Le puff sempre più attraenti per i giovani, ma «contengono sostanze nocive e inquinano»
Si trovano di diversi gusti, forme e dimensioni. Sono colorate e hanno un aspetto decisamente attraente. Le sigarette elettroniche usa e getta guadagnano sempre più popolarità tra i giovani. E gli adulti troppo spesso non sono informati su questi dispositivi e sui rischi ad essi associati. È l’allarme lanciato dall'Associazione svizzera per la prevenzione al tabagismo (AT) che, insieme alla Lega polmonare ticinese, ha messo online il nuovo sito Vapefree.info dedicato alle sigarette elettroniche usa e getta e destinato in particolar modo a genitori e docenti, a cui si ricorda l'importante «ruolo nel proteggere i bambini e i ragazzi dalle sigarette elettroniche».
Le sigarette elettroniche, chiamate anche vape o puff, non richiedono ricarica o riempimento. Sono progettate per essere utilizzate una sola volta, dopodiché vanno buttate (e non sempre vengono smaltite correttamente). Contengono una batteria agli ioni di litio, una cartuccia di liquido aromatizzato e spesso nicotina, anche in dosi elevate. Nonostante il loro aspetto innocuo e l’assenza della combustione delle tradizionali sigarette, le puff non creano un «innocuo vapore acqueo», evidenzia AT, ma «un aerosol che contiene un “cocktail chimico” di sostanze spesso poco conosciute, e potenzialmente tossiche, tra cui metalli pesanti come nickel, stagno e piombo», ma anche «sostanze chimiche cancerogene», «composti organici volatili», «particelle ultra-fini» e «aromi che possono portare a malattie polmonari».
Se in passato è stato il cinema hollywoodiano il più grande vettore di pubblicità per le sigarette, con iconici personaggi sempre pronti ad accenderne una a favore di telecamera, oggi la palla sembra esser passata agli influencer, che mostrano i vari dispositivi elettronici sui social, Instagram e TikTok in primis. Dallo studio pubblicato da AT, emerge che nel corso degli ultimi anni le vape sono diventate il prodotto con nicotina più sperimentato tra i giovani: molti di loro poi finiscono per utilizzarlo in maniera regolare. Secondo uno studio sulle dipendenze in Svizzera del 2022, circa il 92% dei 15.enni ha già provato una sigaretta elettronica.
La maggior parte delle sigarette elettroniche contiene nicotina a dosaggi variabili e sugli imballaggi si trovano indicazioni che possono confondere i giovani: in alcune il dosaggio di nicotina è espresso in mg/ml, in altre si usa la percentuale oppure il numero di tiri (è il caso delle puff). AT scrive: «I prodotti disponibili sul mercato contengono un serbatoio limitato legalmente a 2 millilitri di liquido ad una concentrazione di 20 milligrammi al millilitro (spesso indicato come 2%), che corrisponde al livello massimo autorizzato, vale a dire una dose di nicotina già molto forte. Questi dispositivi permettono di fare tra i 600 e gli 800 tiri (puff), cioè un equivalente di 45 o 60 sigarette classiche. Oltre al fatto che la nicotina induce a una forte dipendenza, la sua esposizione durante l'adolescenza può danneggiare lo sviluppo del cervello; influenzare l'apprendimento, la memoria e l'attenzione; aumentare il rischio di dipendenza futura da altre sostanze; aumentare la probabilità di passare al consumo di sigarette convenzionali; attrarre ragazzi sempre più giovani grazie ai molteplici aromi aggiunti alle sigarette elettroniche (come mango, caramella, cioccolato, biscotto e altri)».
Quelle elettroniche vengono generalmente considerate meno nocive rispetto alle classiche sigarette a combustione, ma non mancano preoccupazioni per la salute degli utilizzatori: alcuni studi hanno infatti evidenziato rischi per la salute a livello polmonare, cardiovascolare e del sistema respiratorio. AT sottolinea inoltre come questi prodotti siano spinti da un marketing «molto aggressivo» e dunque «i giovani diventano una preda ideale e altamente redditizia per il mercato». Tra le strategie di vendita utilizzate vengono citate l'ampia gamma di colori, la varietà di gusti dolci e attraenti, un design invitante di alta tecnologia, prezzi molto convenienti, un modello di comunicazione alla moda, allegro e giocoso, che induce a pensare alle sigarette elettroniche come a dispositivi innocui per la salute, nonché l’utilizzo intensivo di social network e influencer.
Le puff monouso pongono seri dubbi anche dal punto di vista ecologico: rappresentano una grande minaccia per l’ambiente, in quanto questi strumenti vengono gettati una volta esaurito il loro utilizzo. Oltre all’involucro in plastica (o in metallo) e alle batterie contenenti ioni di litio, in genere vi sono anche composti chimici dannosi come cobalto, nickel, piombo e nicotina, che possono disperdersi nell’ambiente. Le vape dovrebbero essere smaltite come rifiuti elettronici, ma spesso vengono gettate in modo scorretto. In questo senso, è bene ricordare che i danni ambientali causati dall'estrazione del litio sono enormi.