L’«escape room» a Locarno è all’aperto
Locarno, Piazza Grande. Qui inizia l’avventura. Alex, Anna,
Desi, Kayo, Svetlana e Vanessa hanno deciso di partecipare a un’innovativa
caccia al tesoro, una “escape room” all’aperto [LINK: sato-code.com ] nella quale si avanza a colpi di enigmi e rompicapo risolti. Per entrare nel
gioco è sufficiente scaricare un’app, Sato Code, e munirsi dei biglietti (12.40
franchi a testa, biglietti in omaggio alle prime 15 mail inviate a [email protected] con oggetto «Corriere del Ticino») che fra l’altro è possibile anche regalare. Attenzione, però. Lo
scopo è fare squadra, ma i gruppi sono limitati a quattro persone. Non abbiamo
ancora iniziato e la cosa si fa già interessante, perché Kayo ha creato il suo Patagonia
Girls, mentre The Famous Foxes è quasi al completo.
Svetlana non ha dubbi su quale scegliere e per farlo deve soltanto premere uno
dei due pulsanti sullo schermo: Patagonia Girls, ed è fatta. Da questo
momento dovrà collaborare con le altre partecipanti e competere insieme a Kayo
e Anna per concludere la caccia prima dell’altro gruppo, formato da Alex, Desi
e Vanessa (guarda il video).
Tutto questo sotto l’occhio vigile di Francesca Aliotta, 38.enne cofondatrice di Sato Code, una delle menti del progetto. «Ho sempre voluto realizzare qualcosa che avesse un impatto reale sulla vita quotidiana delle persone» racconta, mentre le due squadre si stanno muovendo verso il primo indizio, nascosto nella vetrina di un negozio. «I videogiochi mi hanno sempre affascinato, anche se ho sempre trovato limitante il fatto che siano confinati nel loro universo virtuale». Ecco allora l’idea di unire il reale con il virtuale, grazie all’impiego di un’app. “Sì, grazie a quella trasformiamo il mondo tangibile in un campo di gioco, come una sorta di realtà aumentata”. E, infatti, lo schermo del telefonino racconta la storia della misteriosa quanto esclusiva “Società del Sasso”, che ha lanciato la sfida a nuovi candidati che si vogliono affiliare. Entrambi i gruppi hanno già risolto un paio di enigmi. Ora, però, si trovano in un punto nel quale è necessario dividersi per scoprire quale sia la nuova destinazione. La mappa si ‘ingrandisce’ mostrando la posizione delle altre componenti della squadra e rivelando, a un certo punto, la meta.
«Un primo prototipo l’avevamo messo a punto a Zurigo anni fa, dove all’epoca mi trovavo per ragioni anche legate allo studio, e aveva avuto un ottimo riscontro – prosegue Aliotta –. Con le esperienze che proponiamo nella Svizzera italiana (per esempio quella di Bellinzona, a 12 franchi, è intitolata La chiave di Rubicon, ndr), abbiamo voluto inserire una serie di opzioni e di indizi che rendono il percorso adatto a chiunque». L’applicazione prende per mano l’utente e permette di ‘saltare’ alcuni passaggi. Ma non solo: «Per rendere il compito ancora meno ‘stressante’, abbiamo deciso di togliere il limite di un’ora per completare la missione».
Intanto una delle squadre sembra avere qualche difficoltà con il Tetris ‘collaborativo’: il mosaico composto dai tetramini colorati appare solo sul telefono di Vanessa, mentre Desi e Alex devono muovere i pezzi usando i controlli sullo schermo dei loro dispositivi. Occorre qualche secondo per capire la strategia migliore per completare il puzzle. Quali altri sfide si possono trovare nei percorsi ideati da Sato Code? «Potrebbe esserci una partita a scacchi, già iniziata e da risolvere con una sola mossa, oppure parole misteriose da decifrare attraverso un particolare alfabeto che mostriamo—precisa Aliotta—, a un certo punto serve pure una bussola per capire la direzione in cui camminare… insomma, ne abbiamo studiate parecchie!», esclama.
Nel giro di un’ora dai primi passi mossi tra le bancarelle del mercato in Piazza Grande, anche le «Famous Foxes» hanno completato la loro missione, trovando quel sasso tanto prezioso per quella «società segreta» raccontata nella storia di questa escape room all’aperto: «Ce l’abbiamo fatta, finalmente!».
«È stato molto divertente—racconta Vanessa, 25.enne che nella vita lavora come impiegata d’ufficio—, mi son piaciuti tutti i giochi. Soprattutto quello finale, nel quale dovevamo decifrare la parola per risolvere l’ultimo enigma. L’applicazione ‘guida’ è semplice e molto intuitiva, programmata davvero bene». Anche Kayo, 40.enne formatrice che tiene corsi di cucina giapponese allo Spazio Elle [LINK: facebook.com/TASTEofASIA.ch ], è stupita dal modo diverso in cui si possono scoprire angoli della città: «Ma i giochi sono forti, come il Tetris in cui bisognava collaborare… o la mappa che abbiamo scoperto sul telefono mentre ci allontanavamo tra noi».
Desi, ticinese 26.enne neolaureata in storia all’Università di Berna, ha già sperimentato delle ‘escape room’. Ma questa, dice, è la prima che svolge all’aperto: «Finora quelle che avevo provato erano al chiuso. Ti dà qualcosa in più, perché ti muovi per le vie della città, si scoprono monumenti, si presta attenzione a cose che non si conoscevano oppure le si vede sotto una prospettiva diversa… È stato carino poter interagire con i negozianti, dato che molti indizi si nascondono tra le vetrine». Anche Alex, 26.enne documentalista al m.a.x. museo di Chiasso, sottolinea l’aspetto culturale dell’esperienza: «È bello avere l’opportunità di scovare vicoli e conoscere punti di interesse che in un primo momento potrebbero esserti sfuggiti». E anche per lei c’è la collaborazione. «È un elemento che funziona, mi piace che ogni componente della squadra debba mostrare quel che appare sullo schermo del telefono agli altri, per poi confrontarsi e ragionare, alfine di ingegnarsi nel trovare la soluzione all’enigma».
Anna, 39.enne e creatrice del sito web di attività per il tempo libero calendarpeople.ch, sottolinea invece l’aspetto ‘fisico’ della competizione: «Locarno è una città su più livelli. Giocare è anche un modo per praticare attività fisica, soprattutto se si vuole portare a termine la missione in poco tempo. Ci sono inevitabili salite e discese in vari punti del percorso. Bella anche l’idea di coinvolgere gli esercenti, mettendo gli indizi nelle vetrine. Che volendo ci scappa pure un po’ di shopping…». Svetlana, che frequenta un corso master alla Supsi proprio a Locarno, come ‘regalo’ per il suo 42° compleanno ha ricevuto… la vittoria: “Sì, ho scelto il gruppo giusto, quello che alla fine è stato più veloce!”, esclama. «Ma oltre a questo, mi sono divertita. Mi piacciono i giochi di logica, per cui ho apprezzato il Tetris. Me la cavo meno con l’orientamento e i punti cardinali, per fortuna le altre del gruppo erano più ferrate, sotto quel punto di vista…».
Insomma, l’esperienza è passata a pieni voti. E, come riporta il sito web di Sato Code, gli indizi della caccia al tesoro sono collocati in maniera tale da rendere possibile il gioco senza limiti di orario e sette giorni su sette per tutto l’anno, come fra l’altro lo è la validità del biglietto una volta acquistato.