Lugano

Le balene della Nevercrew scompariranno nel cemento

Il murale realizzato la scorsa estate sul palazzo di viale Franscini 27 è destinato ad essere coperto da una nuova edificazione - Badaracco: «Sapevamo che lo stabile di fianco sarebbe stato ricostruito, l’opera d’arte comunque ha avuto il suo effetto»
© CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
01.02.2021 06:00

Se vi piace Close Up, il murale realizzato dalla Nevercrew in via Franscini a Lugano, guardatelo bene, perché è destinato ad esser nascosto dal cemento. Le modine spuntate nei giorni scorsi di fronte alla parete gialla dipinta tra il luglio e l’agosto dell’anno scorso non lasciano molti margini d’interpretazione: l’altezza è la stessa dello stabile vicino, sei piani, mentre la distanza dall’opera d’arte è di circa mezzo metro, forse anche meno.

Non sappiamo al momento che tipo di progetto è previsto sul terreno in questione - con gli uffici pubblici chiusi, nel fine settimana ci è stato impossibile visionarlo - ma la disposizione dei paletti di metallo fa pensare che lo stabile al civico 9 di via Zurigo verrà demolito per fare spazio a una nuova costruzione. Una cosa è certa: le balene della Nevercrew andranno incontro a un’eclissi totale.

La notizia è stata segnalata da un cittadino sul gruppo Facebook «Sei del Luganese...» e in breve tempo ha suscitato diverse reazioni negative. «Che peccato». «Nemmeno un anno...». «È l’unica opera d’arte e sparirà!». Qualcuno tuttavia ha relativizzato: «Non esageriamo: di solito i murales vengono eseguiti su case fatiscenti destinate ad essere abbattute, sono opere effimere».

Rimarrà solo la foto

«Era previsto». Il capodicastero Roberto Badaracco chiarisce subito che la Città, durante le trattative con i proprietari dello stabile di via Franscini 27 per la realizzazione del murale, sapeva che prima o poi sarebbe stato coperto da una nuova costruzione.

La domanda sorge spontanea: con tutte le superfici anonime, degradate o semplicemente vuote di contenuti architettonici e di emozioni che ci sono a Lugano, anche su edifici di proprietà comunale, non sarebbe stato meglio scegliere una parete che garantisse una vita un po’ più lunga al murale?

«È chiaro che è trascorso poco tempo - riconosce il municipale - ma la posa delle modine è solo la prima fase del progetto. A suo tempo abbiamo calcolato che se l’opera fosse rimasta esposta per due o tre anni, avrebbe fatto il suo effetto. La sua foto è circolata molto, e quella rimarrà sempre. Credo quindi che l’obiettivo a livello di arte urbana - un campo su cui proprio la Città ha voluto dare degli stimoli coinvolgendo gli artisti - sia stato raggiunto. Tra l’altro ad un costo relativo: circa diecimila franchi».

E perché non far dipingere il disegno altrove? «Alla Nevercrew serviva uno spazio molto grande che non è così facile trovare. Comunque siamo sempre alla ricerca di nuove superfici: il progetto Lugano Arte Urbana non si ferma».

Prima del previsto

Anche se il finale era scritto, per gli artisti luganesi Christian Rebecchi e Pablo Togni non deve esser facile accettare l’idea che la loro creazione, che ha richiesto più giorni di lavoro, fra l’altro, verrà cancellata così presto dal panorama cittadino, confinata senza luce in un pertugio fra due palazzi.

Da noi contattati, i componenti del collettivo Nevercrew reagiscono con signorilità. «Siamo stati informati del fatto che quell’area sarebbe cambiata tra qualche anno, ma non ci aspettavamo questa rapiditá. Lavorando da tanti anni nello spazio pubblico sappiamo però come i luoghi possano cambiare anche radicalmente, influendo in maniera determinante sull’opera. A volte usurandola, a volte valorizzandola e volte anche cancellandola. È normale che la città cambi nel tempo tanto quanto il dipinto al suo interno».

Cosa dicono quei cetacei

Visto che le balene di Rebecchi e Togni sono più provvisorie del previsto, finché siamo in tempo riproponiamo piccolo viaggio dentro l’opera, per capirne il significato. Close up, come era stato spiegato la scorsa estate, raffigura una composizione di balene in una sorta di parallelepipedo d’acqua e gioca sul contrasto tra l’ecosistema oceanico e quello urbano circostante.

Quest’ultimo è sì estraneo, ma allo stesso tempo connesso. E qui arriviamo al messaggio di fondo fatto passare della Nevercrew: tutto fa parte di un equilibrio unico e globale in cui ognuno gioca un ruolo fondamentale.

In definitiva, con il murales di via Franscini gli artisti s’interrogano e ci interrogano sul rapporto tra uomo e natura, in particolare sugli effetti che il comportamento umano ha sull’ambiente, sugli animali e sulla società intera intesa come un sistema di elementi interconnessi.