Stabio

Liquami e scarti da cucina per produrre biogas

Le Aziende municipalizzate locali e l’AGE SA di Chiasso si sono alleate per la costruzione di una centrale nella zona industriale – Avrà valenza regionale e permetterà la distribuzione di energia rinnovabile – L’investimento supera i 4 milioni di franchi
© CdT/Chiara Zocchetti
Luca Bernasconi
22.04.2021 06:00

Concimi di fattoria come liquame e letame, residui del raccolto, scarti dell’industria alimentare e gastronomici, residui alimentari domestici e scarti vegetali: sono questi i «carburanti» per la produzione di biogas nella prevista centrale che sarà realizzata a Stabio in via Lische nella zona industriale. Il progetto è delle AMS (Aziende municipalizzate Stabio) e dall’AGE (acqua, gas, elettricità) SA di Chiasso.

L’investimento

Per l’occasione è stata fondata la società anonima Biogas Stabio. L’investimento previsto per la costruzione della centrale è di oltre 4,1 milioni di franchi. L’operazione potrà godere di sussidi, per il momento non ancora del tutto quantificabili, da parte del Cantone e da parte dell’Associazione svizzera dell’industria del gas.

C’è la licenza edilizia

Per il progetto è già stata rilasciata la licenza edilizia nel maggio 2018. Concerne la realizzazione di un impianto per fermentare circa 4.500 tonnellate all’anno di biomasse regionali (la società vuole infatti avere valenza distrettuale). Per un funzionamento ottimale si stima la necessità di lavorare 1.600 tonnellate di liquami, 950 di scarti da cucina, 2.200 di scarti vegetali e 50 di letame.

Liquami e letami proverrebbero da aziende attive in un raggio di 12 chilometri, scarti vegetali dai Comuni del distretto e quelli alimentari principalmente dai Comuni del Mendrisiotto e dalle industrie alimentari presenti a Stabio.

Impatto ambientale ridotto

Si prevede inizialmente che con la produzione dell’impianto della Biogas Stabio SA verrà coperto circa l’1.5% del fabbisogno combinato di gas degli utenti delle due aziende.

Il gas ecologico verrà infatti immesso in rete, così da alimentare gli edifici e le industrie, contribuendo a ridurre l’impatto ecologico nella regione. Il beneficio sarà dunque su più fronti, spiegano i vertici della società. Infatti si genererà energia a emissioni climaticamente neutre. Ma si valorizzeranno tonnellate di scarti raccolti nelle vicinanze (trasporto su brevi tragitti) che oggi vengono smaltiti in modo tradizionale e poco efficiente.

Gli avanzi alimentari

In questo contesto è interessante rilevare il potenziale molto elevato della raccolta e dello smaltimento degli scarti alimentari.

L’UFAM (Ufficio federale dell’ambiente) ha stimato che il 32,2% dei rifiuti domestici è di provenienza biogena (scarti alimentari 13,5%, altre derrate alimentari 14,3%, rifiuti da giardino 3,5%, carne-pesce 0,9%).

Se proviamo, ad esempio, a traslare queste percentuali sulle dimensioni del Comune di Stabio, gli scarti alimentari presenti nel sacco dei rifiuti dovrebbero essere di 386 tonnellate (32,2% di 1.200 tonnellate, quantitativo di raccolta prima dell’introduzione del servizio di raccolta scarti alimentari). Se si limitasse il calcolo agli scarti alimentari – 13,5% – il potenziale di raccolta si situerebbe a 162 tonnellate. Nel 2018 a Stabio sono state raccolte 30 tonnellate di scarti da cucina.

Obiettivo 2030

Oggi il 14 % di tutta l’energia svizzera deriva dal gas, con un terzo di essa si riscaldano edifici. I gas rinnovabili – come appunto il biogas – raggiungono per il momento solo il 3% ma, scommettono gli esperti, sarebbe fattibile portarli al 30%. Pertanto l’obiettivo dell’industria del gas è di aumentare di dieci volte la quota di gas rinnovabili entro il 2030 sul mercato dell’energia termica.

Rispetto al riscaldamento a gasolio sarà quindi possibile dimezzare le emissioni di CO2 attraverso un utilizzo corretto dei potenziali esistenti e quindi producendo più biogas svizzero.

Bilancio neutro di anidride carbonica

Secondo l’organizzazione SvizzeraEnergia, l’energia da biomassa ha molti pregi: ha un bilancio neutro di CO2 (anidride carbonica), chiude i cicli dei materiali e accresce il valore aggiunto locale. È l’unica

fonte di energia rinnovabile da cui si può ricavare elettricità, calore e carburante. È rinnovabile perché le materie prime utilizzate per produrla provengono esclusivamente da piante o da rifiuti.
Ha un bilancio neutro di CO2 perché durante lo sfruttamento a fini energetici rilascia nell’atmosfera la stessa quantità di anidride carbonica assorbita dalle piante durante la crescita.