria condizionata accesa, quello di martedì scorso a Tresa. Alta la temperatura, scottante l’argomento: la villa di Roma lasciata in eredità al Comune, che sta cercando di venderla fra mille difficoltà. In attesa d’incassare, il Comune deve mettere mano al portafoglio. Sia per le spese di manutenzione e gestione della proprietà (che include un parco e che non si può certo lasciar deperire) sia per quelle legali necessarie a sbrogliare la matassa della sua cessione. Per queste ultime, martedì sera, il Legislativo ha stanziato 150 mila franchi accompagnati dall’autorizzazione a stare in lite nella citata procedura. Avremmo voluto raccontarvi i punti chiavi della contesa legale in corso, ma il Municipio ha deciso di non rendere pubblico il suo messaggio (è pendente una nostra richiesta di accesso al documento in base alla legge sulla trasparenza) e il sindaco non è stato raggiungibile per fare almeno un punto della situazione. Dobbiamo quindi tornare a quanto scritto nei mesi scorsi, quando avevamo dato notizia di alcune difficoltà incontrate dal Comune in terra italica. La villa, ubicata in uno dei quartieri residenziali più eleganti della città eterna e la cui vendita dovrebbe fruttare a Tresa diversi milioni di franchi, è un lascito della contessa Ada Marcoli, venuta a mancare quattro anni fa, che era attinente di Croglio. Il primo studio legale incaricato dal Municipio di seguire la procedura non aveva soddisfatto le aspettative, soprattutto a livello di tempi, portando il Comune a revocargli il mandato. Con il secondo studio era andata meglio, ma era sorto un altro intoppo: l’amministratore della società italiana detentrice della proprietà, come spiegatoci a suo tempo dal sindaco Marchesi, aveva «sempre ostacolato i lavori di preparazione della successione, non collaborando e non consegnando la documentazione necessaria». Per questo l’uomo, nel frattempo sostituito, è stato chiamato in causa dal Comune, e questo passo, seppur necessario, ha inevitabilmente prolungato l’attesa e ingarbugliato ancora di più la situazione.
Nel frattempo sono stati venduti all’asta alcuni beni che si trovavano all’interno della lussuosa residenza (gioielli, opere d’arte, libri, mobili, arredi) e il Comune ha potuto ricavare alcune centinaia di migliaia di franchi. La cessione della villa rimane il passo più complicato: commercialmente (si è parlato a più riprese di trattative con alcuni interessati, ma finché non ci sono le firme...) e legalmente.