Diritti TV

L'ACSI entra a gamba tesa sulla Serie A: «Swisscom dia la possibilità di disdetta anticipata»

L'Associazione consumatori della Svizzera italiana prende posizione dopo il «passaggio» del massimo campionato a DAZN – L'ex regia federale: «Non esiste un diritto di recesso straordinario, ma c'è la possibilità di un buon compromesso»
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Marcello Pelizzari
24.07.2024 18:00

Un piccolo, grande terremoto. È quello generato da DAZN, la piattaforma che trasmetterà – in esclusiva – la Serie A italiana e la Ligue 1 francese, in Svizzera, a partire dalla prossima, oramai imminente stagione e fino al 2027. Con tanti saluti a Blue Sport (la branca sportiva di Blue TV) o se preferite Swisscom. Fino a pochi mesi fa, infatti, era proprio Blue a offrire queste partite.

Il passaggio da una piattaforma all’altra di questi due campionati, oltre a discussioni infinite fra gli appassionati, ha (ri)acceso i riflettori sulla frammentazione dell’offerta sportiva, ma anche sui prezzi. Detto in altri termini: per vedere tutto, dalla Super League svizzera alla citata Serie A, passando per la Champions League, bisogna e bisognerà pagare. Tanto, tantissimo. A maggior ragione dopo che Swisscom ha alzato a 34,90 franchi al mese il suo pacchetto Blue Sport (con durata minima di un anno) anche a chi, finora, beneficiava di un prezzo-fedeltà (29,90). Chi sperava, o confidava, in uno sconto causa «perdita campionati» è rimasto a bocca asciutta.

Che cosa chiede l'ACSI

A tal proposito, l’Associazione consumatori della Svizzera italiana (ACSI) è entrata a gamba tesa, volendo usare un’espressione abusata, chiedendo a Swisscom di concedere la possibilità, ai suoi clienti con durata minima di contratto, «di dare una disdetta anticipata». Proprio in virtù del panorama oramai cambiato e della necessità, per molti, di disdire Blue Sport per concentrarsi unicamente su DAZN e la Serie A.

«Swisscom, di per sé, non è certo obbligata ad ascoltare il nostro appello» spiega, contattato dal CdT, Ivan Campari, redattore responsabile della rivista dell’ACSI (La borsa della spesa). «Confidiamo e speriamo, però, che l’azienda faccia questo gesto. In ogni caso, la nostra comunicazione era rivolta in primis a tutte quelle persone che, magari, non erano consapevoli di poter già disdire l’abbonamento». Fatte le dovute premesse, «è legittimo sentirsi presi in giro» sottolinea il nostro interlocutore. «Se sottoscrivi un contratto della durata di un anno pensando di poter vedere un determinato campionato di calcio, quando scopri che quel campionato alla fine non lo puoi vedere ti aspetteresti un minimo di flessibilità a livello di disdetta».

L’auspicata flessibilità, in realtà, esiste. Blue Sport, ad esempio, prevede anche abbonamenti senza durata minima. «Ma a un prezzo più alto» dice Campari. Una strategia, «usata non solo da Swisscom», per spingere i consumatori verso abbonamenti «blindati».  

Il problema della frammentazione

La frammentazione, dicevamo. Con il rischio, fronte clienti, di spendere più del dovuto per avere accesso a tutte le partite della propria squadra (italiana) del cuore, visto che serviranno, in Svizzera, un abbonamento a Blue Sport e un altro a DAZN (a 34,90 franchi al mese ma su base annua). «La coincidenza non è granché» ammette Campari. «Blue perde alcuni campionati ma, dall’altra parte, non accenna ad abbassare i prezzi. Sostenendo che, in realtà, offriranno più partite». Grazie al nuovo formato della Champions League, fra le altre cose. «Il rischio, in futuro, è che per vedere anche un singolo sport, come il calcio, finiremo per pagare tre o quattro abbonamenti. Il tutto a svantaggio dei consumatori». Anche se, va detto, in un certo senso sono stati proprio i consumatori, con questa voglia di avere tutto à la carte, ad aver creato l’orizzonte attuale. «Pagare solo quello che uno vuole effettivamente vedere è un discorso che, alla lunga, secondo noi non sarà positivo. Forse, il servizio pubblico alla fine non era così male, mi verrebbe da dire. E invece stiamo andando in una direzione, basti pensare al canone, differente».

La posizione di Swisscom

Il tema è complesso. Parecchio. Anche perché tocca il calcio, ma può essere esteso all’intero mondo dello streaming. Da Netflix in giù, insomma. «Il punto, un domani, è proprio il prezzo che ogni cliente dovrà pagare per questi abbonamenti. Piattaforme come la citata Netflix, inizialmente, proponevano prezzi bassi. Poi, piano piano, una volta che la clientela è stata fidelizzata hanno alzato gradualmente le tariffe».

A proposito di clientela, viene da chiedersi se siano già arrivate disdette a Swisscom e di che numeri stiamo parlando. L’azienda, su questo fronte, si limita a dire che, «come sempre», non vengono divulgati dati. Aggiungendo, però, che in realtà «molti clienti apprezzano l’ampiezza della nostra gamma e, proprio per questo, hanno deciso di restare con noi». Blue Sport, pur avendo perso la Serie A e la Ligue 1, offrirà in effetti «il più grande portafoglio di calcio in Svizzera». Super e Challenge League, Champions ed Europa League, Liga e alcune, selezionate partite di Conference League, Premier League e altri campionati internazionali. «Siamo appena riusciti a estendere i diritti del calcio svizzero e delle competizioni UEFA per diversi anni» ribadisce Swisscom. Inoltre, dalla prossima stagione la cosiddetta nuova Champions e il formato, rivisto, dell’intero apparato UEFA consentirà a Blue di trasmettere molte più partite: un +133, che, agli occhi di Swisscom, giustificherebbe il prezzo del pacchetto. Non solo, il fatto che tramite Blue sarà possibile accedere a DAZN farà sì che, al netto di disdette a Blue Sport, molti «rimarranno comunque sulla piattaforma».

Già, Blue Sport. Che cosa ne pensa, Swisscom, dell’appello lanciato dall’ACSI? La risposta è un no, ma non categorico: «Non esiste un diritto di recesso straordinario di per sé» conclude l’azienda. Singoli casi, però, potrebbero essere trattati diversamente. Swisscom, al riguardo, spiega che a molti clienti la durata minima scadrà a fine agosto («e questo aiuta» in caso di disdetta). Per gli altri, eventualmente, c’è una possibilità: quella di arrivare, citiamo, a «un buon compromesso».