Lavizzara

«L'alluvione ci è già costata 3 milioni di franchi»

Il sindaco Gabriele Dazio fa il punto sui costi dei lavori di ripristino dei danni - Intanto il Consiglio comunale ha avallato l'aumento dal 90% al 95% del moltiplicatore d'imposta
La pista di pattinaggio di Prato Sornico è uno dei simboli della devastazione della scora estate. © CdT /Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
31.01.2025 06:00

Se Cevio piange, Lavizzara non ride. La parafrasi del noto modo di dire riferito originariamente alle città di Atene e Sparta ben si presta per descrivere la situazione finanziaria dei due Comuni duramente colpiti dall’alluvione del 29 e 30 giugno scorsi. Del capoluogo valmaggese, vistosi costretto ad aumentare le imposte, abbiamo riferito nell’edizione di martedì. Per le casse comunali di Lavizzara la situazione è analoga: il preventivo approvato poco prima di Natale fa stato di un disavanzo della gestione corrente di 232.000 franchi. Un risultato questo, che si dovrebbe ottenere con l’aumento di cinque punti percentuali del moltiplicatore d’imposta. «Una scelta dolorosa, ma non c’erano altre soluzioni», rileva il sindaco Gabriele Dazio, aggiungendo che «la situazione finanziaria del Comune è molto precaria anche senza tenere conto delle ingenti spese alle quali saremo chiamati a far fronte per ripristinare i danni dell’alluvione». Per comprendere l’entità del problema il Municipio, nel messaggio accompagnante il preventivo per il 2025, evidenzia che continuando così il capitale proprio sparirà entro cinque anni. Se una prima misura per tentare di riequilibrare i conti è stata quella dell’innalzamento dal 90% al 95% del moltiplicatore d’imposta, per il futuro si dovranno individuare altre vie di risparmio. Tra queste, ad esempio, l’Esecutivo ipotizza un contenimento lineare delle spese per beni e servizi, oppure il blocco temporaneo degli scatti salariali o del carovita per i dipendenti.

Zone di pericolo, Piano in arrivo

«Stiamo allestendo il Piano finanziario che darà una visione precisa sullo stato delle finanze del Comune», spiega ancora Dazio. E per aver un quadro esatto anche sui costi per il ripristino dei danni dell’alluvione si dovrà attendere, come è il caso per Cevio, che venga aggiornato il Piano delle zone di pericolo con le indicazioni relative alle opere di premunizione da realizzare. «Gli interventi urgenti sono stati quasi completamente portati a termine. Finora per il ripristino dei danni abbiamo speso circa 3 milioni di franchi». Una somma che si è potuta anticipare grazie in particolare ad una linea di credito aperta dal Cantone e al sostegno di alcuni enti e fondazioni. Quanto costeranno in totale le opere per rimarginare le ferite inferte al territorio dalla forza degli elementi lo si saprà solo in primavera, cioè quando sarà ultimato il già citato Piano delle zone di pericolo.

Costi ingentissimi all’orizzonte

Ma considerando che per i primi interventi di ripristino si sono spesi 3 milioni di franchi, si può ben immaginare che i costi saranno ingentissimi. Certo, Confederazione e Cantone faranno la loro parte. E poi ci sono le diverse raccolte di fondi che contribuiranno a finanziare gli interventi di ripristino. Ma a carico dei Comuni rischiano di rimanere spese ingenti. Anche in Lavizzara la speranza è che Berna possa riconoscere l’eccezionalità della situazione in Alta Vallemaggia e, anche grazie all’insistenza del Consiglio di Stato e della Deputazione ticinese alle Camere federali, convincersi a stanziare degli aiuti straordinari richiesti a gran voce non solo dalle autorità, ma anche dalla popolazione.