L’Esercito prenota la foce, Lugano Marittima si adegua
Continuano a tutti i livelli i preparativi per l’organizzazione a Lugano, il 4 e 5 luglio, della Conferenza sull’Ucraina. Un summit in programma da tempo, da prima che scoppiasse la guerra, che molto probabilmente sarà incentrato sulla ricostruzione del Paese. Il governo di Kiev e il Dipartimento federale degli affari esteri, che organizzano congiuntamente l’evento, si stanno muovendo a livello internazionale per formalizzare gli inviti.
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha per esempio già espresso il desiderio di partecipare (o ha promesso perlomeno l’invio in Ticino di diplomatici di peso). Ma si continua anche a ipotizzare l’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di altri capi di Stato europei. Negli scorsi giorni si è parlato di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. Nelle scorse edizioni della Conferenza (l’ultima si è tenuta in Lituania nel 2021) avevano partecipato anche rappresentanti del Fondo monetario internazionale, della Banca Mondiale, della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e della Banca europea per gli investimenti, ma anche dell’UE, dell’OSCE, della NATO, del Consiglio d’Europa e del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite.
Le misure al vaglio
Certo è che le misure di sicurezza verranno modellate anche in base al calibro degli ospiti. Da tempo la Polizia cantonale e le autorità federali, in collaborazione con l’esercito e chiaramente con le polizie strutturate ticinesi, stanno elaborando piani per garantire l’incolumità di chi arriverà a Lugano.
L’Esercito avrebbe, stando a nostri controlli, già avanzato la richiesta di installare una postazione alla foce del Cassarate. Una conferma giunge dal capodicastero Eventi (e vicesindaco di Lugano) Roberto Badaracco. L’area della Foce infatti, dal 1. giugno al 31 agosto, ospiterà l’edizione 2022 di Lugano Marittima. Ma è quasi certo che nei giorni della Conferenza sull’Ucraina la zona verrà sigillata per permettere ai militari di utilizzarla. Il 3, il 4, il 5 e forse anche il 6 luglio dunque Lugano Marittima andrà in pausa. Uno stop che è solo un esempio dell’impatto che l’organizzazione della Conferenza potrebbe avere sulla mobilità in città in quei giorni.
Si ipotizza anche la chiusura del parco Ciani e occorrerà capire come verranno gestite le importanti aree attorno al Palazzo dei Congressi e all’ex asilo Ciani.
C’è chi si oppone
Ieri della Conferenza si è discusso - di nuovo - anche in Municipio. In città c’è chi si oppone all’organizzazione di questo evento. Domenica il Mattino, con degli articoli firmati dal municipale Lorenzo Quadri, parlava di «una farsa da annullare». Diversa la posizione del sindaco Michele Foletti, che ha parlato di opportunità per Lugano e si è detto contrario a un annullamento del summit. La consigliera comunale Sara Beretta-Piccoli invece aveva chiesto al Municipio se non sarebbe meglio posticipare l’evento in un «momento meno problematico dal punto di vista politico a livello mondiale».
Spazio aereo da proteggere
È sempre più chiaro che il dispositivo di sicurezza previsto sarà simile - o perfino superiore - a quello messo in campo per il WEF_di Davos. Esercito e aviazione si occuperanno per esempio di proteggere anche lo spazio aereo. A supporto della Polizia cantonale arriveranno quasi certamente agenti da altri Cantoni e in più diverse polizie strutturate ticinesi sono già state avvertite:_anch’esse dovranno scendere in campo. E sempre a proposito di WEF si ricorda che nel 2020 Lugano si era fatta avanti per ospitare l’evento al posto di Davos, ma gli organizzatori avevano preferito optare per il Bürgenstock (nel canton Lucerna) in quanto più isolato e più facile da controllare.
È la quinta edizione
Lugano non è la prima città a organizzare la Conferenza sull’Ucraina. Il vertice si inserisce infatti in un ciclo di incontri annuali iniziati nel 2017 a Londra e che in seguito ha fatto tappa a Copenaghen nel 2018, a Toronto nel 2019 e a Vilnius nel 2021. Con una pausa nel 2020 a causa della pandemia.