Licenziamenti in vista alla Mikron ad Agno

(Aggiornato alle 15.51) - Non è possibile fornire la cifra esatta dei posti di lavoro che saranno complessivamente da tagliare presso Mikron: lo ha indicato Javier Perez-Freije, responsabile delle finanze del gruppo con sede a Bienne (BE), commentando la notizia di 25 licenziamenti annunciati ad Agno. Il produttore di macchine utensili afferma di essere costretto a ridurre i posti di lavoro a causa del calo degli ordinativi di macchine per l’industria automobilistica. La misura riguarda la divisione Machining. Il personale coinvolto in progetti di innovazione e il settore Service non sono toccati e neppure le altre due divisioni del gruppo, Mikron Automation e Mikron Tool.
«Stiamo tenendo d’occhio molto attentamente gli ordini in arrivo», ha spiegato il manager all’agenzia Awp. «Può darsi che non sostituiremo i partenti o che addirittura offriremo pensionamenti anticipati», ha detto in una risposta scritta.
Perez-Freije non ha voluto sbilanciarsi sul numero di dipendenti (oggi 370) che la divisione Machining intende mantenere sulle rive del Ceresio. Si tratta di una domanda critica a cui non è ancora possibile dare risposta: dipenderà dall’evoluzione delle commesse nei prossimi mesi.
Mikron sottolinea peraltro che negli ultimi cinque anni, grazie al buon andamento degli ordinativi, l’organico ad Agno delle divisioni Machining e Tool è salito a oltre 500 persone.
I licenziamenti si aggiungono alla decisione di introdurre la disoccupazione parziale a partire dal 1. novembre ad Agno. «Poiché il Management non prevede una ripresa a breve termine della domanda da parte del settore automobilistico, Mikron è costretta a ridurre la struttura attuale di Mikron SA Agno che conta 370 posti di lavoro e annuncia circa 25 licenziamenti», precisa il comunicato. Mikron si impegna ad attuare la riduzione in modo «socialmente responsabile», aggiunge la nota.
Il Gruppo conferma le previsioni per l’esercizio 2019: un fatturato superiore a quello del 2018 ed un EBIT allo stesso livello dell’anno precedente.
I sindacati
Da parte sua Giovanni Scolari del sindacato OCST ci spiega: «La dirigenza ha agito con tempi estremamente veloci comunicando la decisione all’ultimo anche alla commissione interna del personale. Abbiamo quindi chiesto un incontro con i quadri per capire le valutazioni che hanno portato a questi licenziamenti, che peraltro non toccano in alcun modo i quadri medi o alti, e per garantire un accompagnamento con qualche garanzia in più per i collaboratori colpiti. Non si tratta infatti di un licenziamento collettivo e quindi i margini di manovra sono più ridotti».