L’arte su carta torna a Lugano, con un’edizione speciale

L’arte è fondamentale, perché racconta una storia. Una storia filtrata dalla visione dell’artista. Per questo è importante: narra le pulsioni dell’animo umano». È orgoglioso Robert Phillips, nuovo direttore artistico, nel presentare questa «extra time exhibition» di WopArt. Una sorta di «interludio, un intermezzo» tra la quinta (che si è tenuta solo online) e la sesta edizione (in programma a settembre 2022) della Work on Paper Fair, per usare le parole di Paolo Manazza, artista, esperto di arte contemporanea e giornalista culturale, tra i padri fondatori della manifestazione luganese. La fiera dedicata (prevalentemente) alle opere d’arte su carta è ospitata a partire da domani (e fino a domenica) presso il Centro Esposizioni.
Ritrovarsi in presenza
Gli organizzatori hanno puntato sul ritorno in presenza. «Abbiamo voluto sperimentare il ‘‘ritrovarsi’’ - precisa Manazza -. E l’idea ha raccolto molto entusiasmo. Ci sono espositori da Los Angeles, addirittura da Teheran». Un’edizione differente, la cui peculiarità è riassunta dal direttore artistico con un concetto: «creare un dialogo sulla fluidità», con mostre, conferenze e dibattiti sulla trasformazione del mercato dell’arte post-pandemia, oltre a momenti d’incontro con gallerie e fondazioni sul collezionismo di opere d’arte su carta. «Integriamo tutto ciò che è integrabile e parliamo di fatti concreti - aggiunge Phillips -. WopArt non è una piccola fiera, ma una fiera che si è scelta una nicchia specifica. Una via che va perseguita, anche se non è facile. E per essere qui a Lugano, in questo momento, ogni espositore ha fatto dei sacrifici».
Gli acquerelli di Hesse
Tra le esposizioni, vi sono opere provenienti dalla collezione della Fondazione svizzera BNP Paribas, che sostiene pure artisti emergenti. A Lugano è possibile ammirare scatti della giovane artista Arunà Canevascini, originaria di Teheran e cresciuta a Bruzella. Il Museo delle Culture di Lugano presenta invece una selezione di fotografie giapponesi scelte fra le migliaia della Scuola di Yokohama. Ma a WopArt si può anche trovare un’esposizione (in parte inedita) degli acquerelli di Hermann Hesse. Il premio Nobel per la letteratura utilizzava la carta e gli acquerelli come «misura terapeutica», creando senza ricorrere a colori scuri un rapporto tra sé e l’esterno, una «terapia per auto-infondersi il coraggio di vivere». La direttrice della Fondazione che gestisce il museo di Montagnola, Regina Bucher, definisce l’esposizione come «il preludio del 2022 di Hesse», in cui verranno celebrati i 100 anni di Siddharta, i 60 anni dalla morte dello scrittore e i 145 anni dalla sua nascita. «Lo scrittore sapeva esprimere il rispetto per la natura dipingendo. E con gli acquerelli ha manifestato l’amore per il paesaggio ticinese, sua patria adottiva. Basta uno sguardo per intravederne l’intensità e la gioia».
In omaggio a Borradori
L’edizione «speciale» 2021 di WopArt è dedicata a Marco Borradori, prematuramente scomparso nel mese di agosto. Il compianto sindaco di Lugano, infatti, era un grande appassionato d’arte nonché fervente sostenitore della fiera dedicata alle opere d’arte su carta. Carta che è solitamente utilizzata come un supporto - emblematico ne è il bozzetto su cui l’artista materializza il suo pensiero -, ma che a WopArt esce dalla sua funzione principale e «si appresta a diventare altro». Un’altra declinazione di arte. E a WopArt, quest’anno, il tema della fluidità - «dell’essere, dell’identità di ciascuno» - passa attraverso la comunicazione tra le persone.