Bellinzona

Le biotecnologie sono il quarto castello

Nel mondo ci invidiano gli studi e le scoperte fatti all’Istituto di ricerca in biomedicina e all’Humabs BioMed che ha inaugurato i nuovi laboratori al Business center - «La Turrita è il miglior posto per fare ricerca» - LE FOTO
(Fotoservizio Reguzzi)
Alan Del Don
14.03.2019 16:45

Teniamocele strette le scienze della vita, la biomedicina e le biotecnologie. Il mondo della ricerca guarda con interesse e un po’ di invidia a Bellinzona e ai suoi due fiori all’occhiello, l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) e l’Humabs BioMed SA. I «cervelli» che operano all’ombra dei castelli nell’ultimo decennio hanno sviluppato anticorpi contro i virus Ebola e Zika meritandosi il rispetto a livello internazionale. Altre scoperte per la cura delle malattie infettive, siamo pronti a scommettere, non tarderanno ad arrivare. Soprattutto ora che al Business center cittadino sono stati inaugurati, oggi, i moderni laboratori della società nata nel 2004 come spin-off dell’IRB e rilevata un anno e mezzo fa dall’americana Vir Biotechnology. Su una superficie di 500 metri quadrati (ed altrettanti per gli uffici) potranno lavorare a pieno regime oltre 50 collaboratori che verranno dotati di apparecchiature all’avanguardia.

Il lavoro di squadra è pagante

«Siamo molto orgogliosi della nuova sede che ci consentirà di potenziare le linee di ricerca e velocizzarne lo sviluppo. Così facendo consolidiamo la nostra presenza in città», ha sottolineato il direttore di Humabs Filippo Riva in occasione della cerimonia svoltasi alla presenza di una cinquantina di persone. Che la società restasse nella Turrita non era affatto scontato. Ma George Scangos, CEO della Vir Biotechnology, è rimasto meravigliato dagli sforzi profusi dagli studiosi e dall’ambiente in cui si trovano ad operare: «Credo davvero che Bellinzona sia il miglior posto al mondo per fare ricerca». Detto da un manager attivo a San Francisco, in California, dove le imprese di quel settore sono 700, è un complimento da tenere stretto e che «fa onore» alla capitale ticinese, ci ha confidato il sindaco Mario Branda. Nel nostro ambito, ha puntualizzato Michael Altorfer (numero uno della Swiss Biotech Association che riunisce le aziende impegnate nella ricerca dei farmaci biologici), la forza del successo deriva «dal lavoro di squadra, come testimoniano l’IRB e l’Humabs. Non bisogna tuttavia dormire sugli allori, ma cercare viepiù delle nuove collaborazioni, anche all’estero».

Ben 4.000 collaboratori in Ticino

In Svizzera le società che si occupano di biotecnologie sono quasi 900 ed impiegano 50.000 dipendenti. Nel 2018 queste imprese hanno ricevuto fondi per oltre 1,5 miliardi, provenienti in primis da capitali stranieri. In Ticino i numeri sono i seguenti: una cinquantina di aziende e 4.000 collaboratori. «Come ticinesi siamo gelosi dell’Humabs e dei risultati finora raggiunti. Chi osa puntare sull’innovazione riesce a fare la differenza. Il Cantone Ticino dal 2015 ha stanziato contributi per 15 milioni di franchi a sostegno di 320 progetti», ha rilevato il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta. Il collega consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, facendo sfoggio di un inglese più che discreto, ha dal canto suo osservato di «essere onorato di sentire personalità di spicco che affermano che a Bellinzona si sta lavorando bene nella cura delle malattie. Sono parole che scaldano il cuore. La politica si sta impegnando da anni affinché il Ticino possa diventare un Cantone di riferimento nella ricerca. Noi tutti vediamo nelle biotecnologie il futuro. Un futuro che in città è già realtà».

L’Humabs BioMed in collaborazione con l’IRB e il National institutes of health nel 2007 è stata la prima a sviluppare anticorpi monoclonali umani contro il virus Ebola, uno dei quali è attualmente in fase avanzata di sviluppo clinico nella Repubblica democratica del Congo.