Coronavirus

L’EOC pronto a offrire il pernottamento ai frontalieri

L’Ente ospedaliero cantonale ha proposto di pagare le spese degli alberghi a medici e infermieri che vengono da oltre confine - L’Hôpital du Jura, che impiega circa il 30% di personale proveniente dalla Francia, fa lo stesso
KEYSTONE/Ti-Press/Alessandro Crinari
Red. Online
16.03.2020 15:26

La sempre più complicata situazione alle dogane ticinesi e l’emergenza coronavirus hanno spinto l’Ente ospedaliero cantonale a offrire a medici e infermieri italiani la possibilità di fermarsi in Ticino. Nel settore sanitario, lo ricordiamo, sono oltre 4 mila i frontalieri che ogni giorno rischiano di passare ore imbottigliati nel traffico, ancora più intenso dopo gli accresciuti controlli ai valichi tra Svizzera e Italia.

Ecco dunque che accanto alle iniziative sorte spontaneamente sul web, anche l’EOC si è organizzato per facilitare il compito di chi si trova al fronte, offrendo ai collaboratori la possibilità di pernottare in Ticino e assumendosi i costi degli alberghi. «Naturalmente, ciò avviene su base assolutamente volontaria», ci viene confermato dall’Ente ospedaliero.

Una possibilità, questa, che in molti starebbero considerando. Ieri, un medico frontaliere ha dichiarato all’agenzia di stampa italiana ANSA che gli è stato proposto anche un contratto per restare in Svizzera («senza possibilità di tornare in Italia» nemmeno nei giorni liberi) fino al 30 giugno. «Si può scegliere: o l’ente fornisce vitto e alloggio in alberghi convenzionati, o dà 1’500 franchi svizzeri al mese per le spese». «Io - ha ammesso - ci sto seriamente pensando. Ma soprattutto per la salute della mia famiglia», perché lavorare in ospedale in periodo di coronavirus può creare qualche rischio anche ai familiari di chi sta a contatto con i malati. Comunque, ha precisato il medico, «non ci hanno fatto nessun tipo di pressione. Se uno dice di no, può fare avanti e indietro senza problemi. Credo che la richiesta sia anche un modo di cautelarsi dalla possibilità che il personale sanitario sia precettato in Italia».

Anche il canton Giura si mobilita

Anche l’Hôpital du Jura (H-JU), l’ente ospedaliero cantonale giurassiano, invita il suo personale frontaliero a risiedere provvisoriamente nel cantone o in Svizzera per evitare a infermieri e medici francesi perdite di tempo inutili alle dogane. H-JU impiega circa il 30% di frontalieri. «Per il momento, non abbiamo dovuto far fronte a defezioni», ha sottolineato il portavoce dell’ente ospedaliero, Olivier Guerdat. Ma H-JU voluto anticipare tale scenario chiedendo su base volontaria ai frontalieri di rimanere in Svizzera. Le spese saranno prese a carico dall’ospedale cantonale. L’Hôpital du Jura auspica che il personale francese sia il più vicino possibile al suo luogo di lavoro. «Non vogliamo dover aggirare eventuali misure decise dallo Stato francese», ha spiegato il suo portavoce. Il pericolo per il canton Giura consisterebbe nel fatto che la Francia decida di confiscare tutto il suo personale frontaliero. Per il momento, H-JU ribadisce di disporre della capacità di accoglienza necessaria per ospitare tutte le persone colpite da coronavirus. Tutti i pazienti sono curati nel sito di Delémont.

In questo articolo: