Scuola

Le prime proposte del DECS per andare oltre i livelli

Il Dipartimento guidato da Manuele Bertoli ha avanzato alcune ipotesi per il superamento della distinzione tra corsi A e B alle Medie, puntando soprattutto sui laboratori - Il gruppo di esperti di matematica ne sottolinea pregi e difetti
© CdT/Zocchetti
Martina Salvini
21.05.2021 06:00

Qualcosa si sta muovendo sul fronte del superamento della distinzione tra corsi A e B (attitudinali e di base) alle scuole medie. Il progetto, del resto, è da sempre caro al direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli. Qualche settimana fa, in un’intervista al Corriere del Ticino, il consigliere di Stato, a proposito del superamento del sistema a livelli, aveva infatti spiegato: «È un tema che terrei, se non a risolvere, almeno a instradare. Si tratta di modificare un elemento di iniquità, superando un retaggio del passato». Il direttore del DECS aveva poi aggiunto che «siamo alle discussioni tecniche ma presto il Dipartimento aprirà una discussione pubblica». Ebbene, a qualche settimana di distanza, sul tavolo c’è una prima bozza del progetto. Stando ai documenti che abbiamo potuto visionare, e che sarebbero già stati presentati ai direttori, agli esperti di materia e ai collegi docenti delle scuole medie, il DECS ha previsto una serie di proposte.

Le opzioni sul tavolo

Per la terza media si ipotizza la sostituzione della divisione tra corsi A e B in matematica e tedesco con laboratori «a metà classi eterogenee» (ossia unendo gli allievi forti e quelli più deboli), «come naturale continuazione delle riflessioni già condotte per la prima e la seconda media». In particolare, sul tavolo in questo senso ci sarebbero due opzioni. Per la matematica, la prima possibilità prevede di dedicare 3 ore di lezione con la classe intera e 2 di laboratorio oppure, in alternativa, 2 ore di classe intera e 3 di laboratorio. Per il tedesco, invece, si potrebbero avere un’ora di tronco comune e 2 di laboratorio, oppure 3 di laboratorio. A livello di costi, la prima opzione costerebbe poco più di un milione, la seconda più del doppio.

Più articolata la proposta per la quarta media, dove sul tavolo ci sarebbero ben tre possibilità. La prima punterebbe a un modello a gruppi eterogenei di laboratorio. In sostanza, i laboratori di matematica e tedesco verrebbero svolti in parallelo, e gli allievi sarebbero divisi in due gruppi eterogenei. In questo modo, si otterrebbe un totale superamento dell’attuale distinzione tra livelli A e B. Anche la seconda opzione prevede i laboratori di matematica e tedesco, che però sarebbero svolti in due momenti separati. La classe, invece, verrebbe divisa in due gruppi omogenei, quindi tra studenti di pari abilità. In questo modo, un laboratorio verrebbe destinato a chi desidera proseguire gli studi in una scuola medio superiore, mentre l’altro è pensato per chi vorrebbe inserirsi nel settore professionale. Infine, il terzo modello inserisce, per la matematica, un’organizzazione mista: parte dell’insegnamento a classe intera e parte a moduli. Nel dettaglio, nel corso dell’anno ogni allievo avrebbe la possibilità di frequentare diversi moduli - tenuti da diversi docenti - e, quindi, costruire un percorso «altamente personalizzabile». Per quanto riguarda le lingue, invece, il DECS ipotizza laboratori di tedesco e inglese a gruppi eterogenei. In sintesi, quindi, il tedesco vedrebbe superati i livelli, mentre la matematica adotterebbe un sistema più flessibile.

Punti di forza e criticità

Il gruppo di esperti di matematica ha già approfondito in un documento le proposte del DECS, avanzando alcune riflessioni. In primo luogo, l’idea di estendere i laboratori omogenei (ossia unire gli allievi forti con quelli più deboli) alla terza media viene definita «interessante». Ma per verificarne l’efficacia si ritiene «essenziale analizzare l’effetto dell’introduzione dei laboratori nel primo biennio in una situazione di normalità», in quanto la pandemia «potrebbe falsare le valutazioni». In seconda battuta, «si dovrebbe mettere in atto la variante con tre ore di laboratorio, al posto di due». Più critica la posizione sui modelli previsti per la quarta media. Il primo, quello dei gruppi eterogenei di laboratorio, secondo gli esperti «non sarebbe funzionale, in quanto non permetterebbe di garantire il raggiungimento dei traguardi del Piano di studio». Il secondo, ossia il modello a gruppi omogenei di laboratorio, «non solo non eliminerebbe le problematiche attuali dei corsi A e B, ma rischierebbe di presentare parte degli svantaggi del primo modello». Infine, il modello a moduli presenta una serie di aspetti positivi, quali ad esempio «la scomparsa dell’immagine stereotipata dell’allievo di corso A e di quello di corso B» e l’ampia libertà didattica lasciata al docente. Tuttavia, non è immune da alcune criticità. Per esempio, la struttura a moduli rischia di frammentare il sapere matematico, impoverendo i contenuti. Non solo. Alcuni moduli potrebbero essere più frequentati di altri, generando quindi problemi organizzativi. Inoltre, anche la valutazione potrebbe «risultare problematica». Ma soprattutto, secondo gli esperti, in generale la priorità dovrebbe essere quella di «trovare una via per rivalutare l’immagine dei corsi B, preservando così la qualità di entrambi i corsi» e «frenando l’emorragia verso i corsi A di quegli studenti che non hanno le attitudini adeguate». Per questa ragione, vengono proposti alcuni interventi sul piano normativo, in modo da agevolare, a precise condizioni, l’accesso ai licei anche per gli allievi che hanno terminato le Medie con i corsi B in matematica.