Il caso

Le AIL divorziano da Andrea Prati, ma perché?

Da Muzzano assicurano che non ci sono episodi particolari dietro alla decisione di interrompere con effetto immediato la collaborazione con il presidente della direzione
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
16.10.2024 20:15

Una scossa: è il caso di dirlo. Le AIL si sono riorganizzate e c’è un escluso eccellente: il presidente della direzione generale Andrea Prati. «Il settore energetico è in costante evoluzione e sempre più confrontato con nuove sfide» la prende larga l’azienda in una nota stampa. «Per questo il CdA ha messo a punto una nuova organizzazione mirata a migliorare l’efficienza e la struttura della società». In concreto, la direzione generale è stata ampliata passando da 3 a 7 membri e le aree di competenza sono state ridistribuite con effetto dal primo gennaio 2025: da notare che le AIL, non a caso chiamate al plurale, sono un insieme di settori molto specifici che, per complessità e mole di lavoro, potrebbero tranquillamente essere imprese a sé stanti. Sei membri della direzione saranno ognuno a capo di una divisione, mentre il settimo, come è stato finora, farà da presidente. Queste le nuove divisioni, anche se mancano ancora i nomi ufficiali: transizione energetica, persone e futuro, servizi generali, finanze, reti, commercio. Due hanno già il loro responsabile: delle reti continuerà a occuparsi Marco Bigatto, attualmente direttore generale, mentre alle finanze è stato confermato Lucas Bächtold, oggi condirettore generale. Per il commercio è prevista una nomina interna, mentre per le tre divisioni restanti sono in corso colloqui.

«La riorganizzazione – entra nello specifico Angelo Bernasconi, presidente del CdA e da gennaio sostituto ad interim di Prati – è legata alle sfide che ci attendono. Pensiamo ad esempio alla transizione energetica: per noi è un obiettivo importante e da raggiungere in poco tempo, ma chi se ne occupa, ora, non siede al tavolo della direzione: così abbiamo deciso di allargarlo». A Bernasconi chiediamo poi se la ristrutturazione, pensando ai salari dei vertici, sarà finanziariamente neutra. «L’obiettivo, anche se non semplice da raggiungere completamente, è quello». E Prati? «Nell’ambito di questo progetto di ampio respiro, sostenuto dall’azionista – cioè la Città – ed effettuato con il supporto di consulenti esterni, il CdA e il presidente della direzione generale hanno ritenuto che non vi fossero più le basi per proseguire insieme». Parole concordate dalle parti. «Per il bene della società, del suo azionista, delle sue collaboratrici e dei suoi collaboratori, nonché delle e dei clienti», Prati e il CdA «hanno pertanto convenuto di mettere fine, di comune accordo e con effetto immediato, alla loro collaborazione». Da Muzzano assicurano che non ci sono episodi particolari dietro il divorzio con Prati e che la sua esclusione con effetto immediato dipende essenzialmente dal ruolo che ricopriva. Ruolo che, «a tempo debito», verrà messo a concorso.