A volte ritornano

Lo «sciabolatore» Davide Lacerenza: «In Svizzera avrei dovuto pagare una multa più salata»

L’influencer, ospite del podcast Gurulandia, racconta il suo arresto in Ticino, quando passò una serata alcolica alle medie di Locarno: «Avevamo champagne per 15 mila euro, ma non ci vado più»
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Red. Online
13.07.2023 14:00

Rispunta Davide Lacerenza e ammette: in Svizzera avrei dovuto pagare una multa più salata, ma non ho detto che quelle bottiglie di champagne erano pregiate. L’«influencer-sciabolatore» era balzato agli onori delle cronache ticinesi nel marzo del 2021, quando venne arrestato in seguito ad una nottata alcolica nella sede delle scuole medie di Locarno. In quell’occasione, dopo essere stato fatto entrare da un docente della struttura - poi sospeso e licenziato -, fece festa con fiumi di champagne insieme ad un gruppo di amici, nonostante le restrizioni legate alla pandemia.

Recentemente, ospite del podcast Gurulandia, Lacerenza è tornato a parlare dell’episodio ticinese, confessando che avrebbe dovuto pagare una multa più salata per le infrazioni doganali. «Facevamo i delivery durante il lockdown. Erano le 10 e mezza circa, ero con un mio dipendente e una mia ex ragazza. Mi chiama un cliente e mi dice: “Siamo in un albergo a Lugano, è il compleanno di un mio amico, mi mandi un taxi con 6 P2 (6 bottiglie di champagne Dom Pérignon P2, ndr)?”. E io gli ho detto: “Se ne prendi 12, veniamo noi”». L’influencer prosegue: «Va bene, allora oltre alle 12 bottiglia ho messo anche un P3, bottiglia da 3 mila euro, e un P2 rosé del 96, che è un’altra bottiglia da 2-3 mila euro. Era un carico sui 15 mila euro di roba. Andiamo, metto il navigatore e mi fa fare la frontiera di Como, che era spenta (non c’era nessuno a sorvegliare, ndr). Passo tranquillo, non ho pensato a niente».

Davide Lacerenza aggiunge: «Arriviamo all’hotel, ma il proprietario non ha voluto che si bevesse lì per il troppo assembramento. Noi dovevamo solo consegnare e andare via, ma il cliente dice: “Dai, allora andiamo da me, a Locarno. Lo seguiamo e questo apre una scuola. Io ho detto: “Ma sei sicuro che possiamo bere qua?”, e lui: “Sì, perché adesso è chiusa”. Lui era un insegnante e aveva le chiavi. Inizio a fare i video: vai, P2, sciaboliamo. Poi andiamo a letto tranquilli, abbiamo dormito là perché avevamo bevuto. Alle 10 bussa la polizia, ci han portato via e trattenuto per 5-6 ore: un interrogatorio lunghissimo. Alla fine ho dovuto pagare le multe». A questo punto l'influencer ammette: «Mi hanno chiesto: "Perché non ha pagato la dogana?", ma non c’era nessuno alla dogana. Ho dovuto pagare l’IVA sulle bottiglie, meno male che non han capito che erano P2 e P3: gli ho detto che erano tutti Dom Pérignon normali, quindi han calcolato 500 euro di IVA (Lacerenza sostiene che avrebbe dovuto pagare sui 3 mila euro, ndr)». Uno dei conduttori in studio, dopo la confessione, ironizza: «Ora tornano», e Lacerenza ribatte: «Io di sicuro non ci vado più. Per andare via ho dovuto pagare anche 600 o 1200 euro, non mi ricordo più, perché eravamo più di 5 persone. Avevo la carta di credito, ma volevano i contanti: "Fai venire qualcuno con i contanti, se no non puoi andare via". Abbiamo raccolto tutti i soldi che avevamo e ci hanno fatto lo “sconto” per prendersi i contanti: ho pagato un po’ meno, poi ci hanno fatto andare via», conclude tra le risate dei conduttori del podcast.

Ma a noi piace ricordare Lacerenza così, libero di varcare il confine come un falco. Come cantava Gianluca Grignani, uno dei suoi cantanti preferiti:

Il falco va
senza catene
Fugge agli sguardi
Sa che conviene
E indifferente sorvola già
Tutte le accuse
Boschi e città
Io che sono falco
Falco a metà