L’Eremo di San Nicolao attende il suo destino

Nelle giornate limpide, quelle in cui nessuna nuvola e nessun residuo di nebbia si frappongono tra l’orizzonte e l’occhio di chi guarda, dall’Eremo di San Nicolao, su uno strapiombo di circa 300 metri su Mendrisio, lo stupefatto viandante può arrivare a scorgere la catena montuosa del Monte Rosa. Una vista impagabile, che lo rinfranca, al pari di un pasto o di una bibita ghiacciata da gustare all’omonimo grotto, dalla camminata più o meno impegnativa che ha dietro di sé. Una vista troppo bella per non essere ammirata.
Lo sanno bene la gestrice Lorenza Pons, che il 30 di settembre, per raggiunti limiti d’età, cesserà l’attività dopo 12 anni, e Massimo Moreni della Confraternita di Santa Maria Liberatrice, incaricata di cercare e designare un successore. Un compito che, ad oggi, si sta rivelando più difficile del previsto, ci spiega Moreni. «All’inizio di quest’anno eravamo in contatto con una persona che sarebbe stata interessata. Dovevamo ancora discutere di alcuni aspetti, e la signora doveva mettersi d’accordo con Lorenza Pons per la cessione dell’attività, della clientela e dell’inventario». Nel mese di marzo, tuttavia, la pandemia «ha fermato un po’ tutto», tanto che la Confraternita non ha più avuto notizie della potenziale subentrante. «Chi, in questo periodo, apre un esercizio pubblico, un bar, un grotto, un ristorante?», questa la sconsolata domanda (retorica) di Moreni. Le trattative per il momento sono dunque da considerarsi sospese.
Aprire per quattro coperti
Ma quanto è realistica la chiusura dell’eremo per una stagione nel caso in cui non si dovesse trovare una nuova gerenza? Difficile a dirsi, risponde Moreni. In ogni caso, specifica, già da qualche anno nella stagione più fredda (da ottobre fino ad aprile) la struttura era solita aprire solo su prenotazione anticipata: «I posti all’interno sono pochi. La signora Pons saliva anche per quattro o cinque coperti». Negli ultimi due anni, inoltre – prosegue il nostro interlocutore – la chiusura per lavori della strada che attraversa il nucleo di Somazzo ha costretto i potenziali avventori a ripiegare su una «strada di campagna»; una deviazione, questa, che ha funto da «freno» per l’attività durante la stagione invernale.
«Ci diamo molto da fare»
Le oggettive difficoltà non fanno tuttavia desistere Moreni e la Confraternita dal loro intento: trovare chi saprà prendersi cura dell’eremo e regalare ad altri viandanti quella vista mozzafiato. Tra annunci sulla stampa e passaparola, «ci stiamo dando da fare, anche se con l’aria che tira oggi sarà un po’ più difficile trovare qualcuno che sia disposto ad aprire». La speranza è di avere una nuova gerenza a partire dal mese di aprile del 2021 («abbiamo quasi un anno di tempo»); magari, chissà, qualcuno che dispone di locali troppo grandi e desidera usufruire di spazi più piccoli, ipotizza il nostro interlocutore. «A noi della Confraternita dispiacerebbe moltissimo se dovessimo tenere chiuso l’eremo per una stagione, anche perché poi la riapertura diventerebbe complicata». Nel frattempo, come tutti gli anni, la manutenzione del luogo (accanto al grotto sorge la chiesetta di San Nicolao) e la pulizia della roccia proseguiranno: «L’abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo».
Qualche numero
Il grotto dispone di due sale interne e di una terrazza di 50 posti; la sala al piano terra può ospitare fino a 24 persone, quella al piano superiore offre 16 posti. Nella bella stagione, ci ha raccontato qualche mese fa la gestrice Lorenza Pons, gli avventori sfiorano quota 45-50.
Quell’energia ricercata
L’oratorio di San Nicolao fu meta di pellegrini fino al 1940; si mormora che il grotto e la chiesa siano pervasi da un’energia ricercata da molti. Ci auguriamo che questa vegli sulle sorti dell’eremo e gli garantisca una lunga vita nei mesi e negli anni a venire.