Chiasso

L’ascolto sensibile di Telefono S.O.S. Infanzia

Da 35 anni i volontari dell’associazione operano con discrezione – Nel 2022 sono stati trattati 50 casi, 35 dei quali ritenuti complessi – Dai giovani arrivano richieste d’aiuto soprattutto per quel che riguarda stupefacenti e consumo di alcol, ma pure maltrattamenti (non soltanto psicologici)
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Stefano Lippmann
13.10.2023 06:00

Squilla il telefono e non sai quello che ti aspetta. O meglio: in cuor tuo, prima di stabilire la comunicazione, sai che potrebbe trattarsi di qualcosa di delicato che riguarda un minore. Potrebbe essere un disagio passeggero, potrebbe essere una richiesta di informazioni o consigli, ma potrebbe essere anche il primo gradino da salire affinché venga alla luce un fatto grave. A questo sono preparati i volontari del Telefono S.O.S. Infanzia, l’associazione che dal lontano 1988 si occupa di ascolto, di ascoltare. «Dobbiamo essere innanzitutto in pace con noi stesse» ci spiega Tina Mantovani, volontaria sin dalla nascita dell’associazione, ora coordinata da Paolo Frangi. In 35 anni di servizio, sono tante le chiamate ricevute. «Telefonate a cui dobbiamo dare tempo» continua sottolineando come in un campo così delicato serva dedicare tutte le forze necessarie per trovare un punto di contatto: «Chi ci chiama deve capire che dall’altra parte della cornetta c’è una persona, vera, che ascolta». Una «persona, per certi versi, qualunque. Gente come loro, che non indossa alcun camice bianco» le fa eco Lidia Canonico, anche lei volontaria e anima dell’associazione La Sorgente. Figura, quest’ultima, capace di – come si dice in gergo – vivere la strada.

L’importanza di comunicare

In realtà, chi compone lo 091/682.33.33 – il servizio è attivo in tutta la Svizzera italiana e anche oltre – deve sapere che parlerà con persone formate e con esperienza. «Ascoltiamo con empatia – aggiunge Tina – dobbiamo captare i segnali, senza giudicare». Già, perché chi prende coraggio e segnala un disagio magari non lo fa in maniera diretta. Capita, detto in parole povere, che ci giri intorno. Ma c’è un reale bisogno d’aiuto. E si tratta, solitamente, di adolescenti e ragazzi. Sorge spontanea una domanda: chi si rivolge a Telefono S.O.S. Infanzia? «In primo luogo sono i familiari, la famiglia. Ma anche gli stessi ragazzi ci chiamano e lo fanno per segnalare un disagio che riguarda loro stessi».

Un problema che i volontari trattano in maniera anonima, allo scopo di aiutare, consigliare, indirizzare verso i canali più idonei. A supporto di ciò v’è La Sorgente di Lidia che può anche accompagnare, seguire «fisicamente» queste persone. Che non sono poche. Nel 2022, racconta Tina, Telefono S.O.S. Infanzia ha trattato 50 casi, 35 dei quali definiti complessi. Tre dei quali hanno richiesto l’ospedalizzazione. Il problema maggiormente riscontrato riguarda quello del mondo della droga e dell’alcol, presenti già in età adolescenziale. In quest’ambito, ma non solo, sono fondamentali le persone di contatto degli enti e servizi preposti. Nel caso di Chiasso e dintorni, per fare un esempio, un referente importante è il sergente maggiore della Polizia Regione I Mauro Mantovani, coordinatore del Gruppo visione giovani.

A livello di casistica, non mancano i maltrattamenti psicologici. Il bullismo, un fenomeno sempre più presente, anche con le connotazioni social dettate dal mondo delle chat e dell’online. Tanti sono anche i problemi familiari: «Bastano la malattia di un genitore o una separazione per creare attriti, malesseri e irritazioni in famiglia» fa presente Tina.

I volontari, come detto, sono pronti ad ascoltare, senza pregiudizi. Chi avesse bisogno può rivolgersi allo 091/682.33.33. In alternativa, sul sito internet adonet.net è anche possibile compilare un modulo di «denuncia», dove segnalare eventuali maltrattamenti. Anche l’ascolto è importante.

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