Leggende, usanze e famiglie che danno vita agli stemmi
Un ramo di castagno con sei foglie e sei ricci sopra il fiume che attraversa la valle e che dà il nome al comune: Breggia. Gli elementi che danno vita allo stemma del Comune di Breggia simboleggiano ciò che unisce la popolazione del versante sinistro della Valle di Muggio, un Comune nato da meno di 10 anni dopo un processo aggregativo a sei.
L’emblema di Breggia è stato ideato dal grafico Ivan Artucovich – questo e altri dettagli sono illustrati sul sito del Comune – e vuole «raffigurare questi tre elementi importanti per la popolazione della valle, che vuole progredire sotto un solo Comune». Il castagno quindi, storica fonte di nutrimento per i vallerani, rappresentato nei colori tipici dell’estate, «stagione in cui la pianta è in pieno vigore di sviluppo», ma anche colori scelti per «evitare qualsiasi riferimento di partito». E il fiume, che lambisce e unisce le varie località, dando il nome al Comune.
Non tutti gli stemmi comunali sono però frutto di un «ragionamento moderno». Anzi, molti hanno radici antichissime e non sempre note. Breggia e le sue singolarità sono quindi ideali per dare il via a questo nostro viaggio estivo alla ricerca del significato degli stemmi dei Comuni del Mendrisiotto (e degli ex Comuni). Partiamo quindi dalla valle e dalle sue frazioni.
Famiglie e misteri
Prima località e primo stemma, quello di Bruzella. Si tratta di un inquartato – uno scudo diviso in quattro –: il primo quarto è in argento e presenta due pali azzurri, il secondo rosso con una croce d’argento, il terzo rosso con ramoscello di quercia d’oro e il quarto fasciato di argento e azzurro. L’arma (vale a dire lo stemma) è forse la più enigmatica di cui parleremo oggi perché la sola spiegazione nota – che abbiamo trovato, grazie anche all’«Armoriale dei Comuni ticinesi», è la sua presenza sulla facciata della ex casa comunale (tramite bassorilievo in granito datato 1940 circa).
Secondo ex Comune, in ordine alfabetico: Cabbio. Qui troviamo un accoppiamento quasi tipico, quello tra una famiglia e lo stemma di un Comune. L’effige di Cabbio nella parte inferiore è azzurra con uno scaglione d’argento (una V rovesciata) accompagnato da tre stelle anch’esse d’argento. Sopra è color oro e riporta un’aquila nera. Il tutto richiama lo stemma della famiglia Cantoni di Cabbio, da cui provengono svariati artisti, che si è voluta omaggiare in questo modo.
Il Conte Cane
Ci spostiamo di pochi chilometri fino a Caneggio, dove lo stemma è azzurro con una grande testa di cane bracco in argento. Lo stemma si rifà a una leggenda. Leggenda che per alcuni ha influenzato anche il nome del paese: «Una leggenda racconta che un focoso partigiano delle antiche fazioni, chiamato "Conte Cane", avesse preso stanza in una caverna sui monti sovrastanti Caneggio. Da questi, si dice, deriva il nome e lo stemma del paese».
Scendiamo in direzione di Morbio Superiore. Lo stemma ha uno sfondo verde parzialmente coperto da un triangolo rosso. Sul triangolo fanno bella mostra di sé due arcate d’argento che rappresentano un simbolo per la località: il piccolo ponte antico e quello grande e moderno sulla Breggia, «che ricordano due epoche diverse della vita di Morbio Superiore», così riassume il sito di Breggia.
Risaliamo lungo la sponda sinistra del fiume per raggiungere Muggio. Lo stemma è d’argento e diviso orizzontalmente da un’ondata d’azzurro, accostata in capo da una pannocchia di grano e in punta da un grappolo d’uva, il tutto d’oro fogliato di verde. Anche in questo caso lo stemma è in parte legato a una famiglia: Mugiò (o Modius, in latino), a cui fu tolto il capo dell’Impero (la parte superiore). All’onda azzurra – che simboleggia il fiume Breggia – sono stati affiancati i simboli che rappresentano le coltivazioni più diffuse.
L’ultimo ex Comune che nel 2014 ha dato vita a Breggia è Sagno. Lo stemma qui è un troncato, sopra capeggia un’aquila d’oro sostenuta da tre monti verdi, sotto, su sfondo azzurro, una bilancia d’oro sostenuta da una spada d’argento. «Nell’arma, il Comune ha voluto paragonare la dominante posizione del villaggio a quella di un nido d’aquila. Spada e bilancia sono gli attributi di San Michele, patrono della località».